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Ubik di Philip K. Dick e il dilemma della realtà.

Ubik di Philip K. Dick, la fantascienza come dimostrazione per assurdo della realtà.

Philip Kindred Dick “il visionario fra i ciarlatani” (Chicago, 16 dicembre 1928 – Santa Ana, 2 marzo 1982), scrittore statunitense.

La difficoltà principale che ho riscontrato nell’analisi di Ubik di Philip K. Dick e nella sua comprensione è stata: come faccio a tradurre in termini logici e comprensibili qualcosa di assurdo?

Ubik è infatti un libro in cui Dick pone la classica dinamica della fantascienza moderna: due piani della realtà intersecati di cui uno stabile e l’altro in costante mutamento.

Questo schema in Ubik è riempito da una trama volutamente e fortemente simbolica e mistica. Ubik ci pone di fronte ad un problema quanto mai attuale come quello della descrizione della realtà. Essa è assurda tanto quanto Ubik ma è decisiva nella sua comprensione la sua traduzione in termini logici. Come è facile immaginare nella sua traduzione, noi uomini come amanuensi medievali, ci mettiamo il nostro, indelicato, tocco.

Il mio commento dunque su Ubik non potrà essere preciso e probabilmente tenderà ad avvalorare le mie ipotesi e sensazioni, in quanto uomo necessito di conferme, come Joe Chip, il protagonista del libro, come anche Glen Runciter cooprotagonista e a tratti deus ex machina (non risolutore) dell’opera.

Ubik di Philip K. Dick, il contesto culturale in cui nasce: tra beat generation e ribellione alla ricerca di un futuro nuovo

Ubik di Philip K. Dick, la cui prima edizione esce nel 1969, è un libro che ha un fortissimo legame con la sua epoca e il suo autore. Per molti, in particolare con Ubik, Dick anticipa lo stile post moderno e si colloca sull’onda lunga del movimento della Beat Generation. Risulta difficile però per quanto riguarda il mio giudizio comprendere quanto ascrivere in contenitori un’opera assurda sia intelligente. Come dicevo prima ogni tentativo di dargli una sistemazione logica risulterà fuorviante sul suo reale significato che è volutamente soggettivo e non assolutizzabile.

In Ubik, Dick cerca di dimostrare per assurdo la realtà ma senza voler dare una valenza logico-formale al suo discorso. Un modus operandi simile, per darvi un’idea, lo potete trovare in guida galattica per gli autostoppisti di Douglas Adams. Per quanto concerne l’influenza del gassoso movimento della beat generation sull’opera è indubbio che sia presente per quanto Dick non provò per più di una volta la leggendaria LSD, vero e proprio emblema del movimento. Dick infatti rimase scioccato dal ”bad trip” che fece e non la utilizzò mai più.

Tuttavia è forte l’influenza delle metanfetamine e degli psicofarmaci, di cui era assiduo consumatore, nell’opera. Abbiamo ad esempio distributori di queste sostanze sparsi un po’ ovunque nella realtà distopica da lui descritta. L’utilizzo di queste sostanze poi traspare dallo stile paranoico con cui la trama avanza, fatto di fiammate e di pause, di colpi di scena basati sulle continue congetture di Joe Chip che a tutti gli effetti è la personificazione di Dick nel libro.

Ubik di Philip K. Dick, il rapporto con il capitalismo

In Ubik, Dick infonde un’indubbia forte critica alla società capitalista. Da una prospettiva del conflitto il mondo che egli descrive è una realtà dove tutto è a pagamento e si vive in dei condapp aderenti al proprio reddito. Emblematica in tal senso è la scena in cui Joe Chip litiga con una porta che non si vuole aprire senza essere pagata. La prospettiva di un mondo totalmente a pagamento è quanto mai attuale, Dick però si sbagliava: non sono le monete a pagare le cose ma il vedere pubblicità, oramai ovunque, anche nel bel mezzo della nostra canzone preferita, oppure sulla tv dove i programmi sono diventati un intercalare tra una reclame e l’altra.

 di Ubik di Philip K. Dick, l’ambientazione

La storia si svolge nel 1992, nel futuro rispetto al momento in cui scrive Dick. In questo futuro lo spionaggio industriale è diventato una battaglia senza freni. Gli uomini hanno scoperto talenti psi e anti-psi con cui possono intellegere le altre menti o fermare questo processo: la natura, egli specifica, si pareggia sempre. L’altro elemento assurdo e distopico sono i Moratorium, dove le persone per un dato lasso di tempo possono sostare in uno stato di semi-vita e comunicare con i propri cari in attesa di rinascere.

Ubik, cos’è? a cosa serve? é soltanto uno spray?

