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La morte di Steve Jobs: la Apple dice addio al suo fondatore

La morte di Steve Jobs: la Apple dice addio al suo fondatore

La morte di Steve Jobs. Se ne va a soli 56 anni, dopo una lunga battaglia contro un tumore. Il fondatore della società high-tech più famosa al mondo Apple, che ha cambiato il nostro modo di vivere

Dopo quello del papa, probabilmente Steve Jobs è il nome più universalmente conosciuto e riconosciuto al mondo. Più del fondatore di Microsoft, Bill Gates – da tempo ormai ritiratosi a vita privata – forse persino più di Barack Obama, salito al potere da troppo poco tempo per potersi già considerare un immortale della storia. Lui no, Steve Jobs, scomparso ieri a 56 anni dopo una lunga battaglia contro una rara forma di tumore al pancreas durata sette anni, ha impresso il suo nome e quello della società da lui creata, la Apple, nel grande libro dei fatti che hanno cambiato il modo di vivere di miliardi di persone in tutto il mondo.

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La morte di Steve Jobs: una notizia che tocca tutto il mondo, hi-tech e non

Figlio adottivo di un padre siriano-americano con il quale non ha mai voluto riconciliarsi, cresciuto nella Silicon Valley californiana come un giovane hippie che non disdegnava l’uso di Lsd. Dotato di un carattere visionario ma anche dispotico, Jobs è stato indubbiamente un genio del suo tempo, riuscendo ad anticipare gusti e ambizioni dei consumatori. All’inizio furono i computer, realizzati nel classico garage californiano assieme a un gruppo di amici appassionati di tecnologia come lui, da Steve Wozniak a Mike Markkula. Il lancio del primo “Mac” risale al 24 gennaio 1984, quando Jobs aveva appena 28 anni.

Più precoce persino di Mark Zuckerberg, il miliardario fondatore di Facebook. In dieci anni di attività, la Apple Inc. era già diventata una delle società più importanti della Silicon Valley e oggi precede altri giganti come Microsoft o Google, i cui fondatori oggi piangono la scomparsa di un avversario al quale devono riconoscere una marcia in più.

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E ora che ne sarà della Apple?

Le azioni della Apple hanno aperto in perdita alla Borsa di Francoforte dove sono quotate, mentre sui mercati asiatici quelle dei concorrenti più diretti, come Samsung e Sony, hanno registrato un balzo in avanti. L’ultima, recentissima presentazione dell’iPhone 4S, alla quale Jobs non ha potuto essere presente, ha lasciato in molti l’impressione di un appuntamento mancato, ma altri – forse più accorti – sono pronti a giurare che la novità della gestione vocale che costituisce l’acquisizione più importante dell’iPhone evoluto sia destinata a imprimere una nuova svolta nelle consuetudini dei consumatori, come fu la transizione dalla tastiera al touchscreen. Se così sarà, Siri (questo il nome del sistema di gestione sviluppato nei laboratori di Cupertino) diventerà  l’ultima “invenzione” rivoluzionaria su cui Steve Jobs avrà messo il sigillo.

 

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