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Berlusconi :grande imprenditore con soldi opachi

La nebulosa che avvolge gli inizi della carriera imprenditoriale di Silvio Berlusconi ha provato più e più volte nel tempo   ad essere squarciata. Tante indiscrezioni, alcune pesantissime, poche o quasi assenti le prove.

Dopo la laurea nel 1961 Berlusconi comincia a lavorare come agente immobiliare fondando la Cantieri Riuniti Milanesi Srl: i soldi per questa prima operazione provengono dalla banca dove era impiegato il padre, Luigi, in qualità di procuratore con diritto di firma. Si tratta della Banca Rasini,  nota per essere la banca di Toto Riina, Bernando Provenzano e soprattutto Giuseppe, “Pippo” Calò, il tesoriere di Cosa Nostra.

Non possiamo avanzare accuse di collusione contro il defunto padre dell’ex premier, certo è che i contatti con il mondo del crimine organizzato mafioso  sono lì, a un tiro di sputo.

Gli inizi e la Svizzera. Edilnord 1, 2 e 3.

La fideiussione di 190 milioni di lire è comunque poca cosa, un importo da nulla che porta all’acquisto di un immobile in via Alciati. Neanche due anni dopo, nel ’63, ottiene il pieno endorsement del banchiere Carlo Rasini che, assieme all’avvocato commercialista (italo) svizzero Renzo Rezzonico finanziano la nascita di Edilnord sas, tramite fondi ignoti provenienti dalla finanziaria Finanzierungesellschaft fur Residenzen Ag.

Al netto del problematico primo investimento nel comune di Brugherio, il passaggio di liquidità non si interrompe, segno che il canale con la Svizzera funziona bene, naturalmente per figure esterne che hanno tutto da guadagnare nel girare fondi nel ramo pulito dell’edilizia.

Infatti, nel 68 lo schema si ripete, questa volta perfezionato: viene creata un’altra società–la Edilnord Centri Residenziali, nota come Edilnord 2–intestata alla cugina di Silvio, Lidia Berlusconi in qualità di socia accomandataria. Silvio sparisce dalle carte. Nondimeno, essa diventa operativa solo nel 72, anno in cui viene liquidata la precedente Edilnord, non prima che in questa confluissero 3 miliardi di lire, con cui furono acquistati i terreni della ventura Milano 2, grazie ai permessi che nel 69 il Comune di Segrate rilascia alla società.

Ora, socio accomandante della nenoata Edilnord 2 è un’altra finanziaria svizzera la Aktiengesellschaft fur Immobilienlagen in Residenzzentren Ag di Lugano che fornisce il capitale iniziale: con la finanziaria precedente  condivide un aspetto non secondario, ovvero è rappresentata anch’essa da Mr. Rezzonico. Nel frattempo, 15 luglio 70, dopo due soli anni la società è trasferita dalla cugina alla zia Maria per cui la considereremo la Edilnord 3.

In sintesi: Edilnord 63-72; Edilnord 2, 68-70; Edilnord 3: 70-78.

La cosa che più colpisce nel profluvio di soldi che in questi anni comincia a rimpinguare le tasche del futuro Cavaliere è che provengono  dalla Svizzera, la quale costituisce solo tappa obbligata in virtù della legislazione che tutela fortemente il segreto bancario. Infatti, la Aktiengesellschaft fur Immobilienlagen in Residenzzentren Ag di Lugano nasce proprio nel 68 da una costola lussemburghese della finanziaria multinazionale americana Discount Bank Overseas Ltd che annovera soci di Paesi diversi.

Da qui in avanti il gioco di scatole cinesi s’infittisce fino a creare un sottobosco impenetrabile. Nel 73 Berlusconi crea la Italcantieri Srl con un capitale di 20 milioni (minimo per legge). Ma non è questo l’importante: ciò che conta è che Berlusconi continua a muoversi nell’ombra e, soprattutto, continua a ricevere finanziamenti dal momento che lui per il momento non ha una lira: Italcantieri è finanziata da due fiduciarie svizzere. La Cofigen SA di Lugano e la Eti A.G. holding di Chiasso.