Dick descrivendo Ubik, in teoria uno spray stabilizzatore della realtà a ionizzazione negativa, dice: “Ubik: io sono vivo voi siete morti” e ancora: ” prima che l’universo fosse, io ero”. Quindi Ubik è forse l’unico elemento vivo e che ha potere sulla realtà di tutto il romanzo, gli uomini ne sono succubi e ne necessitano per non deteriorarsi in semi-vita. (Forse anche in vita?). Se partiamo dall’assunto che la natura è fatta di pesi e dei corrispettivi contrappesi allora si potrebbe giungere a pensare che Ubik è vita e l’uomo non-vita in quanto non si determina e resiste senza Ubik. Tuttavia si potrebbe affermare anche che Ubik è il Dio di cui va in cerca da sempre l’uomo. Imprescindibile solo quando desiderato, necessario solo quando immaginato, influenza e allo stesso tempo materia densa di cui è fatto il destino.

 Ubik di Philip K. Dick, i personaggi  principali di

I personaggi principali sono i già citati Joe Chip e Glen Runciter. Quest’ultimo è proprietario di un agenzia anti-psi, per difendersi dagli attacchi cinetici degli psi. Joe Chip oltre ad essere il più fedele collaboratore e il delfino di Runciter è colui che si occupa della selezione e della catalogazione dei talenti anti-psi. Personaggio meno importante ma da sottolineare è il misterioso Roy Hollis, proprietario di un’agenzia psi, nemico dei due protagonisti, che mai si vede, se non per un attimo su un videocitofono. Egli col suo attentato a Joe, Glen e alla loro squadra sulla luna dà il via al corpo centrale della narrazione ma non interviene mai in prima persona.

La squadra invece non gode di grandi descrizioni eccezion fatta per Pat Conley, un personaggio particolare, secco e freddo nei modi. Essa viene scoperta da uno degli scout di Runciter e detiene un talento unico anche in un mondo come quello descritto. Pat sa muovere il tempo variandone il passato, rendendo presenti diversi da quelli che si stavano vivendo.

Non è chiaro come ma è pur certo che il talento lo ha, tanto che nel blocco narrativo dove i personaggi si trovano ad indietreggiare nel tempo inesorabilmente fino al 1939, essa si sente responsabile e diventa addirittura profondamente sadica. Non è lei la colpevole ma le piace pensarlo e non fa nulla per aiutare i suoi compagni, anzi alimenta l’equivoco di una sua presunta colpevolezza.

Ubik di Philip K. Dick: la trama, lo stile.

La trama, presa un piano della realtà per volta, è sicuramente poco densa di descrizioni e viaggia spedita tra congetture continue, incertezze multiple, colpi di scena e tradimenti. In Ubik Philip K. Dick racconta l’epopea a cavallo fra vita, vita percepita come tale e semi-vita di Joe Chip ,che con la sua squadra e il capo Glen Runciter viene fatto saltare in aria durante una missione sulla luna. L’unico a salvarsi è Glen Runciter. Gli unici a salvarsi sono i componenti della squadra con Joe Chip.

Da questo equivoco nasce la storia che si sviluppa in maniera gassosa e indefinita alla scoperta prima delle incongruenze della realtà percepibile e poi delle manifestazioni di Glen Runciter per aiutare la sua squadra a comprendere dove si trova e come fare a resistere allo strano fenomeno che gli accade. I personaggi infatti vivono una continua regressione del tempo. Essi iniziano a morire di una morte terribile, in solitudine nel gelo, prosciugati di tutta l’energia che un corpo può contenere.

Ubik, Jody, Pat, chi uccide i personaggi?

Chi è a fare loro questo? si può fermare questa decadenza? chi è vivo? chi è morto? Ubik (ubiquità) è l’oggetto, solo e unico, che può far resistere la materia al decadimento temporale. Jody invece è l’anima di un ragazzo che aleggia in uno stato particolare di semi-vita. Lui sarà il vero antagonista della storia. Non è però chiaro quale sia il suo scopo: nutrirsi delle energie degli altri semi-vivi o essere il vero e proprio Dio di questa realtà.

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Ubik di Philip K. Dick, il commento.

Ubik è la bibbia degli assurdisti, un libretto di fantascienza per i pragmatici. Bisogna stare attenti ad esprimere opinioni decise e a non porsi in nessun polo estremo fra quelli precedentemente citati per poterlo apprezzare per quello che realmente è: qualcosa di cui non abbiamo bisogno. Riflettere sulla realtà nel mondo moderno vuol dire ormai finire impelagati nel relativismo più spiccio come risposta ad ogni quesito. Ecco, Ubik non risponde a nessuna domanda metafisica, non da soluzioni pratiche per un quotidiano migliore, non aiuta il tuo animo a placare l’insano vizio di idolatrarsi o sminuirsi. Non aiuta ad avere più diritti nel mondo, non combatte alcuna battaglia. Ubik non è una soluzione bensì un quesito, aperto e informe, assurdo e caparbio nell’insinuarsi nel tuo animo.

Ubik ti fa domandare: la mia realtà di chi è? chi è il mio Jody? il mio Ubik? e il mio Glen Runciter? Schivando il relativismo tutte domande che non dobbiamo mai smettere di porci. Ora che immersi nelle fake news, nel traffico, nella fretta e nello stress non sappiamo più cosa sia vero, spruzziamoci un po’ di Ubik. Arrendiamoci al non aver risposte, piuttosto che darne di false. Riuscendo, per una volta, ad esser più positivi noi che il nostro ragionamento.

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