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Guerra in Medioriente, USA e UE spingono per una forza di peacekeeping a Gaza

Stati uniti ed Europa studiano la possibilità di inviare nella Striscia una forza di peacekeeping internazionale, al fine di placare il lungo mese di violenze al quale non sembra mai fine. La guerra in Medioriente, in cui le forze armate d’Israele promettono duri scontri anche a costo di migliaia di vite civili inermi, pare non concludersi nel breve periodo.

Di fronte alla strenua opposizione delle IDF (e del governo di Benjamin Netanyahu in particolare) di non attuare alcun cessate il fuoco, c’è però la proposta militare di USA e Ue circa l’introduzione a Gaza di una forza di peacekeeping al fine di scongiurare ulteriori e più gravi lutti.

Una forza di peacekeeping per fermare Israele nella Striscia: USA e UE accelerano

Sebbene sia molto difficile, la fine delle ostilità potrebbe giungere dalla proposta di USA e Ue di istituire una forza di peacekeeping a Gaza. Nelle ultime ore i contatti tra le cancellerie di Bruxelles e Washington si sono intensificate e per questo ora si stanno abbozzando le prime idee su come si possa cercare di fermare una nuova ed inutile strage tra soldati israeliani e civili palestinesi, costretti a fare da scudi umani per Hamas.

Pur sapendo bene che Israele e Netanyahu (sempre impegnato a portare a casa dei risultati politici soprattutto di fronte alle famiglie degli ostaggi rapiti), Stati Uniti ed Unione Europea riterrebbero però utile provare a parlarne. Questa idea può spingere lo stesso governo di Bibi Netanyahu a sospendere l’offensiva terrestre e prendere in considerazione il futuro della Striscia.

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Una forza di peacekeeping a Gaza: Netanyahu dice no, ma UE e USA ci provano lo stesso

Sempre al Palazzo di Vetro, gli USA si stanno accorgendo di essere sempre più da soli a supportare Israele, dopo che il loro mancato veto sulla risoluzione che impegna ad un cessate il fuoco le forze armate dello Stato Ebraico non h cambiato la situazione. Ecco dunque che si stanno studiando all’ONU diverse soluzioni basandosi su modelli già presenti in altre zone del mondo dove persistono conflitti.

Secondo le fonti di Bloomberg, tra le ipotesi valutate un potenziamento della stessa Onu per la supervisione della tregua, creata nel 1949 dopo il primo conflitto arabo-israeliano. Altri modelli da replicare potrebbero essere la spedizione militare a guida Kenya per ripristinare la sicurezza ad Haiti o la missione UNOSOM I, UNOSOM II e UNITAF in Somalia negli anni ’90 nella lotta contro i miliziani di Al-Shabab.

Come funzionerebbe questa forza di peacekeeping?

Questa eventuale ipotesi prevedrebbe un contingente di non meno di 20.000 uomini, provenienti dalle varie forze armate nazionali europee e statunitensi. Negli uffici di pianificazione degli Stati maggiori sono già all’esame possibili schemi di intervento. Dunque, non lontano dalla missione in Libano nel 1982 e del più recente 2006.

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USA e UE propongono per Gaza una forza di peacekeeping come quella in Libano nel 1982 (nella foto soldati italiani della missione all’epoca fortemente voluta dall’ONU)

Emergono però forti criticità: innanzitutto servirebbe un massiccio supporto navale per qualsiasi rifornimento. Oltre a unità di combattimento per contrastare eventuali attacchi terroristici, sarebbero necessari anche reparti di polizia militare per tutelare la sicurezza dei cittadini, ospedali da campo e formazioni del Genio Militare per ripristinare i servizi fondamentali come le infrastrutture energetiche: una missione ad alto rischio e con costi non ancora stimati ma presumibilmente molto alti.

Israele (ed i Paesi arabi) rifiutano la proposta euro-atlantica di una forza di peacekeeping

La proposta di una forza di peacekeeping targata USA-UE non riceve molto consenso da parte dell’uno e dell’altro schieramento. Il primo a rifiutare categoricamente questa alternativa è appunto lo Stato Ebraico: Israele se dimostrasse di accettare questa soluzione ed in particolare il premier Netanyahu rappresenterebbe un segno evidente di arrendevolezza di fronte ai partners occidentali.

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La Lega Araba in blocco respinge la proposta euro-atlantica di una forza di peacekeeping a Gaza

La forza di peacekeeping non metterebbe tranquilla neanche la galassia arabo-musulmana che circonda Israele, in quanto sarebbe totalmente a favore dello Stesso Stato Ebraico. Tutti gli Stati membri della Lega Araba, noti sponsor dei palestinesi (ed alcuni della stessa Hamas), rimangono fermi sulla richiesta di un cessate il fuoco che plachi le sofferenze del popolo palestinese.

Conclusioni USA e UE spingono per una forza di peacekeeping

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