Entrambe queste fiduciarie sono a loro volta legate a personaggi molto ambigui (Tito Tettamanti e Ercole Doninelli, rispettivamente). Frattanto continuano a entrare soldi fino a portare il capitale sociale a ben 2 miliardi. Nel 75 Italcantieri diviene una società per azioni e Berlusconi ne assume la Presidenza.

Berlusconi, Dell’Utri, la Banca Nazionale del Lavoro e il Monte dei Paschi di Siena: come nasce la Fininvest

L’altra testa di ponte finanziaria che sovvenziona le imprese del Cavaliere è, chiaramente, la Città Eterna: a Roma, infatti, ha sede la società di Marcello Dell’Utri, la Immobiliare San Martino spa: questa società per azioni è controllata da due fiduciarie della Banca Nazionale del Lavoro, la Servizio Italia Fiduciaria spa e la Società Azionaria Fiduciaria. La BNL è la banca del potere, dei socialisti di Craxi. Nel settembre del 1974 Servizio Italia e SAF per l’appunto sottoscrivono il capitale sociale della Immobiliare San Martino.

Caso vuole, che nello stesso stabile a distanza di neanche un anno, marzo 1975, nasca la prima Fininvest: la Finanziaria Investimenti Fininvest S.r.l., con soci fondatori le stesse società che hanno costituito la Immobiliare San Martino: ovvero Servizio Italia e Saf. Dopo nemmeno un anno viene convertita in spa e trasferita a Milano. Abbiamo quindi un’unica Fininvest spa con sede a Milano.

Cominciano i preparativi per i grandi rivolgimenti che predispongono il terreno per il mirabolante castello di carte che sarà la Fininvest futura.

La Immobiliare San Martino di Dell’Utri e la Edilnord–liquidata nel 78 da Previti senior– divengono Milano 2 spa, il cui capitale aumenta rapidamente a 2 miliardi nel 78. Tra i grandi finanziatori di Edilnord prima che venisse liquidata figura la Banca del Pci: Monte dei Paschi di Siena: tra il 70 e il 79 grazie all’intercessione del Provveditore (Presidente) Cresti affluiscono nelle casse di Edilnord 70 miliardi di lire.

Sempre nel corso dello stesso anno viene (ri)fondata la Fininvest Roma srl: di nuovo, soci fondatori figurano Servizio Italia e Saf. Il colmo, è che la società ha un solo impiegato. Questa società incorpora la Fininvest di Milano: anche in questo caso Previti padre diventa amministratore unico. Tempo 6 mesi e la società si ri-trasferisce a Milano.

Tutto era pronto per imbastire il grande trompe-l’oeil che deve nascondere i capitali oscuri che premono per essere messi in circolazione: nel giugno del 1978 la sig.ra Nicla Crocitta–casalinga di Cologno Monzese–sottoscrive la quota di maggioranza di 22  (ventidue!) holding ciascuna dotata del capitale minimo di 20 mln per conto di Fininvest. Che poi diventeranno 38 nel corso del tempo.

La sig.ra Crocitta svanì nel nulla in pochi mesi e le holding furono tutte rilevate e sottoscritte dalla nuova fiduciaria Parmafid e da… Saf, la fiduciaria di BNL!

Nel 1979 è tutto pronto e Silvio Berlusconi

Nel 1979 è tutto pronto e Silvio Berlusconi rileva la presidenza della Finanziaria Investimenti Fininvest srl di Milano.

Solo nei primi due anni transitano per le holding–rubricate come “servizi di parrucchiera ed istituti di bellezza”–più di 80 miliardi di lire. Tra il 1978 e il 1985, confluirono circa 200 miliardi, di cui 113 miliardi di provenienza ignota. L’intera vicenda è stata oggetto di un lungo procedimento giudiziario, che si è concluso con un nulla di fatto, ma secondo l’accusa, rappresentata Procura di Palermo, era chiaramente legata al riciclaggio di denaro mafioso.

Il funzionamento per intenderci era “semplice”: società fantasma come la Ponte e la Palina, entrambe intestate al prestanome Enrico Porrà, un anziano signore in fin di vita dopo un ictus, versano grosse quantità di denaro– quasi 40 miliardi di lire– e subito dopo si dissolvono nel nulla. Con esse spariscono contestualmente i registri contabili.

 

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