Interrogatorio Signorini durato 3 ore: prosegue l’inchiesta ligure dopo le domande a Toti
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Scandalo Toti, il governatore si difende: “Mai 1 euro per me”

Nuova tappa dello scandalo Toti. Nella giornata di giovedì 23 maggio infatti è andato in scena l’interrogatorio fiume del governatore della Regione Liguria Giovanni Toti. Otto le ore trascorse di fronte ai pm, che hanno voluto sentire la versione dell’ex rappresentante di Forza Italia in merito al terremoto che ha scosso le fondamenta politiche e finanziarie liguri.

Toti ha presentato in tal senso una memoria difensiva ricca e articolata, composta da ben 17 pagine di confessioni e resoconti. La linea appare piuttosto chiara: nessun “sistema”, allontanata l’ombra della corruzione e zero possibilità di dimissioni. Il testo è stato peraltro diffuso online.

Un vero e proprio contrattacco quello organizzato da Toti, dettosi pronto a difendere la propria figura politica davanti ad ogni accusa mossa ai suoi danni. La stessa Procura di Genova sarebbe rimasta piuttosto sorpresa di fronte alla strategia difensiva aggressiva impostata dal politico classe ’68.

Scandalo Toti, il governatore si difende: “Mai 1 euro per me”
Scandalo Toti, il governatore si difende: “Mai 1 euro per me”

Giovanni Toti al contrattacco: no alla corruzione in Liguria

È stato un interrogatorio lunghissimo quello al quale si è sottoposto Giovanni Toti, governatore della Liguria, nella giornata di giovedì 23 maggio 2024. Tante le domande poste al leader di Noi Moderati da parte dei pm genovesi, stupiti davanti alla linea difensiva impostata dal viareggino.

Dopo ben 17 giorni di arresti domiciliari per Toti è infatti arrivato il momento di raccontare le sue verità. La strategia adoperata dall’ex rappresentante di Forza Italia è stata però piuttosto aggressiva e si è delineata attraverso un documento di ben 17 pagine.

Scandalo Toti, il governatore si difende: “Mai 1 euro per me”
Scandalo Toti, il governatore si difende: “Mai 1 euro per me”

Fogli densi di rimostranze e contrattacchi, che già nella serata di giovedì 23 maggio erano consultabili online sul sito della televisione regionale Telenord. Una frase su tutte sarebbe quella chiave per capire come Toti intenda condurre l’iter giudiziario che lo vedrà protagonista nelle prossime settimane.

Mai preso un euro per me

Parole chiare ed inequivocabili con cui Giovanni Toti intende difendere il proprio operato, e allontanare dalla propria persona le accuse di corruzione mossegli. Una linea piuttosto decisa e dai tratti forti che il governatore ligure ha esposto in più punti salienti presso la sede della Guardia di Finanza di Molo Giano.

Alle 9 mila pagine che compongono il faldone nelle mani degli inquirenti e che menzionano i nomi degli Spinelli, di Signorini, di Burlando, di Moncada (e di molti altri), ecco che l’ex braccio destro di Silvio Berlusconi ha risposto con 17 fogli che hanno letteralmente colto di sorpresa la Procura.

Mai visto prima

Tale il laconico commento degli stessi inquirenti dopo aver sentito Giovanni Toti. L’arringa difensiva del governatore della Regione Liguria avrebbe peraltro anticipato molte delle questioni che gli ufficiali genovesi avrebbero voluto porre al protagonista del “sistema ligure”. Le domande preparate alla vigilia sarebbero state addirittura 180.

Scandalo Toti, il governatore si difende: “Mai 1 euro per me”
Scandalo Toti, il governatore si difende: “Mai 1 euro per me”

I due principali messaggi nella linea difensiva di Toti: nessuna corruzione e niente dimissioni

Voglio restituire alla mia figura di uomo e di servitore dello Stato la dignità che ho costantemente cercato di preservare

Queste le parole selezionate da Giovanni Toti quali esordio della propria memoria difensiva. La linea con cui il governatore viareggino intende rispondere alle accuse mosse ai suoi danni, e che lo vedono protagonista primo della ribattezzata “tangentopoli ligure”, appare ferrea e strutturata in modo rigoroso.

Sembrano essere due in particolare i messaggi inviati a detrattori e pubblici ministeri. In primis la presa di distanza dal presunto “sistema Toti” fatto di favori, mazzette e corruzione, e in seconda battuta l’assoluta volontà di proseguire il proprio impegno politico, allontanando le voci di dimissioni.

L’eventuale uscita di scena non rientra nei piani del governatore della Regione Liguria, che intende piuttosto difendersi in modo chiaro e con toni veementi. Il rispetto delle regole è il nodo su cui fa leva davanti ai pm, e la distanza tra sfera privata e pubblica resta l’elemento posto in evidenza in numerosi passaggi delle pagine difensive.

Ogni euro incassato ha avuto una destinazione politica: nessun contributo ha prodotto arricchimento o utilità personale a me, agli altri appartenenti al mio partito o a terzi privati

Parole che vogliono sottolineare ancora una volta l’idea di trasparenza che Giovanni Toti avrebbe sempre mantenuto nella propria carriera politica. Anche le cene, gli incontri e le chiacchierate svolte sullo yacht Leila 2 di proprietà del discusso imprenditore Aldo Spinelli, altro non sarebbero state se non occasioni di dialogo e scambio finalizzate a migliorare la situazione politico-economica della Liguria.

Basta conoscere le abitudini di vita e lavoro di Spinelli per sapere che la barca è da sempre utilizzata come succursale dell’ufficio

Questa la breve giustificazione del perché molti “affari” regionali e pubblici siano stati portati a termine sul ponte dell’imbarcazione di Spinelli. La volontà di snellire pratiche e procedure piuttosto lunghe e paludose avrebbe trovato in meccanismi di questo tipo la strada per agevolare investimenti e operazioni volte sempre a favorire la Regione.

Un quadro complessivo costruito da Giovanni Toti e dai suoi legali per tentare di depurare l’immagine di corruzione piovutagli addosso, e al tempo stesso allontanare dalla propria amministrazione l’ombra di un sistema di favori, scambi e tangenti, che sarebbero stati alla base dell’intera gestione politico-finanziaria ligure.

Resterà ora da capire quanto di ciò che Toti ha dichiarato potrà essere comprovato da risultanze più concrete, e quanto invece le migliaia di carte in possesso dei procuratori di Genova porteranno alla luce. Il capitolo finale di tutta questa vicenda appare dunque per il momento ancora piuttosto lontano.

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Conclusione: nuova tappa dello scandalo Toti, con il governatore ligure che si difende e afferma di non aver mai preso neppure 1 euro

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