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Mimì il principe delle tenebre: recensione al film di Brando De Sica

Mam-e è andata all’anteprima stampa di Mimì il principe delle tenebre.

Mimì il principe delle tenebre: Brando De Sica al cinema

Avrete sicuramente riconosciuto il cognome del regista, inconfondibile per chiunque. Infatti, Brando De Sica è figlio di Christian e nipote di Vittorio De Sica, che ha fatto la storia del Neorealismo italiano con film come Ladri di biciclette.

Mimì il principe delle tenebre
Brando De Sica sul set

Arriva alla prova di regia, dunque, anche il nipote Bruno con il suo primo lungometraggio. Ma non si tratta di un esordio, infatti ha già diretto vari cortometraggi, come L’errore che gli ha fatto vincere un Nastro d’argento e ricevere una candidatura ai David di Donatello; o come Non senza di me, nominato al Globo d’Oro; o ancora, Aria premiato al Fantafestival e al Giffoni.

A proposito del film, Brando De Sica ha dichiarato:

Questo è un film sull’ importanza dei sogni e la fuga dalla realtà. Mimi. Il Principe delle Tenebre è una ballata di sognatori.

Mimì il principe delle tenebre: trailer e trama

Mimì (Domenico Cuomo) è un adolescente orfano nato con i piedi deformi che lavora in una pizzeria a Napoli. Un brutto giorno incontra Carmilla (Sara Ciocca), una giovane ragazza convinta di essere una discendente del conte Dracula. Insieme decidono di fuggire un mondo cinico e violento.

Mimì il principe delle tenebre: recensione

L’esordio al lungometraggio di Brando De Sica non è, purtroppo, tra i più riusciti. In un viaggio che si dipana tra le città di Napoli e Codogno, la storia di Mimì, pizzaiolo con i piedi deformi, potrebbe anche essere interessante, se non fosse per una sceneggiatura che non permette salvataggi.

Il film avrebbe potuto mostrare un nuovo spaccato sulla storia dei vampiri all’italiana, eppure, non si riesce a comprendere se voglia effettivamente essere una narrazione su queste figure oppure una sulla salute mentale, o creare un misto tra i due. Poiché, da una parte, troviamo una sceneggiatura scontata e con nulla di innovativo, dall’altra, un racconto che non viene indagato appieno e approfondito.

Mimì il principe delle tenebre
Sara Ciocca e Domenico Cuomo in una scena di Mimì il principe delle tenebre

A livello tecnico, la macchina da presa tenta di compiere certi virtuosismi, ma inutili e non riusciti. Così come il suo uso durante il film, che segue continuamente e costantemente i personaggi, non lasciando agli attori la possibilità di muoversi più liberamente sullo schermo.

Inoltre, gli sfondi e i paesaggi sono stati resi come se ci si trovasse di fronte a un green screen per tutta la durata del film. Non sono naturali, ma non nel senso di mostrare la realtà di noi spettatori, non è questo che importa, ma il fatto che siano realistici per la narrazione e reali all’interno del filmico, cosa che non avviene.

Gli attori, sia Domenico Cuomo, che Sara Ciocca che Giuseppe Brunetti (ora al cinema, tra l’altro, anche con Comandante di Edoardo De Angelis) , portano sullo schermo una buona recitazione, che non può essere ottimale per colpe che non sono loro e sono attribuibili al lavoro di sceneggiatura dietro di loro. Il personaggio di Carmilla/Renata, per esempio, è un fac simile della Mercoledì di Tim Burton. Mi raccomando: il nome è Camilla con la R, come non mancano continuamente di ripetere i vari personaggi, in un intento di comicità.

Mimì il principe delle tenebre
Sara Ciocca in una scena del film

Mimì il principe delle tenebre sembra un film realizzato da una figura alle primissime armi nel cinema, con una sceneggiatura che non permette ai suoi attori di eccellere e in cui l’intento comico non riesce e fa molta fatica a uscire.

Potrebbe rientrare nella categoria dei film scontati che comunque piacciono al pubblico in quanto riescono a tirarlo all’interno della narrazione, nonostante si sappia come andranno a finire, ma non ha le carte in regola per esserlo.

Voto: 1/5

Conclusioni, Mimì il principe delle tenebre arriva nelle sale il 16 novembre

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