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Come Berlusconi ha rivoluzionato il calcio italiano

Silvio Berlusconi ha rivoluzionato il calcio italiano in maniera irreversibile. Con la scomparsa di Berlusconi è iniziata la carrellata di ricordi e retroscena su diversi aspetti che hanno condizionato la vita del Cavaliere. A prescindere dalle simpatie politiche, Berlusconi ha fatto la storia d’Italia degli ultimi trent’anni, anche da un punto di vista sportivo. La sua entrata a spron battuto nel Milan (anche se qualche anno prima tenta invano di comprare l’Inter da Ivanoe Fraizzoli), ha rappresentato una pietra miliare per il pallone del Belpaese.

In oltre 25 anni di presidenza del club rossonero, Berlusconi è stato il più vincente dei Diavoli. Ha vinto tutto quello che si poteva vincere, con diversi cicli di squadre allenate da professionisti ai quali inizialmente nessuno dava credito o comunque nutriva scarsa fiducia. Ma dunque, com’è cambiato il calcio italiano con la discesa in campo (nel senso più letterale del termine)?

Come Berlusconi ha rivoluzionato il calcio italiano: dal Milan alla Nazionale

Il dato fattuale per cui Silvio Berlusconi ha rivoluzionato il calcio italiano si evince da come si presenta al primo evento importante da proprietario del club. Era il febbraio 1986. L’imprenditore televisivo in ascesa all’epoca era il simbolo dell’Italia degli yuppies di successo del decennio 1980. Il club che passa nelle mani del futuro Re delle televisioni commerciali in Italia all’epoca versava in cattive condizioni. Reduce da due retrocessioni (di cui una per fattori extra campo) e con poche motivazioni, il Milan con lui rinasce.

Al primo anno, infatti, il Cavaliere mostra i muscoli nella campagna acquisti, soffiando alla Juve i promettenti Donadoni e Massaro per cifre all’epoca impensabili +, che forse si davano solo alle star di Hollywood. Per il centrocampista ex Atalanta furono sborsate ben 10 miliardi di lire, mentre per l’attaccante brianzolo 6,7 miliardi. Si passò poi ad ingaggiare un allenatore proveniente dalla gavetta della Serie B che al Parma stava dando nuove idee al pallone italiano.

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Arrigo Sacchi: punti di partenza di come Berlusconi ha rivoluzionato il calcio italiano

La scelta di Arrigo Sacchi, giudicata all’epoca da molti una scommessa, alla lunga si è rivelata vincente. Come aveva predetto agli inizi presso una trasmissione diretta da Enzo Biagi (uno dei tanti rivali dopo il 1994), il Milan avrebbe vinto in successione campionato, Coppa Campioni e anche Mondiale. Insomma, dalla prudenza e dalla visione a corto raggio dei vari club di allora (compresa la Vecchia Signora), il Milan di Berlusconi si presentò per spavalderia e visione verso l’oltre.

Il calcio si è trasformato da sport puro a spettacolo e divertimento. Un approccio radicale che ha arricchito il palmarès del Milan con ben 29 trofei.

Di fatto, l’accrescere di fama dei rossoneri portò l’allora imprenditore della tv commerciale a preparare il terreno verso un’altra e più discussa discesa in campo, quella in politica. Ma restando al rettangolo di gioco, il suo modo di fare calcio influenzò anche le istituzioni sportive. Non è un caso, infatti, che il successivo approdo di Sacchi in Nazionale al posto di Vicini fu il primo esempio di come la Nazionale si comportasse come un club qualsiasi, perdendo forse quella imparzialità e universalità che l’avevano sempre contraddistinta.

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Con il lungo ciclo vincente di Carlo Ancelotti, ecco come Berlusconi ha rivoluzionato il calcio italiano

Perché Berlusconi ha rivoluzionato il calcio italiano: il caso Monza

La tradizione per cui Silvio Berlusconi ha rivoluzionato il calcio italiano non è terminata certo con l’addio al club rossonero nel 2014. Con la decisione di acquistare il Monza nel 2018, l’ex premier ha voluto ripetersi seppur in un contesto più “piccolo” ma non meno ambizioso. Ai nuovi “figli” del Monza, al primo discorso da neoproprietario, disse: “

Voglio una squadra giovane e italiana. I calciatori non dovranno avere nessun tatuaggio, e non dovranno portare orgogliosamente orecchini vari. Voglio dei giocatori che saranno esempi di correttezza in campo. C’è già un parrucchiere di Monza che ha detto che farà i capelli gratis.

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Dal Milan al Monza: come Berlusconi ha rivoluzionato il calcio italiano

Nella sua ambizione, quindi, ha cercato di riproporre al Monza quello che aveva fatto al Milan negli anni ’80. L’ambizione del Cavaliere però si è scontrata con la realtà. Nel corso del tempo, tanta acqua è passata attraverso i Navigli e al di  là delle attenzioni sul dress code da portare in campo, il Monza ha rappresentato l’esempio di come con un leader carismatico seppur in là con gli anni si possano ottenre grandi risultati.

La stagione 2022/23, in cui i brianzoli sono stati la vera matricola della Serie A (era la prima volta dalla fondazione del club) ha visto il Monza finire a pochi passa dalle Coppe Europee. Ora però che non c’è più il “cervello” economico, sportivo e finanziario, quale sarà il destino della squadra lombarda?

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