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Pietro Citati: moriva un anno fa a 92 anni lo scrittore e critico letterario

Lo scrittore, saggista, biografo e critico letterario Pietro Citati moriva un anno fa all’età di 92 anni.

Pietro Citati

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Come riportano i più importanti quotidiani nazionali, Citati era nato il 20 febbraio 1930 a Firenze da una famiglia siciliana per poi trasferirsi a Torino dove trascorse l’infanzia e l’adolescenza.

Nel capoluogo piemontese ha frequentato prima l’Istituto Sociale e poi il liceo classico Massimo d’Azeglio. Nel 1942 si trasferisce con la famiglia in Liguria per sfuggire dai bombardamenti di Torino e in questo periodo inizia a sviluppare la passione, che si tramuterà poi in studio, per i libri e per la letteratura.

Dopo la laurea in lettere moderne conseguita nel 1951 alla Scuola Normale di Pisa, insegna per qualche tempo l’italiano negli istituti professionali per poi dedicarsi alla critica letterario.

A metà anni cinquanta fa la conoscenza di Carlo Emilio Gadda che diventa il suo mentore. Inizia l’attività di critico collaborando con diverse riviste come Il Punto, L’Approdo e Paragone. Pietro Citati ha collaborato con molti quotidiani, tra cui Il Giorno, il Corriere della Sera, e Repubblica.

Citati era un grandissimo conoscitore e interprete degli autori di cui si occupava. Le sue biografie sono un manuale di rigore filologico e acuta analisi psicologica degli uomini dietro ai personaggi. Nel 1970 per la biografia su Goethe (Mondadori, 1970; Adelphi, 1990) ha vinto il premio Viareggio e nel 1985 il Premio Strega per il suo Tolstoj (Longanesi, 1983; Adelphi, 1996).

Ha scritto anche monografie saggistiche di pregio. Ricordiamo quella su Manzoni (Mondadori, 1980), Kafka (Rizzoli, 1987), su Proust intitolata La colomba pugnalata. Proust e la Recherche (Mondadori, 1995) e su Leopardi (Mondadori, 2010). Recentemente, ha pubblicato anche un libro sul cristianesimo, I Vangeli (Mondadori, 2014).

Nel 2000 si è aggiudicato il “Prix de la latinité” dall’Académie Française, mentre due anni più tardi fu nominato Duca di Remonstranza dallo scrittore spagnolo Javier Marías, Re di Redonda.

Nel nostro paese, era Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana e Grande ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana. Tra i suoi saggi biografici più importanti ci sono “Manzoni” nel 1980, poi “Kafka” nel 1987, “La colomba pugnalata. Proust e la Recherche” del 1995 e “Leopardi” del 2010.

Le «stroncature»

Sono celebri le “stroncature” che dalle colonne de “Il Giorno” riservava ad alcuni scrittori non particolarmente amati. E anche con la politica non aveva un rapporto “cordiale”.

Non amava Moro e neanche Togliatti, e a chi lo accusava di superficialità, ribatteva dicendo di «amare la leggerezza» che, al pari della scorrevolezza, era la sua cifra stilistica. Forse è per questo che ha sempre incontrato un vasto consenso di pubblico anche quando scriveva di opere complesse.

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Editor: Ludovico Biancardi

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