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La “Pietà” di Fryer in mostra al Gucci Museo

L’eclettico artista inglese è entrato a far parte della collezione di François Pinault

Inaugurato meno di un anno fa, alla fine di settembre del 2011, il Gucci Museo di Firenze sta tenendo fede all’impegno assunto con la città. Gli spazi dello storico Palazzo della Mercanzia, oltre a ospitare l’esposizione permanente dell’heritage della griffe, contengono fino al prossimo 4 settembre alcune opere emblematiche di Paul Fryer, artista contemporaneo britannico entrato a far parte della collezione di François Pinault, patron di PPR, il conglomerato del lusso di cui il Gucci Group fa parte.

Il Contemporary Art Space – progettato come gli altri ambienti da Frida Giannini – ospita dunque l’esposizione Lo Spirito Vola, una selezione di alcune fra le opere in cera più rappresentative del talento multifome di Fryer, amico di Damien Hirst (quello dello squalo in formalina e del teschio umano tempestato di diamanti), nato a Leeds nel 1963, in seguito trasferitosi a Londra, dove risiede. Autore di sculture dall’aspetto volutamente assai realistico ma anche musicista, grafico editoriale e Dj (è stato per 5 anni direttore musicale per Fendi), Fryer non teme di provocare il pubblico, anzi mira esattamente a suscitare emozioni forti con le sue opere.

In mostra a Firenze c’è anche La Pietà, forse la sua scultura più nota, che ritrae un Cristo seduto sulla sedia elettrica, moderna versione del patibolo che vuole forse denunciare come – malgrado il supremo sacrificio del Messia – l’umanità non abbia imparato col trascorrere dei secoli a praticare l’arte sublime del perdono. Grazie al realismo spinto delle sue figure, l’artista inglese ci invita a indagare l’indicibile, come nella figura a grandezza naturale di Ofelia, la sfortunata eroina scespiriana, galleggiante in una teca con gli occhi spalancati sulla morte che sembra averla appena còlta. Ecce Homo è infine una scultura proveniente dalla collezione privata di Fryer, composta da un uovo nero che fluttua misteriosamente sopra un nido di spine; ancora una volta due simboli religiosi che rimandano a misteri ancestrali.

La mostra, curata da Francesca Amfitheatrof, è completata da un documentario sulle opere dell’artista, intitolato “Ascent into the Maelstrom”, curato da Simon Hitchman. L’accesso al Gucci Museo è possibile ogni giorno dalle 10 alle 20. Il biglietto di ingresso costa 6 euro. 

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