Italia Tunisia lo scenario parte II
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Italia Tunisia lo scenario III parte 2023

Italia Tunisia lo scenario III

Abbiamo dedicato due articoli allo scenario delineatosi tra Italia, più in generale UE, e Tunisia. Nel mezzo gli attori della finanza globale, ovvero gli USA nella veste del FMI, ma non solo come vedremo poco oltre. In leggera differita rispetto alle prime dichiarazioni emerse al termine del Consiglio dei Ministri Esteri d’Europa della scorsa settimana circolava la notizia di una possibile visita del commissario europeo all’economia Paolo Gentiloni.

Oggi l’ex premier si trova in viaggio verso Tunisi, dove incontrerà il Presidente Saied ed una serie di ministri e profili istituzionali al vertice.

Tra questi il primo ministro Najla Bouden, il Ministro per gli Affari Esteri Nabil Ammar, il Ministro dell’Economia e Pianificazione Samir Saied, il Ministro delle Finanze Sihem Boughdiri Nemsia e Marouane Abassi, il governatore della Banca Centrale (Fonte: AgenziaNova).

La scelta di inviare Gentiloni premia l’Italia, il cui interesse nella questione è primario tanto quanto la responsabilità che ne consegue. Il Governo si era già mosso nei giorni scorsi con un finanziamento di 110 mln suppletivo ai 200 mln di “investimenti” concordati nel memorandum 2021-23. Briciole, se confrontati con la situazione finanziaria del Paese nordafricano di cui abbiamo reso conto in precedenza e che ora meglio puntualizziamo.

Non c’è solo il FMI

Qualche timido raggio di speranza si intravede: non sul versante più importante, ovvero la sponda oltremare. Nei giorni scorsi, infatti, Barbara Leaf, assistente del Segretario di Stato Antony Blinken, si trovava a Tunisi e tuttavia le sue dichiarazioni non fanno filtrare alcuna luce positiva sui negoziati, nonostante le presunte pressioni dell’ambasciata italiana a Washington per smuovere la situazione.

Anzi, pare che la riunione per la presentazione delle riforme da parte del governo di Tunisi all’executive board del FMI sia stata posticipata a data da stabilire (Fonte: SkyTg24). Tuttavia, il FMI non è l’unica istituzione coinvolta nei tentativi di salvataggio della Tunisia. La posizione del Paese è così compromessa che anche i quasi 2 miliardi di dollari che il Fondo dovrebbe elargire nell’arco di 48 mesi non sono sufficienti. Tant’è che la richiesta iniziale delle Repubblica tunisina era di 4 miliardi di dollari.

Italia Tunisia lo scenario III

Sempre TheNationalNews riporta le stime del prof. Garbis Iradian, economista capo per la regione MENA e dell’Asia Centrale dell’Istituto Internazionale di Finanza (IIF) per cui il solo gap finanziario esterno è pari a 2,7 mld, cioè a circa il 6% del PIL.

La combinazione tra questo disavanzo e il deficit fiscale interno ammonterà per la fine dell’anno al 13%. L’economista prosegue affermando che senza un’intesa con l’FMI le riserve ufficiali diminuiranno da 7.8 mld a fine 2022 a 6 mld a fine 2023. Per questo il governo sta negoziando un’ulteriore prestito monetario con il GCC dal valore monetario di circa 1.8 mld di dollari.

L’interlocutore principale è l’Arabia Saudita che nelle ultime settimane ha dato prova di notevoli capacità diplomatiche. Tuttavia non è affatto scontato che i paesi del golfo approvino un finanziamento a causa del rischio d’insolvenza. Specialmente se governo e FMI non trovano un accordo.

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