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Stabile di Napoli: via De Rosa, arriva De Fusco

Polemiche nel capoluogo campano per la sostituzione in corsa del direttore artistico, che aveva un contratto fino al 2013 C’è chi parla apertamente di spoil system, ovvero del sistema – invalso soprattutto nei Paesi anglosassoni – di sostituire i vertici delle istituzioni pubbliche a ogni cambio di maggioranza. Sta di fatto che il Consiglio di amministrazione dello Stabile di Napoli (comprendente i teatri Mercadante e San Ferdinando), riunitosi il 20 dicembre, ha revocato il mandato al direttore artistico Andrea De Rosa (pur dotato di un contratto "a progetto" fino al 2013), nominando a suo posto il collega Luca De Fusco, a sua volta dimissionato in primavera dallo Stabile del Veneto dopo un decennio di collaborazione. Al suo posto era stato scelto Alessandro Gassman. Un giro di poltrone, insomma, che si fa addirittura vorticoso con la recente nomina di Gabriele Lavia a Roma.

La sostituzione in corsa di De Rosa, che pure era stata in qualche misura preannunciata la scorsa primavera, ha destato tuttavia sorpresa, dal momento che lo stesso Cda gli aveva appena confermato piena fiducia approvando all’unanimità – lo ha ricordato lo stesso De Rosa in una conferenza stampa improvvisata – l’intera stagione 2010-2011 e persino alcuni progetti pluriennali, come quello con l’Odeon di Parigi, cofinanziato dall’Unione europea, e l’ingresso dello Stabile partenopeo nell’Unione dei Teatri d’Europa.

Il Cda ha motivato la sua decisione – come si legge nel comunicato emesso al termine della riunione – con "l’esigenza (…) di migliorare il rapporto tra autofinanziamento e contributi pubblici, attesa la tendenziale contrazione di questi ultimi per effetto della grave situazione economica in atto". In pratica, De Fusco sarebbe più capace di De Rosa nel convogliare sullo Stabile partenopeo sovvenzioni e finanziamenti. Una tesi che naturalmente andrà verificata in concreto nei prossimi mesi. De Fusco resterà in carica per i prossimi cinque anni.

Rimane comunque il sospetto – che De Rosa, e non solo lui, cita apertamente – di una decisione presa soprattutto su stimolo politico. L’organismo si è compattamente espresso con i voti favorevoli al cambio dei consiglieri Sergio Sciarelli, Laura Angiulli, Giulio Baffi, Francesco Barra Caracciolo e Giuliana Gargiuglo. Contraria invece la sola consigliera Angela Maria Azzaro, che ha anche annunciato le proprie dimissioni in segno di protesta.

"Tutto… ma non dite che avete agito per il bene del teatro", è stato il messaggio che De Rosa ha inviato al Cda. Il regista, intervistato dal Mattino, ha preannunciato un’azione legale e una richiesta di risarcimento danni.

In acque agitate si dibatte anche un’altra storica sala partenopea, il teatro Trianon Viviani. Il suo direttore artistico, il popolare cantautore Nino D’Angelo, è stato dimissionato – ancora una volta fra le polemiche – a fine settembre. Per il futuro del teatro, che si avvia a compiere il secolo di vita, si è parlato di una futura rinascita come tempio della canzone tradizionale napoletana, ma i suoi nove dipendenti – in assemblea permanente dal febbraio scorso – non hanno ancora registrato alcun atto concreto.

Regione e Provincia, che possiedono lo stabile, sono tornate recentemente a rilanciare l’ipotesi. Il presidente del Consiglio provinciale, Luigi Rispoli, ha annunciato per il 27 dicembre la convocazione dell’assemblea dei soci per la nomina di un nuovo Cda, che dovrebbe in seguito dare vita a una fondazione, partecipata anche dal Comune e dalla Camera di Commercio. Si vedrà, ma intanto non pare davvero un sereno Natale quello che si annuncia per le istituzioni teatrali partenopee. (enzo fragassi)

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