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Moda

Report svela le piume di Moncler

Moncler Nell’inchiesta di Report, firmata da Sabrina Giannini,  svelato il processo di produzione dei piumini di Moncler

Moncler Nell’inchiesta di Report, firmata da Sabrina Giannini,  svelato il processo di produzione dei piumini di Moncler. Oche spennate vive, bassa qualità del piumaggio selezionato e scarso livello di produzione sono alle spalle del prodotto che viene messo sul mercato ad un prezzo medio di 800 euro.

Stufi della bassa qualità dei brand medio-bassi in cui si ha l’amara consapevolezza che i capi sono il risultato di condizioni di lavoro estreme e materiali scadenti può capitare di decidere di acquistare un prodotto di un marchio importante come Moncler che sia garanzia di qualità.

L’inchiesta di Report ci ha raccontato che spendere circa 1000 euro per un piumino non è sinonimo di buon prodotto.

Per la produzione della piuma d’oca l’azienda si rivolge all’Ungheria. A dispetto di quanto si crede la piuma non proviene dall’animale morto ma da quello vivo in quanto la qualità è migliore e il processo può essere ripetuto 4 volte all’anno, senza badare alle sofferenze degli animali.

L’Unione europea a tal proposito ipocritamente dice che la piuma può essere estratta spiumando l’oca tramite la “pettinatura”. Considerando che le industrie hanno tra i 5.000 e 10.000 animali pare molto difficile ed improbabile come modus operandi.

La tracciabilità della piuma non è obbligatoria, il cliente può solamente fidarsi del marchio a cui si rivolge. Lo sa bene Remo Ruffini, presidente e amministratore delegato di Moncler: “Il made in Italy è un concetto che non mi appartiene. Non mi interessa proprio come marchio. La produzione per essere buona non ha bisogno di etichette”.

I capi vengono poi assemblati e realizzati in Romania, il costo finale del prodotto è di 30-40 euro per un piumino che si trova in boutique a circa 1000 euro.

In Romania Sabrina Giannini scopre che l’imbottitura che usa Moncler è una miscela, risultato non del miglior piumaggio, ma piuttosto di un misto di piume d’oca ed anatra di diversa provenienza e valore.

E così via con la qualità degli altri materiali

E così via con la qualità degli altri materiali che compongono il piumino, oltre al risparmio sulla manodopera con conseguente perdita per i lavoratori italiani.

Il titolo del brand ha perso il -3,44% dall’apertura della Borsa.

L’azienda dal canto suo ha dichiarato: “Moncler utilizza solo piuma di alta qualità, acquistata da fornitori obbligati contrattualmente a garantire il rispetto dei principi a tutela degli animali, come riportato dal nostro Codice Etico, al punto 6.4. L’associazione del nome Moncler a pratiche illegali e vietate dal nostro Codice Etico, è impropria. I nostri fornitori di piuma sono tutti basati in Italia, Francia e Nord America”.

Quali saranno le concrete conseguenze di questa denuncia? Al momento rimane solo l’amarezza e la delusione per un brand di moda dalla storia al contrario. Infatti Moncler, a differenza di tante maison italiane, è stato acquistato nel 2003 ai francesi dall’imprenditore Renzo Ruffini che in pochi anni l’ha rilanciato e quotato in borsa.

 

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