Scandalo Toti, i protagonisti: l’84enne Aldo Spinelli e il figlio Roberto
Ogni giorno che passa lo scandalo Toti si allarga, si colora di nuovi aspetti e si arricchisce di particolari. Oltre a Giovanni Toti, governatore della Liguria e indiscusso protagonista dell’intera vicenda, i nomi cardine del caso sono senza dubbio quelli di Aldo e Roberto Spinelli.
Motore dell’intero quadro di affari sarebbe, secondo molti, proprio l’imprenditore calabrese di 84 anni. Sentito dal gip al pari del figlio Roberto, Aldo Spinelli ha però raccontato di essere stato preso in giro da Giovanni Toti, mostrandosi vulnerabile e in balia delle decisioni prese dagli altri attori di tutta questa vicenda.
Una personalità ingombrante, tante conoscenze e molti agganci: questo il profilo che emerge studiando la figura di Aldo Spinelli. Detto U’ scio’ l’imprenditore di Palmi è noto per le concessioni portuali, le sovvenzioni ai partiti, gli appartamenti lussuosi, la passione per gli orologi e il calcio: tutti ingredienti che delineano un identikit poliedrico, pieno di abilità e disposto a tutto per le proprie finalità.
Aldo Spinelli e il figlio Roberto: chi sono e come sono coinvolti nello scandalo Toti
Detto il Sciò, Aldo Spinelli è un imprenditore calabrese di nascita ma ligure di adozione. 84 anni compiuti a gennaio per l’ex camionista fattosi da sé con una vita di lavoro condita anche da vizi e da tante conoscenze importanti, soprattutto nel campo intricato della politica italiana.
La persona di Spinelli, al pari di quella del figlio Roberto, è tra le principali protagoniste dello scandalo Toti. L’affaire che ha travolto e sta tutt’ora sconquassando i vertici politici ed economici di tutta la Liguria vede tra i suoi attori chiave proprio i profili dei due imprenditori, padre e figlio.
Da una parte Aldo, commendatore della Repubblica nel 1990, uomo d’affari, self-made-man e oggi grande operatore mondiale nel settore dei trasporti marittimi. Dall’altra il figlio Roberto Spinelli, 53enne laureato in legge e molto vicino agli affari del padre, nelle cui aziende ricopre ruoli di vertice e di amministrazione.
Caratteri decisi, specie quello di U’sciò, e accomunati da alcune grandi passioni. Quella per gli orologi di lusso, soprattutto svizzeri, di fatto fa seguito a quella per il calcio, argomento principe di molte interviste rilasciate da Roberto Spinelli, più ritroso rispetto al babbo a comparire di fronte a microfoni e telecamere.
Aldo Spinelli fu presidente del Genoa negli anni ’90, e poi del Livorno calcio dal 1999. Una proprietà mantenuta per oltre 20 anni, sino al settembre 2020 e alla cessione a Rosettano Navarra. Il classe ’40 ha comunque mantenuto un 10% di quote nella società sportiva toscana.
L’abilità imprenditoriale trovò però terreno particolarmente fertile intorno al porto. Proprio in tema di concessioni portuali e appalti legati al molo genovese, arrivò il successo economico di Spinelli. Le capacità economico-finanziarie al pari degli interessi nel mondo del pallone fornirono a U’sciò l’opportunità di entrare in contatto anche con il complesso mondo della politica.
Proprio il finanziamento ai partiti è stato un’altra delle costanti della vita e dell’attività di Aldo Spinelli. Lo stesso calabrese ha ammesso più volte di aver sostenuto molti gruppi politici, specialmente collocati nella Destra italiana.
Ho dato soldi a tutti, pure alla Bonino. Se me lo chiedono finanzio anche il Pd
Con queste parole lo stesso Aldo Spinelli ha però confermato di non avere paraocchi, ma di essere propenso a trovare soluzioni che possano far contenti un po’ tutti. Insomma un uomo con una spiccata mentalità imprenditoriale, e pronto (forse) a tutto pur di raggiungere i propri obbiettivi.
Aldo Spinelli scarica Giovanni Toti: padre e figlio sentiti dal gip sullo scandalo nella Regione Liguria
Entrambi gli Spinelli sono stati sentiti dal gip Paola Faggioni nelle ultime ore. I due interrogatori di garanzia sono durati circa un’ora ciascuno, e parrebbe essere emersa in modo chiaro la linea difensiva promossa dai legali dell’esperto imprenditore calabrese.
Nonostante la personalità poliedrica e i modi istrionici, Aldo Spinelli coadiuvato dal proprio legale, il dottor Vernazza, ha raccontato molto durante il proprio colloquio davanti alle autorità incaricate di fare chiarezza sull’intera vicenda.
