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D’Alema e le armi in Colombia

Massimo D’Alema e le armi in Colombia: il caso diventa politico e coinvolge pesantemente Leonardo e Fincantieri

Massimo D’Alema: l’inchiesta sulla vendita di armi in Colombia continua. Sul tavolo dell’indagine ci sarebbe un affare da 4 miliardi con una commissione di 80 milioni di euro per i mediatori, alla quale Massimo D’Alema, politico italiano, avrebbe partecipato.

Ieri è arrivata in Parlamento un’interrogazione al ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, da parte del segretario della Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, che con Massimo D’Alema aveva fondato Leu.

Massimo D’Alema e le armi in Colombia

La storia delle navi e degli aerei militari, che dovevano essere vendute dalle aziende italiane al governo di Bogotà, è diventata un vero e proprio caso politico. A questa vendita anche Massimo D’Alema ha partecipato.

Il business faceva riferimento alla vendita alla Colombia di quattro corvette e due sommergibili prodotte da Fincantieri e di alcuni aerei da Leonardo.

D’Alema aveva partecipato anche a una videochiamata con il contatto colombiano. Nella conversazione, Massimo D’Alema non nasconde di avere una certa fretta. Il motivo? I vertici delle società italiane, ossia Leonardo e Fincantieri e le elezioni presidenziali a maggio in Colombia.

Il caso Colombia rischia di influenzare Leonardo e Fincantieri

Ma la vicenda, oltre a pesare sulla reputazione di Massimo D’Alema, ha un impatto anche sulle aziende di Stato italiane, Leonardo e Fincantieri, rispettivamente dell’amministratore delegato Alessandro Profumo e del manager Giuseppe Giordo.

Come scrive Repubblica, il caso è diventato politico. Ma le trattative come sono avvenute e che responsabilità hanno i due manager, di Leonardo e Fincantieri?

Inoltre, a maggio l’esecutivo dovrà ridisegnare i vertici di Fincantieri

Inoltre, a maggio l’esecutivo dovrà ridisegnare i vertici di Fincantieri, mentre il prossimo anno toccherà a Leonardo. Ma l’inchiesta potrebbe influenzare il rinnovo dei vertici delle due aziende.

Da quanto emerge, Leonardo aveva in corso una trattativa ufficiale per la vendita di sei aerei M346 con un mediatore colombiano. Una trattativa di cui erano a conoscenza i manager della società, compreso Alessandro Profumo e il governo colombiano. E, inoltre, c’era anche un contratto con un promoter locale: ma chi lo aveva scelto e autorizzato?

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