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Guerra a Gaza, la situazione dei civili rimasti: code ai rifornimenti e ritorno di ottimismo

E’ forse l’inizio della fine, con la tregua prolungata di altri due giorni: sì, perché la fine dei combattimenti dopo oltre un mese intero di attacchi israeliani dentro la Striscia porta sollievo anche ai civili. Il rilascio degli ostaggi israeliani, al quale ha fatto seguito una cospicua liberazione di prigionieri palestinesi dalla carceri israeliane, ha anche beneficiato la situazione dei civili a Gaza.

Questi ora iniziano a tornare alle loro case (o a quello che resta). Lunghe file si notano attraverso le vie della città in particolar modo verso i distributori di benzina. E tra la popolazione s’inizia a intravedere un graduale dissociamento da Hamas, prima osannata come unica speranza per il popolo palestinese.

La situazione dei civili a Gaza city, tra code ai rifornimenti e ripudi di Hamas

In questi quattro giorni di tregua è iniziato un lento e tortuoso miglioramento della situazione dei civili. Chi è sopravvissuto ai radi aerei che quasi quotidianamente colpivano le città della Striscia (in modo particolare Gaza city), non si piange addosso ma ha iniziato la rimozione delle delle macerie. In molti quartieri sono frequenti le lunghe code ai rifornimenti.

Finora sono entrati la metà dei camion umanitari dal valico di Rafah (erano stati promessi circa 300 mezzi) che dal Sud vanno in direzione nord. Eppure chi può ed ha un minimo di benzina con sé la utilizza solo per trasferirsi nella parte non colpita dall’aviazione israeliana (ossia il Sud della Striscia).

situazione dei civili
Migliora la situazione dei civili a Gaza (e iniziano i primi ripudi ad Hamas)

Molti di loro si sono levati le insegne che li riconducevano al regime di Hamas e sono improvvisamente diventati gentili. Non urlano e non spintonano più i cittadini com’era usuale. Si prodigano anzi molto più nell’aiutare la gente fornendo informazioni e occupandosi che funzioni al meglio la distribuzione degli aiuti umanitari.

Una presa di distanze forte da chi li comandava prima nella speranza evidente di non perdere il posto, né essere oggetto di delazioni nella non remota eventualità di un cambio di governo. E’ interessante un’inchiesta di Repubblica, che tramite alcuni inviati ha già tastato il terreno fra le rovine di Gaza city. Il quotidiano del gruppo GEDI ha chiesto ad alcune persone circa il futuro.

Uno di questi, Ahmed, confessa di esprimere soddisfazione dopo giorni assai difficili. Ancora prima di essere un militare di grado (è sergente, ndr), egli afferma di essere un padre di famiglia che non si è mai occupato di politica. Questa precisazione è un segnale evidente che tra i civili palestinesi a Gaza city inizia a serpeggiare il malcontento verso Hamas. Quanto si diffonderà il “contagio”?

La situazione dei civili rimasti migliora e a Doha si trovano i vertici dell’intelligence di USA, Israele ed Egitto per discutere di un prolungamento della tregua

Mentre la situazione dei civili riprende lentamente una miglioramento, fra le varie cancellerie proseguono i negoziati di una tregua militare più lunga. Se nella giornata di ieri sono stati allungati altri due giorni, ora si punta ad estendere un cessate il fuoco permanente. Nelle scorse ore, a Doha si sono incontrati i vertici dell’intelligence di Egitto, Israele e USA.

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La situazione dei civili migliora e in Qatar arrivano i capi delle intelligence di USA, Egitto e Israele per prolungare eventualmente la tregua

Ancora una volta, i destini della Striscia di Gaza (e di Hamas) passano dal piccolo ma potente emirato del Qatar. Lo Stato del Golfo Persico ha rivestito un ruolo fondamentale in questo lungo mese e mezzo di tensione tra Israele ed Hamas. Ora, l’emiro Al Thani punta a portare a casa un’altra “bandierina” s cui ci saranno importanti ripercussioni geopolitiche. Dove vuole arrivare Doha?

Conclusioni la situazione tra i civili migliora lentamente a Gaza city

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