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Gian Piero Gasperini: l’uomo che ha portato l’Atalanta fra le grandi

Gasperini: come l’Atalanta è cambiata sotto la sua direzione

Gian Piero Gasperini e il miracolo Atalanta. Ormai non si può negare che l’Atalanta sia una delle big della serie A. La Dea, che domani sfiderà la capolista Napoli, in questi ultimi anni si è consolidata nel panorama calcistico italiano ed europeo. Investimenti accurati, scouting meritocratico e plusvalenze reali (e non fittizie come quelle sospette della Juventus), hanno reso il club competitivo su tutti i fronti. Il merito va indubbiamente alla società, ma anche a un allenatore che con pazienza ha saputo costruire un progetto a lungo termine, sostenibile sia sportivamente che economicamente: Gian Piero Gasperini.

Gasp calciatore: gli inizi alla Juve, poi le esperienze nelle Serie minori

Originario di Grugliasco (TO), inizia a giocare a pallone nel settore giovanile della Juventus. L’allenatore della prima squadra dell’epoca, Giovanni Trapattoni, lo fa esordire in prima squadra nel 1977. La Vecchia Signora lo cede poi in prestito in serie C, alla Reggiana. Passa poi al Palermo, con cui ottiene la finale di Coppa Italia contro la sua ex squadra, perdendola. Dopo Pistoiese e Cavese, gioca a Pescara, con cui raggiunge la Serie A nel 1987. Nel massimo campionato vi resta due stagioni, retrocedendo nel 1989. Conclude la carriera alla Vis Pesaro dopo un intermezzo alla Salernitana.

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Gasperini con il Pescara impegnato in un duello con Maradona durante una partita contro il Napoli

Gasp in panchina: ritorno in bianconero, le esperienze a Genova e Palermo

Appese le scarpe al muro nel 1993, inizia la carriera da allenatore lavorando nelle giovanili della Juventus, tornando così alle origini. Con la Primavera bianconera vince il Torneo di Viareggio del 2003. La prima vera esperienza da allenatore è al Crotone, che lo porta in B dalla C1. Nell’estate 2006 si siede sulla panchina del Genoa, all’ora in Serie B. Da allenatore dei Grifoni, Gasp porta dapprima porta la squadra in A per poi raggiungere l’apice nella stagione 2008-09 con un quinto posto valevole per l’accesso all’Europa League. Nel 2011 passa all’Inter, ma sin da subito le divergenze con Moratti pregiudicano l’esperienza a Milano, rivelatasi una meteora. Passato al Palermo nel 2012, vi ritorna dopo il passato da calciatore ma i risultati non sono gli stessi. Ritorna così al Genoa nel 2013, rimanendo tre anni. Anche qui però, i risultati non danno lo stesso entusiasmo della precedente esperienza.

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Gasperini ai tempi del Genoa

L’arrivo all’Atalanta: da “provinciale” a big

Nell’estate 2016 viene contattato dall’Atalanta, con la quale debutta da allenatore il 13 Agosto in Coppa Italia contro la Cremonese. La Dea sta vivendo un momento di grande trasformazione. Il Presidente Percassi ha nel suo entourage Giovanni Sartori. L’ex ds del Chievo è uno dei migliori scouters in Italia e invia i suoi osservatori nella Penisola e in Europa per scovare potenziali talenti e portarli a Bergamo. E’ in questi anni che Gasp pesca dal ricco settore giovanile diversi giocatori poi passati in big: Bastoni, Kulusevski, Kessié.

Non solo: valorizza calciatori ai più sconosciuti come Pessina, Muriel, Zapata, Gosens, Hateboer, De Roon spesso presi a prezzi veramente irrisori. In poco tempo, l’Atalanta scala le gerarchie, attestandosi stabilmente in Champions. In Italia più di un esperto di calcio definisce questo progetto sportivo una sorta di “miracolo” simile ad altre squadre “di provincia” del passato come Chievo, Perugia, Hellas Verona. Per l’importanza dei risultati la città di Bergamo conferisce a Gasperini la cittadinanza onoraria nel 2019. Il recente rinnovo con la Dea fino al 2024 è la dimostrazione di un sodalizio con la squadra che ambisce a vette sempre più alte.

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Gasperini durante una partita con l’Atalanta

 

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