il maestro di vigevano
Cinema,  Spettacolo

60 anni fa la prima proiezione del film “Il Maestro di Vigevano”

Il cinema italiano ricorda i 60 anni della prima proiezione del film “Il Maestro di Vigevano“. Un lungometraggio non molto conosciuto al grande pubblico italiano, in quanto contemporaneo di altri film ben più cult del periodo. “Il Maestro di Vigevano”, infatti, fu girato nel 1963 presso la città lombarda all’epoca capitale italiana e non solo dell’industria calzaturiera.

Il film è tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore vigevanese Lucio Mastronardi, che lo consacrò nel panorama letterario nazionale. Il film “Il Maestro di Vigevano”, presentatosi come una descrizione del boom economico nella cittadina calzaturiera lombarda, ad anni di distanza è di fatto uno degli ultimi esempi di neo-realismo cinematografico.

Sessant’anni dalla prima de “Il Maestro di Vigevano”, un film tutto originale

Esattamente 60 anni fa, il 21 dicembre 1963 al teatro cittadino “Antonio Cagnoni” di Vigevano veniva proiettato per la prima volta il film Il Maestro di Vigevano. Sotto la regia di Elio Petri, il lungometraggio è ambientato nella cittadina lombarda che all’epoca stava vivendo il suo periodo di sviluppo economico migliore di sempre.

La trama del film ha come cornice la città di Vigevano. In quel momento, infatti, il boom economico della calzatura attira molti lavoratori del circondario ma soprattutto dal Mezzogiorno. Uno dei pochi a non avere a che fare con il mondo dell’industria calzaturiera è appunto il maestro Antonio Mombelli (Alberto Sordi) che insegna presso una delle scuole elementari cittadine, dove non mancano anche lì episodi di carrierismo.

Mombelli non è per niente attratto dalle opportunità di cambiamento di un posto di lavoro in fabbrica e guarda con un po’ di disprezzo soprattutto gli industriali che si sono arricchiti in poco tempo. In famiglia però la moglie casalinga Ada, interpretata da Claire Bloom, ha un debole per la fabbrica e dopo diversi tira e molla inizia a lavorare presso uno dei tanti stabilimento sorti in città.

Claire Bloom nel ruolo della moglie Ada nel film Il Maestro di Vigevano

Rassegnato, anche Mombelli alla fine finisce per essere “contagiato” dalla vivacità dell’industria cittadina e si convince a lasciare l’insegnamento per aprire un calzaturificio assieme alla moglie ed al fratello di lei. Nonostante le potenziali prospettive, Mombelli è totalmente ignaro di cosa comporti un’avventura imprenditoriale e per questo (complici anche alcune strategie aziendali illegali) l’attività va a rotoli.

In compenso, un industriale il cui figlio è un (ex) allievo del maestro, dà una seconda opportunità alla moglie ed al cognato di Mombelli. Verso la prima in particolare il rapporto va oltre le mere questioni professionali e quando l’ex maestro scopre la relazione clandestina tenta un atto estremo ma ci pensa il destino ad evitare un possibile duplice omicidio, in quanto la coppia di amanti muore in un incidente dopo una fuga rocambolesca.

Tornato nel frattempo all’abilitazione di maestro, Mombelli riprende a svolgere l’unica attività che ha sempre saputo fare con grande professionalità e per cui forse il destino ha voluto così.

Il Maestro di Vigevano: un film incompreso ancora oggi

Il contesto in cui si svolge Il Maestro di Vigevano sono gli anni del boom economico che avevano trasformato l’Italia da Paese prevalentemente agricolo a Paese industriale.  La città di Vigevano, incuneata dentro il triangolo industriale Milano-Torino-Genova, non faceva eccezione. Già nel periodo interbellico, ma soprattutto all’epoca del film l’industria calzaturiera rappresentava la prima fonte di lavoro per la popolazione cittadina e non solo.

In pochi anni l’esplosione di industrie legate al mondo della calzatura come la nota Ursus Gomma (sponsor per tanti anni del ciclista Fausto Coppi), rese la città di Vigevano “l’ombelico del mondo” per quanto riguarda il settore. Questo attirò la curiosità di Lucio Mastronardi che compose in pochi anni non uno ma ben tre romanzi all’interno di una trilogia legati allo sviluppo della città e dell’industria della scarpa.

Cartolina della Ursus Gomma all’apice del momento. All’epoca, l’industria vigevanese delle scarpe era al top della produzione nazionale ed internazionale

Prima con Il Calzolaio di Vigevano, poi con Il Maestro appunto e infine con Il Meridionale di Vigevano, Mastronardi volle tentare un’analisi sociologica di un contesto, quello di Vigevano, che in pochi anni era radicalmente cambiato. Il film, avente come protagonista Alberto Sordi nei panni del maestro Antonio Mombelli, uscì alla fine di un 1963 già ricco di altri capolavori cinematografici passati alla storia.

8 e mezzo, Il Gattopardo, Cleopatra, Sedotta e abbandonata, Ieri, oggi e domani, I mostri giusto per citarne alcuni bastano per far sì che Il Maestro di Vigevano all’epoca dell’uscita nelle sale risultasse come un film “di nicchia”. La trama non è certo delle più allegre, ma di fatto ricalca molto una tesi già espressa nel secolo precedente dallo scrittore Giovanni Verga ne I Malavoglia, ovvero che non si può cambiare il proprio destino.

Pietro Mazzarella nel ruolo del prepotente Commendatore Bugatti nel film Il Maestro di Vigevano

Il film, ma soprattutto l’omonimo romanzo, mettono a nudo vizi e virtù della popolazione cittadina e trattano una tematica su cui allora nessuno aveva messo la lente d’ingrandimento: il boom in provincia. Le musiche di Nino Rota contribuiscono a dare una sensazione di malinconia e una continua pressione addosso al protagonista, quasi a personificare l’autore del romanzo.

Il film ispirato al romanzo di Mastronardi, infatti, contrariamente ad altri critici dell’epoca, provocò molto sdegno tra i suoi concittadini che tramite alcuni personaggi come il commendator Bugatti, interpretato dal celebre Pietro Mazzarella, si sentivano molto rappresentati e forse molto imbarazzati.

il maestro di vigevano
Alberto Sordi in Piazza Ducale a Vigevano durante le riprese del film Il Maestro

Il Maestro di Vigevano in ogni caso a distanza di 60 anni dalla prima proiezione può essere letto come un film tutto particolare, dove si mischiano vicende di comicità, dramma e formazione. Seppur cronologicamente lontano da altri film della categoria, il lungometraggio può essere comodamente inserito fra i film del neo-realismo.

Conclusioni 60 anni la prima proiezione del film Il Maestro di Vigevano

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