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Salome. Bel canto. Bella cantante

No, l’opera di Strauss che debutta oggi alla Scala non seguirà quella «osé» che ha inaugurato la stagione a Roma. Ma in quanto a bellezza, ormai è gara aperta tra le cantanti liriche. L’ugola conta sempre molto, ma anche il resto… Mentre proseguono le repliche della Figlia del reggimento, in scena fino al 16 del mese, debutta oggi alla Scala la Salome di Richard Strauss, data per la prima volta a Dresda, presso la K&oulm;nigliches Opernhaus, il 9 dicembre 1905. Per una singolare coincidenza, si tratta della stessa opera che ha inaugurato lo scorso mese di gennaio la stagione dell’Opera di Roma. In quel caso l’allestimento curato da Giorgio Albertazzi puntò volutamente sull’arditezza dei costumi – ridotti o addirittura assenti -. L’aspetto pruriginoso non bastò a celare, anzi esaltò, la bravura e l’avvenenza di Francesca Patané, interprete del sensuale ruolo eponimo.
L’occasione fu ghiotta per aprire sui giornali un dibattito sull’incidenza dell’aspetto fisico degli interpreti lirici, un tempo quasi sempre «fuori taglia» rispetto al ruolo affidato loro. Per decenni si sono viste Cio-cio-san più simili a lanciatrici del disco bulgare che ad eteree e fragili geishe (e, del resto, spesso bulgare lo erano davvero, o comunque provenienti da terre le cui figlie godono di robusta costituzione). Oggi non più, grazie all’incidenza sempre più rilevante che l’immagine gioca nella società e anche per lo stile di vita più attento a contenere certi eccessi gastronomici.
La tendenza viene pienamente confermata da Nadja Michael, mezzosoprano tedesco che ricopre il ruolo di Salome nel nuovo allestimento scaligero, in scena da oggi e fino al 18 marzo (nei giorni 8, 10, 11, 13, 15 e 18). Prodotto dal Festival di Salisburgo, vede riformarsi l’accoppiata regista-direttore che fu protagonista dell’esordio scaligero del 2005, quando il giovane Daniel Harding diresse Idomeneo con la regia di Luc Bondy. La Michael, nata a Lipsia, può vantare un curriculum di tutto rispetto, con collaborazioni che spaziano da Zubin Mehta al prossimo «maestro scaligero» Daniel Barenboim, fino a Gustav Kuhn e al nostro Daniele Gatti, che l’ha diretta nell’aprile del 2006 in occasione del suo esordio al Maggio Musicale, nel Preludio e morte di Isotta di Richard Wagner.
Anche Bondy ha deciso di puntare sulla carica erotica di Salome, che culminerà nella celebre «danza dei sette veli», la cui coreografia è stata curata da Lucinda Childs, una delle personalità più eminenti della danza contemporanea. Spiccano nel cast canoro anche Falk Struckmann, annunciato come un Jochanaan dall’imperioso tratto drammatico, Robert Brubaker nel ruolo di Erode, Iris Vermillion in quello di Erodiade e Matthias Klink in quello di Narrabot. Le scene dell’allestimento scaligero sono state curate da Erich Wonder; Susanne Raschig ha firmato i costumi, mentre il disegno luci è opera di Alexander Koppelmann.
Mentre il teatro milanese si accinge ad affrontare il nuovo impegno nell’ambito della stagione lirica, già incalza un altro atteso avvenimento in quello della danza: il 12 marzo, nel ridotto dei palchi del teatro, incontro alle 16,30 con John Neumeier, coreografo della Dama delle camelie che, intervistato da Marinella Guatterini, parlerà del balletto che esordisce il 20 marzo, dopo aver raccolto entusiastici consensi al suo debutto all’Opéra di Parigi la scorsa primavera. Attesissima nel ruolo di Marguerite l’étoile Alessandra Ferri, ma non meno applaudito sarà il suo partner Roberto Bolle, ormai diventato un personaggio a tutto tondo, grazie anche al suo impegno con l’Unicef a favore dell’infanzia. I due danzeranno insieme nelle date del 20, 21, 22 (serale), 23, 29 e 30 marzo. Informazioni ulteriori su www.teatroallascala.org.
Nella foto, il mezzosoprano tedesco Nadja Michael sarà Salome, diretta da Luc Bondy

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