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Francesco Schiavone si pente: collabora con la giustizia, dopo oltre 20 anni

Schiavone si pente

Una notizia che farà la storia della lotta alla criminalità organizzata: lo storico esponente della Camorra, Francesco Schiavone, ha annunciato infatti di voler diventare un collaboratore di giustizia. Dopo oltre 20 anni di regime carcerario al 41/bis, il massimo capo del clan dei Casalesi ha voluto fare un passo avanti per collaborare con la magistratura.

Arrestato alla fine degli anni ’90, Francesco Schiavone (noto tra gli inquirenti con il soprannome di Sandokan) era coinvolto in molti crimini. Uno su tutti quello del cosiddetto fenomeno della Terra dei Fuochi. Ora, i magistrati attendono dalla sua volontà di collaborare importanti contributi per la lotta alla Camorra.

Francesco Schiavone fa un passo avanti: inizia la collaborazione con la giustizia

Dunque, Francesco Schiavone si pente ed ha iniziato a collaborare con la giustizia. Come sottolinea il quotidiano La Repubblica, il contenuto dei primi verbali illustrativi è secretato. Ma, come accade solitamente per i collaboratori di giustizia, nei primi colloqui si confessano i delitti eccellenti. Tra le rivelazioni di Schiavone, potrebbero esserci conferme sulla sua scalata ai vertici del clan dei Casalesi e sull’omicidio di Antonio Bardellino, ucciso in Brasile nel 1988, delitto che gli permise di prendere il comando dell’organizzazione camorristica.

Arrestato nel 1998 dopo essere stato scoperto in un bunker

Arrestato nel 1998 dopo essere stato scoperto in un bunker di un’abitazione al centro di Casal di Principe, Francesco Schiavone è ininterrottamente detenuto al 41 bis da quasi 26 anni. Da principale imputato, è stato condannato all’ergastolo nel maxi processo Spartacus, nel quale era accusato di sei omicidi, ma sta scontando altre condanne definitive all’ergastolo per almeno altri 5 omicidi.

francesco schiavone
L’ex capo dei Casalesi Sandokan Schiavone si pente e inizia a collaborare con la giustizia

Ora, tutti, in particolare le vittime della violenza Camorristica che tra gli anni ’80 e ’90 flagellò la Campania, attendono importanti rivelazioni. Non solo: Francesco Schiavone a detta degli inquirenti è ritenuto uno degli artefici del traffico di rifiuti che da diverse parti d’Italia le industrie scaricavano nelle campagne della Provincia di Caserta, dando origine al fenomeno della Terra dei Fuochi.

Francesco Schiavone fa un passo avanti

Come afferma il referente di Libera Campania, Mariano Di Palma:

Ci auguriamo che il signor Schiavone aiuti, attraverso il suo pentimento, a far luce sui tanti misteri segreti che avvolgono il territorio casertano e gli affari che i Casalesi hanno storicamente intrattenuto anche in giro per l’Italia. Mi riferisco non solo al traffico di droga e naturalmente alle vicende legate a racket e usura, ma in particolare al traffico illecito di rifiuti di cui protagonisti per anni, inventando di fatto il mestiere dell’ecomafioso.

Un fenomeno che oggi resta tra i più avvolti nel mistero, con legami con un pezzo di mondo politico e dell’imprenditoria italiana. Il signor Schiavone può aprire una breccia e far luce non solo su persone, fatti e reati, ma su storie che riguardano il nostro Paese e in particolare la Campania, terra lungamente avvelenata.

A 30 anni dall’omicidio di Don Peppe Diana Francesco Schiavone diventa collaboratore di giustizia

La notizia del pentimento di Francesco Schiavone è arrivata in concomitanza di un anniversario importante. Proprio in questi giorni, precisamente il 19 marzo scorso, si sono celebrati i 30 anni dell’assassinio di Don Peppe Diana. Il prete campano fu assassinato dalla Camorra per via del suo coraggio nei confronti del clan dei Casalesi, all’epoca comandati proprio da Schiavone.

L’inizio della collaborazione con i giudici da parte di Schiavone inizia 30 anni dopo l’omicidio di Don Diana

L’assassinio di Don Diana aprì di fatto uno squarcio anche tra la popolazione locale nel prendere maggior consapevolezza nella lotta al crimine organizzato. Quattro anni dopo, infatti, sarebbe accaduto l’arresto del capo dei Casalesi, oggi pronto a diventare uin collaboratore di giustizia. Ha detto Marisa Diana, la sorella del prete martirizzato:

Il pentimento di Francesco Schiavone è sicuramente un po’ tardivo ma è comunque importante, perché vuol dire che anche queste persone hanno una coscienza.

Conclusioni Francesco Schiavone si pente: inizia la collaborazione con la giustizia

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