Omicidio Regeni: il gup chiede aiuto al Governo
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Omicidio Regeni, il Gup chiede aiuto al Governo: “Tentare nuovi contatti con le autorità egiziane”

LE RICERCHE CONTRO I QUATTRO IMPUTATI DOVRANNO PROSEGUIRE. L’11 APRILE SAPREMO SE IL PROCESSO ANDRà AVANTI

Omicidio Regeni: il procedimento per fare giustizia a Giulio Regeni, trovato morto il 3 febbraio 2016 nelle vicinanze di una prigione dei servizi segreti egiziani, continua. I quattro agenti dei servizi segreti dovranno essere informati e bisognerà venire a conoscenza dei quattro indirizzi di residenza.

CASO REGENI: IL GUP CHIEDE AIUTO AL GOVERNO

Un coinvolgimento diretto del Governo nella ricerca degli imputati con l’obiettivo di poter arrivare a un processo per l’omicidio di Giulio Regeni. L’ufficio Gup (giudice udienza preliminare) del Tribunale di Roma ha chiesto all’Esecutivo di entrare nella partita giudiziaria con l’Egitto attivandosi affinché i quattro 007, il generale egiziano Sabir Tariq, i colonnelli Usham HelmiAthar Kamel Mohamed Ibrahim e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif, accusati del sequestro, delle torture e dell’omicidio del ricercatore friulano, avvenuto al Cairo nel 2016, vengano “ufficialmente” informati del procedimento a loro carico.

“Il nostro Paese, il nostro governo, scelga da che parte stare, se dalla parte di chi tortura e uccide e invoca impunità, o di chi chiede il rispetto di diritti inviolabili”

Ha dichiarato l’avvocato Alessandra Ballerini.

IL PROESSO REGENI CONTINUA

I carabinieri del Ros dovranno cercare gli imputati in Italia. E il Governo si occuperà di contattare l’Egitto per capire se, dopo due anni, la rogatoria avviata dalla procura di Roma può avere una risposta. È questa la decisione del giudice per le udienze preliminari Roberto Ranazzi, chiamato a decidere sul caso della morte del ricercatore Giulio Regeni. La vicenda processuale è quindi ritornata in udienza preliminare, dove oggi il giudice ha disposto anche il coinvolgimento dei carabinieri che proveranno a individuare “il luogo di residenza, di domicilio o di lavoro”, ha detto il giudice, invitando i militari dell’Arma a servirsi di fonti aperte, social, “fonti confidenziali o riservate” e anche l’elenco telefonico. Il procedimento è stato rinviato al prossimo 11 aprile. In quella data si saprà se il processo sulla morte del ricercatore andrà avanti.

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