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Cinema,  Spettacolo

Foglie al vento recensione: l’ultimo film di Aki Kaurismäki

Foglie al vento recensione: l’ultimo film di Aki Kaurismäki

Kuolleet lehdet è il titolo originale dell’ultimo film realizzato dal regista finlandese Aki Kaurismäki, il diciannovesimo della sua carriera e il primo dopo il suo “ritiro” del 2017. Selezionato per competere per la Palma d’Oro al Festival di Cannes 2023 (vinta poi da Anatomia di una caduta della francese Justine Triet), Foglie al vento si è in ogni caso aggiudicato il Premio della Giuria.

Ora, il film è candidato ai Golden Globes 2024 come Miglior film straniero (dove si contenderà il premio ancora una volta con Justine Triet, ma anche con l’italiano Io capitano) e come Miglior attrice in un film commedia o musicale per la performance di Alma Pöysti.

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Alma Pöysti in una scena del film

Kaurismäki, in un’intervista a Variety del giugno 2022, ha dichiarato che questo film va a completare la “Trilogia Proletaria”, composta da Ombre nel paradiso (1986), Ariel (1988) e La fiammiferaia (1990).

“Anche se finora mi sono fatto una reputazione discutibile girando soprattutto film violenti e irrilevanti, ho finalmente deciso, tormentato da tutte le guerre insensate, inutili e criminali, di scrivere una storia sui temi attraverso i quali l’umanità potrebbe avere un futuro: l’anelito all’amore, alla solidarietà, alla speranza e al rispetto per gli altri, la natura e tutto ciò che è vivo o morto.

A condizione che il soggetto lo meriti. In questo film faccio disinvoltamente un piccolo plauso ai miei dei, Bresson, Ozu e Chaplin, ma sono comunque l’unico responsabile di questo catastrofico fallimento.”

Il film arriva nelle sale italiane da oggi 21 dicembre, distribuito da Lucky Red.

Foglie al vento recensione

Il regista finlandese Aki Kaurismäki, dopo una pausa dal cinema durata quasi 7 anni, è tornato al lungometraggio con Foglie al vento, un film tragicomico che racconta una storia d’amore proletaria, tra una donna che fa fatica ad arrivare a fine mese e un uomo che lavora in un cantiere, che si abbandona all’alcol ogni momento possibile. Ma la narrazione non è solo questo, i due protagonisti, infatti, passano pochissimo tempo insieme sullo schermo, complici diversi disguidi da parte di Holappa (Jussi Vatanen). Disguidi che, però, non andranno poi a intaccare la relazione tra i due e che strapperanno un sorriso allo spettatore, nell’ironia delle situazioni che creano.

Quello di Kaurismäki è un film che vuole prendere il suo spettatore e confrontarlo frontalmente, infatti, un mezzo utilizzato quasi per tutto il lungometraggio è quello delle inquadrature frontali, con i personaggi che si trovano uno a fianco all’altro anche quando sono seduti al bar a bere insieme e che, in altri film, sarebbe più comune vederli uno di fronte all’altro, con una conversazione che si alterna con il campo controcampo.

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Jussi Vatanen e Janne Hyytiäinen in una scena del film

Dalle inquadrature, inoltre, trasuda l’amore di Aki Kaurismäki per il cinema, il quale va a palesarsi evidentemente mostrando i suoi protagonisti in sala a vedere I morti non muoiono di Jim Jarmusch (con annessa una fantastica battuta su come ricordi Diario di un curato di campagna di Bresson o anche Bande à part di Godard) e i poster di vari film, come Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti o Il bandito delle 11 di Jean-Luc Godard, i quali vanno a racchiudersi tra le varie figure di Foglie al vento.

Con personaggi semplici e una comicità elementare, ma per niente scontata o insulsa, Aki Kaurismäki riesce a far vivere agli spettatori una storia d’amore contrassegnata dall’ironia, dagli equivoci e dai contrattempi; ma anche una storia che mostra la solidarietà proletaria, evidenziata soprattutto all’inizio della pellicola nelle scene ambientate nel supermercato. Viene toccato anche il tema della salute mentale, connesso all’alcolismo di Holappa (“Sono depresso perché bevo troppo, bevo troppo perché sono depresso“).

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Alma Pöysti e Nuppu Koivu in una scena del film

Oltre alla critica economico-sociale, anche la guerra trova il suo, con continue intermissioni da parte della radio che dà aggiornamenti ai protagonisti della storia sull’avanzare del conflitto tra Ucraina e Russia. Radio e non televisione, perché nonostante la contemporaneità dell’ambientazione, i personaggi di Foglie al vento sembrano catapultati in un universo parallelo in cui non c’è tecnologia, dove gli smartphone non esistono, la televisione nemmeno, il cinema e la radio sono l’unica vera fonte tecnologica presente nella narrazione.

Melanconico, divertente, mai scontato nonostante la sua semplicità, con Foglie al vento Aki Kaurismäki ha realizzato un film superbo.

Voto: 4.5/5

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Alma Pöysti e Jussi Vatanen in una scena del film

Conclusioni, Foglie al vento recensione all’ultimo film di Aki Kaurismäki, in sala dal 21 dicembre

Editor: Davide Rostellato

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