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Arte

In real life: Olafur Eliasson torna alla Tate

Ancora alla Tate l’arte di Olafur Eliasson dal titolo In Real Life.

Come nelle migliori collaborazioni, con il progetto In Real Life, Olafur Eliasson ospita ancora una volta alla Tate una suggestiva e sorprendente collezione di installazioni.

Olafur Eliasson, In Real Life, Tate

Infatti l’artista dano-islandese, di stanza a Berlino, Olafur Eliasson, torna dalla Tate Modern di Londra a proporci la sua arte impegnata, ricca di spunti d’orientamento in questo nostro presente .

Proprio la Tate, luogo di consacrazione del suo successo, apre le porte ad una grande, inedita retrospettiva, intitolata In Real Life e composta di 40 opere, mai viste prima in Inghilterra. 

In effetti, il successo per lui arriva nel 2003, con la sua più celebre installazione, dal titolo The Weather Project, sita nella Turbine Hall del museo londinese e consistente in un gioco di specchi e luci gialle, che simulavano un sole immerso in un’atmosfera nebbiosa e rarefatta.

Eliasson, The Weather Project Tate, Turbine Hall.

L’osservatore ha modo lasciarsi avvolgere da questa suggestiva vampa solare, attorniato da altri spettatori sfumati, sfocati anche dalle più comuni sovrastrutture sociali.  

Dunque, ci si sente autorizzati a riscrivere un nuovo copione comportamentale, per una singolare e dopotutto rivelatrice, anomalia come quella che scaturisce davanti alle opere di Olafur Eliasson.

Finalmente diventa del tutto normale assecondare la necessità di cambiare prospettiva e ritmo nella fruizione di queste espressioni artistiche.

Si volge lo sguardo verso l’alto o ci si pone orizzontalmente, distendendosi al suolo e condividendo l’esperienza così con altri visitatori.

L’arte di Eliasson In Real Life.

L’indagine dei fenomeni naturali come l’acqua, il ghiaccio, la luce e la foschia sono i temi chiave su cui l’artista ha incentrato la sua carriera.

Basti ricordare l’opera della cascata alta 10 metri, esposta nel 1998 a Sydney, dal titolo Waterfall, che già allora si preoccupava della risorsa idrica e della sua preziosità.

Tra l’altro, oggi con In Real Life, ne è diversamente catalizzatrice di attenzione, l’opera The Presence of Absence, ispirata ai ghiacci Islandesi, in fase di scioglimento.

Eliasson, In Real Life, Moss wall, Tate. Muro di muschi e licheni islandesi.

In Real Life, Olafur Eliasson e la sua sensibilità.

In sostanza l’arte impegnata di In Real Life di Olafur Eliasson pone il pubblico in una comunanza osservativa, ammantandosi perciò di una connotazione sociale e anche di critica condivisa, sulla scia delle riflessioni ambientaliste.

Peraltro, quella di Olafur Eliasson si configura come una ecologia più metafisica che tangibile. Sia fisicamente che concettualmente si proietta verso l’alto. Tende a disancorare la fissità di alcuni cardini percettivi attraverso curiosi e multidirezionali slanci esplorativi.

Infatti la sensibilità che trasuda dalle sue creazioni è frutto di un’alacre ricerca, portata avanti dalla scrivania berlinese del suo ”Studio Eliasson”, dove s’avvale della collaborazione di scienziati, fisici, ricercatori, al fine di approfondire tematiche climatiche, ambientali e sociali nel più serio degli approcci.

Eliasson, In Real Life, Tate, Den Blinde Passager.

Con la sua arte appasionata Eliasson proietta la propria visione di passato, presente e futuro, declinata in questi progetti visionari.

Certamente interessante l’esito sortito dall’interazione delle varie influenze che ci hanno attraversato nel secolo scorso, determinando cosa siano per noi natura e cultura e lasciandoci erigere conseguenti gerarchie di valore sul bello e l’auspicabile.

Come dove e quando visitare la mostra.

Dalle sale espositive della Tate, le 40 installazioni, distribuite in ordine non cronologico, attraversano gli ariosi spazi industriali interni e il parterre all’aperto della Switch House, progettato da Herzog & de Meuron e inaugurato nel 2016. Sicuramente ulteriore motivo per non mancare questa retrospettiva, inaugurata l’11 luglio e visitabile fino al 5 gennaio 2020.

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