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Spettacolo,  Cinema

La denuncia di Time’s Up ai Golden Globes

Time’s Up Globes: l’organizzazione che ha sconvolto Hollywood attacca l’HFPA per la mancanza di persone di colore tra i suoi membri

Time’s Up Globes è l’hashtag che nei giorni scorsi ha fatto il giro del web in occasione della cerimonia dei Golden Globes, svoltasi ieri sera tra New York e Los Angeles.

Time’s Up è l’organizzazione fondata nel 2018 da un gruppo di lavoratrici del mondo dello spettacolo e che tre giorni fa ha inviato una lettera al canale televisivo NBC e all’HFPA (fondatrice dei Golden Globes) per denunciare la mancanza di persone nere nella loro giuria.

 

Cos’è Time’s Up?

Come recita il sito, Time’s Up è «un’organizzazione che insiste sul lavoro sicuro, equo e dignitoso per tutte le donne».

L’organizzazione è nata nel 2018 dalla volontà di 300 donne del mondo dell’intrattenimento e in risposta alle accuse contro Harvey Westein e al movimento #Metoo (“Anche io”).

La prima azione pubblica del movimento risale al 2018, quando, sempre in occasione dei Golden Globes, un gruppo di attrici si è presentato sul red carpet indossando il colore nero. Il messaggio di #WhyWeWearBlack (“perché vestiamo di nero”) era una denuncia nei confronti delle molestie sessuali che molte di loro avevano subito nella loro carriera. Vestendo di nero volevano dimostrare il loro supporto per tutte le vittime, non solo nell’industria dell’intrattenimento. L’attrice Rashida Jones aveva infatti dichiarato:

“Questa non è una protesta silenziosa, indossiamo il nero per essere solidali con le nostre sorelle contro questo squilibrio di potere e gli abusi che ne derivano, a prescindere dal settore in cui lavori. È tempo che ogni posto di lavoro assomigli più al nostro mondo, dove le donne hanno una pari rappresentanza”

L’effetto che è seguito è stato dirompente: moltissime donne hanno iniziato a denunciare i loro molestatori sia nell’ambito di Hollywood sia fuori dall’industria cinematografica. Da quel momento, l’organizzazione è riuscita a creare un fondo per la difesa legale che aiutasse tutte le donne in situazioni di difficoltà.

La loro mission è quella rendere tutti i luoghi di lavoro sicuri e inclusivi per tutte le donne di tutte le etnie. È proprio in questo senso che hanno voluto denunciare l’Hollywood Foreign Press Association, per non avere neanche una persona nera tra i suoi 87 membri.

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Perchè #Time’sUpGlobes ?

Ieri sera si è svolta la 78° cerimonia dei Golden Globes e come al solito non sono mancate le polemiche.

Il tutto è iniziato due giorni prima quando Time’s Up ha pubblicato un post Instagram che citava: “Hollywood Foreign Press Association not a single black member out of 87. A cosmetic fix isn’t enough”.

Una precedente indagine del LA Times aveva infatti sottolineato come nell’associazione di giornalisti mancasse da oltre vent’anni una persona di origine africana. L’organizzazione, creata appunto per difendere gli interessi delle donne in Hollywood, non poteva rimanere in silenzio di fronte a questo problema.

La situazione è alquanto controversa e difficile da affrontare. L’HFPA è infatti stata fondata da 55 giornalisti stranieri (non americani) ed è quindi composta da persone provenienti da tutto il mondo. Nell’anno seguito alle proteste Black Lives Matter non poteva però sfuggire questa contraddizione: nell’associazione più diversificata nel mondo del cinema, come può mancare un giurato nero?

La questione della rappresentanza nei film e nelle serie tv americane è da sempre molto dibattuta. Anche se ultimamente sono stati fatti passi avanti, le persone di colore denunciano ancora una mancanza di parità rispetto ai colleghi bianchi. Come sottolineato inoltre dalla presidente di Time’s Up Tina Techne tutto il mondo guarda a Hollywood ed è fondamentale che sia il primo a dare il buon esempio.

Mentre da una parte, l’HFPA ha nominato come ambasciatori dei Golden Globes i due figli di Spike Lee, rimane il fatto che le presentatrici siano due donne bianche. Inoltre, secondo alcuni, la giuria si è trovata a scartare produzioni di donne nere a favore di altre di colleghe bianche.

Amy Poehler e Tina Fey, le due comiche che hanno presentato la cerimonia, hanno voluto dare il loro supporto alla causa sollevando la questione proprio nel monologo di apertura.

La risposta dell’HFPA

Durante la cerimonia sono intervenuti anche il presidente dell’HFPA Ali Sar, la vice presidente Helen Hoehne e l’ex presidente Meher Tatna. Dopo aver ringraziato i partecipanti della cerimonia la Hoehne ha voluto affrontare la spinosa questione dichiarando: “Riconosciamo di avere il nostro lavoro da fare. Proprio come nei film e in televisione, la rappresentazione di persone nere è vitale. Dobbiamo avere giornalisti neri nella nostra organizzazione”. Tatna ha continuato: “Dobbiamo anche assicurarci che tutte le persone che fanno parte di comunità sotto rappresentate siano presenti al nostro tavolo, e faremo in modo che accada”.

Sperando queste non siano solo parole, ma che siano l’inizio di un vero cambiamento che a Hollywood è necessario da tempo, andiamo a vedere chi sono i vincitori della serata: Grande trionfo per Laura Pausini ai Golden Globes con Io sì/Seen.

 

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