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Moda

Salute mentale e mondo della moda: il progetto “Mental health in fashion”

“Mental health in fashion” è un progetto lanciato da Florian Müller, che ha l’obiettivo di aumentare l’attenzione e la consapevolezza nei confronti della salute mentale nel mondo della moda. Continua a leggere per scoprirne di più.

“Mental health in fashion”: l’importanza della salute mentale nel settore fashion

È stato Florian Müller, conosciuto come guest manager e pr nell’organizzazione di sfilate ed eventi di moda, specialmente nel panorama fashion berlinese, ad avviare il progetto “Mental health in fashion”, con lo scopo di porre l’accento su un tema di centrale importanza in tutti gli ambiti, ma al quale spesso si dà poca rilevanza quando si tratta del panorama fashion, nonostante l’industria della moda sia nota per essere particolarmente tossica sotto questo punto di vista.

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La qualità dell’ambiente lavorativo ha in genere un fortissimo impatto sui soggetti coinvolti, i quali sono maggiormente esposti allo sviluppo di disturbi psicologici se sottoposti a situazioni di forte stress o incessante competizione. Il settore moda è molto complesso, indipendentemente dal ramo di competenza in cui ci si colloca: le incertezze che lo costellano e gli standard irraggiungibili di bellezza che vengono imposti possono essere a lungo andare deleterei per la salute mentale di coloro che vi lavorano. Come sottolinea Müller in un’intervista rilasciata a FashionUnited, “realtà lavorative come “Il diavolo veste Prada” non sono esempi isolati nel settore della moda.”

Rivolgendo semplicemente uno sguardo esterno sull’industria della moda, ciò che notiamo è la perfezione e la cura nei minimi dettagli degli show proposti, dei design innovativi delle collezioni e la costante ricerca del nuovo, di qualcosa di mai visto. Se da un lato può risultare estremamente stimolante e affascinante da un punto di vista artistico e stilistico, dall’altro è semplice immaginare lo stress al quale sono sottoposti coloro che vi lavorano.

La competizione è a dir poco elevatissima, così come le aspettative del pubblico e della critica: insomma, un terreno fertile per lo sviluppo di disturbi psichici, specialmente ansia, depressione e disturbi alimentari. Gli standard fisici imposti ai modelli sono nella maggior parte dei casi irrealistici, portandoli ad approcciarsi alla professione in modo malsano e talvolta ossessivo. Ma questa non è di certo una novità: vi sono state negli anni numerose proposte di leggi che imponessero un indice di massa corporea sano per poter comparire sulle passerelle, per evitare di glorificare delle patologie che causano, solo in Italia, la morte di circa 4.000 giovani di età inferiore o pari a 25 anni ogni anno.

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Nello specifico, nel 2023, le morti registrate sono state 3870, ma i numeri rivelati dalle statistiche sono preoccupanti: in Italia soffrono di disturbi alimentari circa 3,5 milioni di individui, pari al 5% dell’intera popolazione, motivo per il quale negli ultimi giorni sono state innumerevoli le proteste legate al mancato finanziamento, nella legge di Bilancio 2024, del Fondo nazionale per il contrasto dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione. Tali polemiche hanno portato il ministro della Salute, Schillaci, a mettere a disposizione “un fondo pari a 10 milioni di euro per il 2024″.

Tornando a concentrarci sul settore moda, come riportato da Hanimag nel 2020, sembrerebbe che il fenomeno dei DCA (Disturbi del Comportamento Alimentare) colpisca in media 2 milioni di modelle e modelli ogni anno.

I social, nello specifico TikTok, hanno aiutato a sdoganare il tema della salute mentale, anche nel settore del fashion. Abbiamo assistito, infatti, all’inclusione di modelle curvy in alcuni show di grande rilevanza, oltre che a proposte di una bellezza più “naturale” e quotidiana. È stata proprio una modella curvy, Paloma Elsesser, ad aver vinto il premio di Model of the year ai Fashion Awards 2023. Nonostante ciò, però, il problema persiste e lo sguardo di Müller con il suo progetto vuole essere uno sguardo generale, non focalizzato strettamente sui DCA.

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Paloma Elsesser

Sempre nella medesima intervista, Florian Müller specifica che a essere toccati dall’ambiente malsano della moda sono anche coloro che lavorano nel settore della produzione dei capi o degli accessori. Il problema della sovrapproduzione, oltre che a minacciare l’ambiente, li sottopone a ritmi massacranti e a un forte stress, che non giova né alla loro salute fisica né a quella psicologica, minata da ansia e depressione.

Quali sono gli obiettivi concreti del progetto “Mental health in fashion”?

“Per me è importante sottolineare che la salute mentale è un percorso altamente individuale, e quindi non esiste una soluzione valida per tutti. Questa sfida richiede un approccio sfaccettato che comprenda sia le pratiche personali che i cambiamenti strutturali. È importante distinguere tra misure preventive e malattie mentali preesistenti, che dovrebbero essere considerate al di fuori dell’ambiente di lavoro nel contesto della psicoterapia professionale.”

Ciò che propone Müller per migliorare la situazione è di aumentare l’attenzione dei manager e dei dirigenti, che dovrebbero ricevere una formazione che permetta loro di essere in grado di gestire la situazione qualora uno dei loro dipendenti si trovasse psicologicamente in difficoltà.

“Non pochi sanno come trattare un dito sanguinante in caso di incidente sul lavoro. Ma sono anche consapevoli di come possono aiutare le persone con disturbo di panico in un contesto lavorativo, o di come dovrebbero comportarsi se qualcuno nel mio ufficio ha una psicosi acuta?”

Inoltre, perché se esistono regole che garantiscono il benessere fisico all’interno del contesto lavorativo, non ne abbiamo altrettante per quanto riguarda la qualità della salute mentale dei dipendenti? Müller si sta impegnando anche nel settore della formazione, cercando di coinvolgere anche scuole e università, con lo scopo di ampliare sempre di più i confini della sua iniziativa, oltre che di aumentarne l’efficacia.

“Nei miei corsi, incoraggio gli studenti a promuovere la propria salute mentale attraverso la riflessione e a mostrare come questa possa essere integrata nel contesto di pratiche aziendali sostenibili. Un altro obiettivo importante è l’integrazione dell’esercizio fisico nella vita di tutti i giorni. È stato dimostrato che l’attività fisica ha effetti positivi sulla salute mentale. Sia nella mia vita personale che nel mio insegnamento, sottolineo l’importanza dell’esercizio fisico regolare come misura preventiva. Anche coltivare le relazioni sociali è fondamentale. Sia privatamente che nell’ambiente dell’insegnamento, creo spazi di condivisione per favorire una comunità solidale.”

Per leggere l’intervista completa, clicca qui.

Conclusioni: il progetto “Mental health in fashion” di Florian Müller ha lo l’obiettivo di migliorare la qualità della salute mentale all’interno del panorama dell’industria della moda, nonostante rimanga una sfida piuttosto complessa.

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