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Covid: la nuova variante indiana fa paura, è la più contagiosa di sempre – Come riconoscere i sintomi?

Covid: preoccupa Omicron, ma è in arrivo la nuova variante indiana con altri sintomi e più contagiosa

L’ondata estiva di Omicron 5 sta facendo aumentare in modo esponenziale il numero dei contagi in Italia e in Europa. Ma sembra che dovremo iniziare a preoccuparci di altro. Infatti, gli scienziati hanno rilevato una variante indiana del Covid, con sintomi mai visti e un’elevatissima capacità di infettare anche i vaccinati e i guariti.

Secondo alcuni esperti, questa variante potrebbe dare vita a una nuova vera e propria epidemia, una sorta di Covid-22 e non più Covid-19.

Covid: in Italia è vicino il picco di Omicron 5

In Italia è previsto il picco di Omicron 5 tra il 10 e il 15 luglio. 30 milioni di Italiani sono a rischio: i meno protetti dal contagio sono i non vaccinati, che ammontano a 3,4 milioni; i vaccinati con seconda dose da più di sei mesi, che sono 5,3 milioni; i bambini sotto i due anni (2,2 milioni); e i vaccinati con terza dose da più di sei mesi, ovvero 19,7 milioni.

Il bollettino di ieri, 5 luglio, contava oltre 130 mila nuovi casi e 94 morti. Negli ospedali salgono il tasso di occupazione dei reparti ordinari e delle terapie intensive. Già cinque regioni stanno raggiungendo quella soglia di allerta che con le vecchie regole le avrebbe fatte passare alla zona arancione. Si tratta di Liguria, Basilicata, Calabria, Sicilia e Umbria.

Il ministro della Salute Roberto Speranza ha annunciato un possibile ampliamento della platea di quelle persone che potranno vaccinarsi con il secondo booster nel prossimo autunno. Il richiamo potrebbe includere non solo gli over 60, ma anche i cinquantenni.

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Covid: cos’è la nuova variante indiana

Cinque volte più contagiosa di Omicron 5, la nuova variante dall’India fa già paura. Con la sigla BA 2.75, è una sottovariante da monitorare con attenzione. Sono ancora pochissimi i casi confermati fino ad ora. Oltre al gruppo più numeroso in India, si riscontra già una diffusione internazionale, tra Canada, Australia, Germania e Regno Unito.

Come riportano gli scienziati, si tratta di una variante di seconda generazione derivata da Omicron BA.2 e caratterizzata da mutazioni della proteina Spike. Sono due, G446S e R493Q, a sollevare particolari preoccupazioni perché legate alla capacità di sfuggire a qualsiasi tipo di anticorpi, vaccinali o da guarigione.

Come riconoscere i sintomi della variante indiana?

Al momento è presto per dire quale sarà l’impatto della nuova variante e come si presenterà. Già in Omicron 5 abbiamo visto una maggiore evasività agli anticorpi e sintomi diversi dal Covid-19 originario. Se in precedenza si sviluppava come una polmonite, con le sottovarianti oggi va ad infettare qualsiasi cellula dell’organismo.

Sicuramente avremo a che fare con una malattia nuova e con caratteristiche diverse da quelle che conosciamo. Servirà sviluppare, quindi, un vaccino aggiornato considerato che attualmente le tre dosi sono considerate efficaci solo per il 30% nel contrastare l’infezione.

 

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Editor: Susanna Bosio

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