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Arte

Ugo La Pietra alla Triennale di Milano

Ugo La Pietra è l’esempio di uomo italiano di altri tempi. Sguardo serio e garbato, il sottile sorriso che spunta sotto i baffi quando la Presidentessa della Triennale presenta la mostra alla stampa, elogiando la sua persona e la sua professionalità.

Il suo essere sempre stato “operatore estetico”, osservatore della città e designer situazionista, gli ha permesso di realizzare opere ispirate dall’uso comune. In un’epoca in cui si parlava di industrializzazione e si produceva in serie, La Pietra si era dovuto inventare sinonimi per non sentirsi troppo fuori dal tempo. Così “artigianato” diventava “fatto ad arte”, ad esempio.

La mostra personale, allestita alla Triennale di Milano da oggi fino al 15 febbraio 2015, è un percorso inedito di tutta la produzione di Ugo La Pietra. Con questa mostra la Triennale vuole omaggiare un uomo che rappresenta tutto ciò che di buono c’è nell’estro creativo italiano: la lungimiranza di anticipare i tempi, la voglia di disequilibrare, la capacità tutta nostrana di travasare le conoscenze di una disciplina nell’altra, unendo di tutte i tratti più prolifici.

Lo si vede costantemente in mostra: dal progetto per la discoteca della fine degli anni Sessanta alla ricerca sociologica sull’uomo e “il desiderio dell’oggetto” per la sua abitazione, fino alle opere più recenti che guardano alla città deturpata come a un pezzo di argilla ancora da plasmare.

Ciò che si può dire di una mostra che va vissuta più che descritta, perchè pregna di punti di ispirazione, è che la curatela di Angela Rui, che ha lavorato a stretto contatto con La Pietra e il suo studio, svolge il ruolo di una narrazione ed è un esempio di come un curatore appassionato riesca a trasmettere la qualità di un lavoro in cui crede profondamente.
Nonostante le opere siano datate dagli anni Sessanta ad oggi, anche grazie alle videoinstallazioni di Lucio Lapietra, la lettura dell’insieme è fresca e affascinante e ci porta intimamente alla nostra identità popolare, aprendoci gli occhi sul legame continuo che vi è tra le botteghe rinascimentali e i tentativi degli ultimi anni di tornare a una produzione artigiana e a Km0.

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