Hunter Biden
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Hunter Biden nei guai: incriminazione entro il 29 settembre

Hunter Biden figlio di Joe, presidente degli Stati Uniti, viaggia verso l’incriminazione. Questo è quanto rimbalza da oltre oceano dove il super consigliere David Weiss avrebbe richiesto la messa in stato d’accusa per Biden Jr, procedimento da attuare entro il 29 settembre prossimo.

Rischia un pesante contraccolpo politico il numero uno americano Joe Biden se le accuse mosse al figlio Hunter verranno confermate. Dopo il patteggiamento tra le parti concordato lo scorso mese di luglio ecco ora arrivare improvvisa la decisione di procedere invece con l’incriminazione. Sembrerebbe che gli stessi legali del figlio del presidente degli Stati Uniti siano rimasti piuttosto spiazzati da tale scelta.

Tale fretta nell’accusa deriva dalla volontà del super consigliere Weiss di evitare che alcuni dei reati imputati ad Hunter Biden possano finire in prescrizione. Di fatto l’avvocato statunitense starebbe applicando lo Speedy Trial Act, una legge del 1974 emanata dal Governo a stelle e strisce che fissa e regola i tempi giudiziari per numerosi reati.

Hunter Biden nei guai: incriminazione entro il 29 settembre
Hunter Biden nei guai: incriminazione entro il 29 settembre

Verso l’incriminazione di Hunter Biden: salta il patteggiamento

È lo stesso Governo statunitense ad avere ed impiegare gli strumenti utili per incriminare Hunter Biden. Il figlio dell’attuale presidente a stelle e strisce Joe Biden rischia la messa sotto accusa entro il prossimo 29 settembre.

Questo è quanto deciso dal super consigliere David Weiss, nominato dall’amministrazione Donald Trump, che ha indicato la propria decisione alla corte attraverso una lettera in cui si stabilisce l’incriminazione per Biden Jr. Obbiettivo di tale decisione sarebbe quello di evitare la caduta in prescrizione per alcuni dei reati imputati ad Hunter.

Di fatto si tratta di un’applicazione legittima dello Speedy Trial Act, legge statunitense del 1974 che abbrevia i tempi giudiziari e permette al Governo americano di ricevere risposta in tempi decisamente stretti. Con tale procedimento l’avvocato Weiss ha senza dubbio colto di sorpresa i rappresentanti legali del figlio del presidente, specie dopo che a luglio si era giunti al patteggiamento.

Hunter Biden nei guai: incriminazione entro il 29 settembre
Hunter Biden nei guai: incriminazione entro il 29 settembre

Era stata la giudice Maryellen Noreika, del Delaware, a stabilire un accordo tra le parti soltanto poche settimane fa. Con tale patto tra accusa e difesa l’imprenditore secondogenito del numero uno statunitense avrebbe evitato incriminazione e possibile incarcerazione.

Al momento nessun commento esplicito da parte della Casa Bianca, che già si era detta desiderosa di non interferire con le indagini e il processo. Tutto potrebbe però cambiare da qui al 29 settembre, e alla possibile incriminazione di Hunter Biden.

Conseguenze a lungo termine potrebbero ripercuotersi sul presidente Biden da qui al 2024. Tutta questa storia potrebbe infatti diventare un’arma per gli avversari del leader del Partito Democratico in vista delle elezioni presidenziali del prossimo anno.

Hunter Biden nei guai: incriminazione entro il 29 settembre
Hunter Biden nei guai: incriminazione entro il 29 settembre

Le accuse mosse ad Hunter Biden: possesso di armi e illeciti fiscali

Salta l’accordo tra i legali difensivi di Hunter Biden e l’accusa, stipulato nello scorso mese di luglio. Il figlio del presidente USA avrebbe dovuto rispettare per 24 mesi alcune condizioni imposte dal tribunale, ma in tal modo si sarebbe evitato l’incriminazione.

Tale accordo ora viene meno e Biden Jr rischia grosso. Tutto verrà deciso entro il 29 settembre, dead line fissata dal super consigliere David Weiss. Ma quali sono le accuse mosse contro Hunter Biden?

Il figlio del capo di Stato americano è accusato di possesso di armi e di illecito fiscale. I fatti connessi alla prima imputazione risalgono al 2018, quando Hunter Biden acquistò un revolver in un’armeria del Delaware. A mettere nei guai Biden Jr è il fatto che l’uomo mentì nella compilazione del modulo federale legato alla pistola. Reato piuttosto grave negli Stati Uniti.

In quei mesi sembrerebbe che Hunter fosse alle prese con diversi problemi connessi al consumo di stupefacenti, cocaina in particolare. La storia dell’arma fu peraltro curiosa e controversa, con la stessa che prima finì tra le mani della compagna Hallie, poi gettata nei rifiuti di uno store fu ritrovata da un uomo che la consegnò alle forze dell’ordine. La scoperta del reale proprietario aprì di fatto l’intera vicenda.

La seconda accusa mossa ad Hunter Biden, quella di evasione fiscale, si riferisce alla mancata denuncia dei guadagni operata da Hunter Biden per circa due anni. L’avvocato di Wilmington era consulente di una società estera.

Pochi giorni ancora dunque e si capirà qualcosa in più circa la posizione e la sorte di Hunter Biden. Su tale eventuale procedimento di incriminazione si pongono gli occhi vigili di tutti gli Stati Uniti e pure quelli di una forse preoccupata Casa Bianca.

Hunter Biden nei guai: incriminazione entro il 29 settembre
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