La linea difensiva impostata dal classe ’40 sembrerebbe orientata a mostrare l’immagine di una figura sola, ma che per le proprie conoscenze e abilità era cercata, pressata e tirata in ballo da tantissimi nomi della Genova bene, sia del mondo politico sia di quello economico-finanziario.
Mio padre è stato tirato per la giacchetta da tutti, anche da Toti e da Signorini, con cui non sapevo che il rapporto fosse diventato così forte
Queste le parole pronunciate da Roberto Spinelli davanti al gip ligure. Dichiarazioni che sembrerebbero confermare un quadro di aiuti, finanziamenti e sostegni economici in cui il padre, Aldo, era un po’ la mano manovrante e il corruttore principe a cui in molti si rivolgevano.
Tra questi “molti” campeggia senza alcun dubbio anche il profilo di Giovanni Toti. Papà e figlio Spinelli sembrano a questo punto scaricare il governatore ligure, dicendosi presi in giro dallo stesso ex membro di Forza Italia.
Sono stato preso in giro da Toti
Questa la posizione difesa dalla coppia di imprenditori, che sottolinea come Toti non avrebbe mantenuto le promesse fatte a suo tempo. Un racconto accurato e preciso, probabilmente portato avanti in modo un po’ vulcanico come si conviene al personaggio, ma ricco di dettagli, di nomi e di cifre.
In tal senso su tutte ecco i famigerati 74 mila euro “prestati” a Giovanni Toti per agevolare delibere, concessioni portuali e fornire favori di vario tipo. Emblematica in questa direzione la figura di Paolo Signorini, uomo vicino al presidente di Regione e profilo a capo dell’Autorità portuale.
Somme di denaro, ma anche periodi di villeggiatura in lussuosi resort a Montecarlo (circa 22 weekend) e il saldo per il servizio catering al matrimonio della figlia, gli Spinelli le avrebbero fornite anche all’amico Signorini, all’epoca in difficoltà. In cambio ecco la proroga trentennale della concessione portuale al terminal Rinfuse. Un successo economico ricco di zeri per le ditte facenti capo ad Aldo Spinelli.
Altra vicenda chiave all’interno dello scandalo Toti è certamente quella della spiaggia di Punta dell’Olmo a Varazze. Gli Spinelli hanno raccontato in modo prolungato e approfondito ai pm della volontà totiana di privatizzare tale area balneare, su cui Roberto aveva pronto un progetto immobiliare importante, concretizzato nella creazione di appartamenti di lusso ultra moderni.
La direttiva europea sulle coste marittime però vincolava parte di quel tratto di spiaggia, rendendo di fatto Punta dell’Olmo non privatizzabile. Questo sembrerebbe il succo del racconto fatto da Aldo e Roberto Spinelli, a cui dunque Toti avrebbe mentito promettendo invece ben altro esito.
Ho detto tutto, tutto. Credo di meritarmi la libertà
Queste le concise dichiarazioni con cui Spinelli senior ha liquidato i giornalisti in attesa di un suo commento dopo l’interrogatorio davanti al gip. Uno sfogo a tutto tondo dunque quello mandato in scena da parte dell’imprenditore calabrese, che si è peraltro lasciato andare pure al racconto di episodi suggestivi.
Sai che me lo ha fatto Bassetti in persona
Il riferimento pronunciato da Aldo Spinelli è al richiamo del vaccino contro il Covid-19. Dose, racconta l’ex patron di Genoa e Livorno, iniettatagli direttamente da Matteo Bassetti, primario dell’Ospedale San Martino e noto infettivologo.
Competenza e responsabilità di Roberto invece sarebbe stato il coinvolgimento diretto dell’ex procuratore genovese Francesco Cozzi. Personalità prescelta a causa della propria competenza tecnica in materia di concessioni portuali, ma collaborazione oggi al vaglio degli inquirenti.
Al pari di quest’ultima parentesi, anche l’indagine sulle mascherine sta entrando nel vivo. L’ipotesi al momento sotto la lente di ingrandimento dei procuratori di Genova è quella di frode, per una cifra pari a 1 milione e 200 mila euro. La fornitura di mascherine durante la fase più acuta di pandemia non avrebbe seguito i corretti canali istituzionali.
Diverse intercettazioni telefoniche mostrerebbero in tal senso un piano volto a sostenere interessi e possibilità di guadagno di alcune aziende specifiche e conniventi con gli organi di vertice della stessa Liguria.
Conclusione: si gonfia ancora lo scandalo Toti. Grandi protagonisti ne sono l’84enne Aldo Spinelli e il figlio Roberto
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