Spettacolo,  Cinema

Vincent Cassel: i10 ruoli da vero bastardo

Quasi trent’anni nel mondo del cinema, più di cinquanta film girati e l’alloro del gossip grazie alla relazione con Monica Bellucci: Vincent Cassel è stato in Francia, ai suoi esordi, l’emblema del cinema di ricerca ed è diventato oggi il suo volto più riconosciuto al mondo, raccogliendo l’eredità del più scanzonato Gérard Depardieu.

vincent cassel I ruoli che hanno meglio valorizzato il suo fascino rude e seducente

Si è imposto nel cinema francese e mondiale grazie al suo ghigno, al suo volto rapace, da sparviero, allo sguardo acuminato, al talento muscolare e alla capacità straordinaria di interpretare personaggi in bilico tra la perversione e l’amor fou, diventando un vero e proprio idolo romantico degli ultimi decenni, una sorta di Heathcliff del 2000, rigorosamente ‘dannato’ e perennemente sopra le righe. Un fascino che l’ha portato a Hollywood nel 2004, da allora collabora con i più grandi registi americani di oggi: Soderbergh, Aronofky, Cronenberg, Xavier Dolan. 

Ecco i 10 migliori ruoli da ‘bastardo senza gloria’ dell’attore francese:

L’odio (1995) di Mathieu Kassovitz: il primo grande film sui conflitti tra ribelli della banlieu parigina e la polizia, amaramente preveggente rispetto alla cronaca. Un film lucido e spietato, privo di fronzoli retorici e di facili schematismi. Nel’affascinante e quasi filosofico ritratto del gruppo di ventenni ribelli- abulici ma con spazzi di violenza come i protagonisti del coevo Trainspotting – emerge la figura di Vinz (Cassel): il più rabbioso e allucinato dei tre, la scena dello specchio in cui l’allora giovanissimo attore puntava il dito a mò d’arma da fuoco contro lo specchio (palese omaggio a Taxi Driver) è una delle icone del malessere delle periferie.

Dobermann (1997) di Jan Kounendopo L’appartamento, il secondo film girato in compagnia dell’ex Monica Bellucci. Nel film di Jan Kounen, un barattolo di ultraviolenza spremuto male e debitore dell’estetica tarantiniana emerge Yann Le Pentrec interpretato da Cassel: spietato e adrenalinico criminale, quasi fumettistico nelle pose da grand villain di nero-pelle vestito. Il Cassel più sadico e parodistico.

Giovanna d’arco (1999) di Luc Besson: un ruolo inevitabilmente non da protagonista per Vincent Cassel, qui nei panni di uno dei più celebri serial killer della storia: Gilles de Rais, che si narra abbia ispirato la figura di Barbablù al favolista La Fontaine. Cassel gli dà un volto ironico e carico di erotismo, lontano dall’immagine del libertino e sadico assassino e più vicino a quella di un godereccio De Sade

Birthday Girl (2001) di Jez Butterworth: Un timido impiegato cerca una ragazza su internet (pratica allora agli albori) e si ritrova presto in casa una giovane e bellissima russa apparentemente perfetta per la sua ‘funzione’. Peccato si tratti di un inganno ordito da alcuni complici della ragazza che desiderano sfruttare la situazione a loro piacimento. Uno di questi è Alexei, interpretato da Cassel, violento col protagonista e sardonicamente minaccioso con il povero sventurato vittima degli eventi. Vincent Cassel è qui alle prese con un esercizio di stile grottesco, la mimesi del criminale russo è efficace e minacciosa.

Irréversible (2002) di Gaspar Noéuno dei film più violenti, criticati e censurati degli ultimi anni, sopratutto per la violentissima scena dello stupro subito dal personaggio interpretato da Monica Bellucci e premiato al 55° Festival di Cannes. Cassel si vendica della violenza subita dalla fidanzata attaccando il presunto stupratore brandendo un estintore: in uno dei momenti più violente del cinema anni ’90, che deve aver ispirato alcune scene dei futuri film di Nicolas Winding Refn.

Derailed-Attrazione fatale (2005) di Mikael Håfström: Qui Cassel è il feroce killer LaRoche che ricatta un noto pubblicitario scoperto a letto con una donna che non era sua moglie. Cassel è un cattivo classico con tutti i cliché: il dolcevita, cieco da un occhio e munito di super cicatrice sul lato sinistro del viso. Un balordo sui generis che magnetizza lo sguardo dello spettatore in un film altrimenti poco interessante.

Sheitan (2006) di Kim Chapironpellicola horror piuttosto stonata ed eccessiva. Anche in questo è proprio Cassel a salvare un film alla lunga prevedibile nei suoi meccanismi narrativi: un allievo di satana, clownesco, sadico e  completamente folle che organizza una cerneficina per il giorno di Natale. Horror Santa Claus.

La promessa dell’assassino (2007) di David Cronenberg: in questo noir e atipico mafia movie Cassel è Kiril, figlio ubriacone di un boss della malavita russa Semyon che ha combinato troppi misfatti che non possono essere portati in superficie per il bene della banda. Cassel qui è beffardo e viscido come non mai e perfetto nel ruolo del figlio con il complesso paterno che interpreterà – seppure con un personaggio diversissimo – nel successivo film di Cronenberg, A dangerous method.

 A Dangerous Method (2011) di David Cronenberg: Nello ‘psicodramma’ dedicato al conflitto tra Jung e Sigmund Freud emerge un terzo incomodo, Otto Gross, anarchico interprete delle teorie del padre della psicanalisi, individualista e dallo stile di vita sfrenato e dissoluto. Un ruolo vestito a pennello da Cassel, qui primo estremo vertice di una tensione sessuale che emerge pian piano nel corso della narrazione ‘contaminando’ (in pieno stile Cronenberg) i due amanti protagonisti della vicenda: Carl Jung e Sabina Spielrein.

Jason Bourne (2016) di Paul Greengrass: Vincent Cassel è Asset, antagonista principale di Jason Bourne, ex sicario della CIA tornato in azione dopo una lunga pausa. L’attore francese, ormai cinquantenne, è qui un villain maturo e caustico, qui motore centrale della saga di spionaggio più celebre degli anni ’00. Sarebbe stato interessante vederlo come temibile avversario in un vecchio film di James Bond. Chissà quali saranno, nei prossimi anni, nuovi ruoli da ‘vecchio’ bastardo.

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