Picasso e la metamorfosi della figura dal 22 febbraio al Mudec di Milano
Picasso e la metamorfosi della figura. Un’imperdibile mostra al Mudec di Milano dal 22 febbraio al 30 giugno 2024 prodotta da 24 Ore Cultura – Gruppo 24 Ore e promossa dal Comune.
Picasso e la metamorfosi della figura
La mostra ci racconta l’ amore del grande artista spagnolo per le fonti artistiche ‘primigenie’, per l’‘arte primitiva e di come abbia colto l’essenza e il significato dell’arte africana e l’abbia assimilata nella sua produzione per tutta la vita. Dal 1906 – anno fondamentale per la sua produzione – fino agli ultimi lavori degli anni Sessanta.
Col ritorno al “primitivismo”, intorno al 1925, l’artista trae gli strumenti del linguaggio plastico da esempi africani, ma anche da esempi neolitici e proto-iberici (della Spagna preromana), prende spunto dall’arte oceanica, dall’antica arte egizia e da quella della Grecia classica
La Mostra
L’esposizione, curata da Malén Gual, conservatrice onoraria del Museo Picasso di Barcellona insieme a Ricardo Ostalé, offre al pubblico quaranta opere del maestro spagnolo, tra dipinti, sculture, insieme a 26 disegni e bozzetti di studi preparatori, del preziosissimo Quaderno n. 7 concesso per la mostra dalla Fondazione Pablo Ruiz Picasso – Museo Casa Natal di Malaga.
Il progetto è anche l’occasione per rivedere ospitata al Mudec
Il progetto è anche l’occasione per rivedere ospitata al Mudec, dopo anni, la Femme nue del Museo del Novecento di Milano, dipinto che fu preludio al capolavoro picassiano Les Demoiselles d’Avignon.
Sei le sezioni della mostra per raccontare l’evoluzione dell’arte di Picasso in rapporto all’arte primitiva.
Al centro della mostra la sezione dedicata allo studio de Les Demoiselles d’Avignon. Potrete ammirare un taccuino del 1907, il cosiddetto Quaderno n. 7, in cui vengono presentati 26 fogli che ospitano disegni e schizzi preparatori della grande opera, insieme ad alcune maschere africane.
Dalla sezione Cubismo (1908-1927) si passa al periodo dagli anni ’20 alla Seconda Guerra Mondiale, in cui permane l’arte tribale nell’opera di Picasso
Dalla sezione Cubismo (1908-1927) si passa al periodo dagli anni ’20 alla Seconda Guerra Mondiale, in cui permane l’arte tribale nell’opera di Picasso. La forza delle opere africane, la loro espressività atemporale, può essere riflessa nell’opera degli anni ’20-’30, persino in alcuni bozzetti per il Guernica e nelle figure tragiche degli anni di guerra.
In Metamorfosi della figura sono inoltre esposte opere di Picasso tra il 1930 e il 1970. Qui non sono incluse opere africane, poiché Picasso non si riflette in esse, ma è giunto all’essenza, alla magia che ha sempre cercato di afferrare partendo dall’amore per queste opere d’arte.
E inoltre
Fonti primigenie non solo come spunto per ribadire l’origine della propria arte, ma anche per traslarla al presente, fornendo una chiave di lettura dell’evoluzione della pittura contemporanea e delle nuove generazioni di artisti africani che si sono ritrovati a confrontarsi con il genio spagnolo. Uno su tutti Chéri Samba, con il suo iconico Quand il n’y avait plus rien d’autre que… L’Afrique restaiune pensée (1997).
Conclusione Dalla bellissima mostra Picasso e la metamorfosi della figura si evince chiaramente come il grande maestro inventi trasposizioni, rimodelli figure dai volumi sproporzionati, in una costante metamorfosi delle figure che spesso hanno una forte connotazione erotica e che governeranno l’evoluzione della sua pittura e della sua scultura.
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