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Prada prende casa a Venezia sul Canal Grande

La griffe acquisterà per 40 milioni di euro Ca’ Corner della Regina, che già ospita la Fondazione Prada. Nel futuro sarà un centro espositivo di livello internazionale

Dopo l’acquisizione dei nuovi spazi in Galleria Vittorio Emanuele a Milano, Prada mette a segno un altro gran “colpo” immobiliare e d’immagine acquisendo per 40 milioni di euro Ca’ Corner della Regina, splendido palazzo con affaccio sul Canal Grande di Venezia. Il Comune sarà ben lieto di cedere l’edificio di sua proprietà – di cui, si è appreso, la griffe ha già versato il 10% del valore tramite l’immobiliare Petranera Srl – con l’obiettivo di rimpolpare le esangui casse municipali.

L’edificio, situato nel sestiere di Santa Croce, nei pressi di un’altra celebre dimora patrizia, Ca’ Pesaro, fu costruito nel XVIII secolo su progetto dell’architetto Domenico Rossi. Proprio qui lo scorso mese di giugno – in coincidenza con l’inaugurazione della Biennale d’Arte – la Fondazione Prada aveva organizzato un’apprezzata mostra, collocandovi  parte della sua ricca collezione d’arte contemporanea, di cui Miuccia Prada è una nota estimatrice e mecenate.

Da tempo, dunque, la griffe aveva posato gli occhi su questa sede di assoluto prestigio, che in futuro – chissà – potrebbe venir rinominata “Ca’ Prada” in onore dei nuovi proprietari. La trattativa con il Comune – ha dichiarato Sandro Simionato, vice del sindaco Giorgio Orsoni– ha subìto tuttavia un’accelerazione improvvisa nelle ultime ore, quando Petranera ha recapitato a Ca’ Farsetti l’offerta milionaria, con una scadenza alquanto ravvicinata: il 31 dicembre. Ciò obbligherà il Comune a indire comunque una gara e valutare eventuali offerte concorrenti, ma difficilmente si troverà qualcuno disposto a mettere sul piatto una proposta economica più cospicua per un palazzo già occupato. Per di più, Prada si è impegnata a non realizzare nell’edificio l’ennesima boutique: gli spazi saranno dedicati solo ad abitazione e sede espositiva, con l’aggiunta di un bookshop più caffetteria che saranno d’ausilio durante le aperture al pubblico. L’attività culturale – assicurano in Comune – sarà dunque prevalente rispetto a quella commerciale e dunque non si tratterà di una “privatizzazione” totale, come invece è accaduto in altri casi.

Venezia, perla della laguna ma anche città fragile, la cui cura è costosissima, dopo l’acquisto di Palazzo Grassi da parte del patron di PPR François Pinault – che ha finanziato anche il restauro della vicina Punta della Dogana – cede un altro dei suoi gioielli architettonici a una protagonista del mondo della moda. Ora riprenderà vigore il dibattito sul futuro di questo luogo irripetibile e magico, di cui alcuni temono la progressiva “museificazione”, altri la svendita ad appetiti immobiliari che puntano esclusivamente al profitto. La proposta di Prada si colloca oggettivamente nel mezzo, avendo il pregio di provenire da un grande gruppo italiano che anche nel cuore della tempesta economica ha la forza di investire e per di più di investire in cultura. Non è poco, anzi – diciamolo – è molto, di questi tempi.

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