Lavoro e parità
Attualità,  Economia

Lavoro e parità, binomio ancora lontano: il 40.9% delle assunzioni al femminile

In Italia lavoro e parità sono un binomio ancora lontano. Un rapporto equilibrato tra lavoratori e lavoratrici nel Bel Paese purtroppo è distante, con le percentuali di assunzioni che restano ancora oggi, alla fine del 2023, piuttosto sbilanciate in favore degli uomini.

C’è infatti ancora grande disparità nel mondo del lavoro tra uomini e donne, e a confermarlo sono i numeri. Solo il 40.9% sono assunzioni al femminile. I dati in questo senso sono quelli ufficiali del rapporto Inapp, che si occupa proprio di stilare classifiche annuali e comporre statistiche relative al mondo dell’impiego.

Se i dati più generali pubblicati dal Censis riportavano cifre preoccupanti per quanto concerne età e attività caratterizzanti lo stivale, mostrando come l’Italia di fatto sia un Paese senza giovani, i nuovi numeri più adesi al mondo lavorativo mettono in mostra un’altra preoccupante realtà: appena il 40% delle imprese assume lavoratrici donne e spesso proponendo loro contratti a termine o comunque svantaggiosi.

Una situazione dunque ancora piuttosto lontana dalla tanto agognata parità, che per il momento rimane un miraggio. Numeri e percentuali saranno presentati e discussi alla Camera entro la fine della settimana, molto probabilmente già nella giornata di giovedì 14 dicembre, così da presentare l’intero quadro al ministro del Lavoro, l’onorevole Marina Calderone.

Lavoro e parità, binomio ancora lontano: il 40.9% delle assunzioni al femminile
Lavoro e parità, binomio ancora lontano: il 40.9% delle assunzioni al femminile

Il binomio lavoro e parità al momento non decolla: il rapporto Inapp pubblica le percentuali

È ancora decisamente sbilanciato il rapporto tra lavoro e parità in Italia. I numeri non mentono in tal senso, e i dati resi pubblici dall’annuale rapporto Inapp mostrano percentuali distanti per occupati di sesso maschile e di sesso femminile.

Appena il 40.9% dei contratti coinvolge lavoratrici donne, mentre il 60% degli impieghi riguarda uomini. Uno squilibrio ancora piuttosto ingombrante, considerando che si sta parlando di milioni di persone. Il divario dunque secondo i dati, relativi all’anno 2022, è ad oggi ancora notevole e sembra allontanare ancora una volta quell’utopistico 50-50 che da più parti viene ipotizzato e indicato come obbiettivo finale.

Ulteriore grosso problema che l’Inapp, Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche, ha messo in mostra con il recente rapporto è quello relativo ai contratti di assunzione. Al di là dei numeri ancora piuttosto distanti anche le tipologie di contratto lavorativo presentate a uomini e donne sono spesso molto diverse.

La tendenza di moltissime imprese e realtà industriali italiane infatti sembra essere quella di offrire contratti part-time, a termine, ad orario ridotto o in somministrazione, forzando così le lavoratrici ad accettare condizioni spesso poco favorevoli pur di non dover rinunciare all’opportunità lavorativa presentata.

Basti pensare ancora che le donne assunte senza gli incentivi rappresentano una fetta pari al 42.7%. Tale cifra rimane oggi più alta rispetto a coloro che invece ottengono un impiego con gli incentivi previsti. I ricercatori Inapp non hanno dubbi in questo senso:

Nonostante la pluralità di incentivi a disposizione, nessuno di questi riesce ad attivare posti di lavoro a favore di donne almeno per la metà

Parole chiare che dipingono una situazione complessiva piuttosto disarmante, in cui ancora una volta i numeri permettono di osservare il binomio lavoro e parità con sguardo preoccupato. 820mila contratti part-time sui 2 milioni avviati nel 2022, e circa 457mila, ovvero 6 su 10, firmati da individui di sesso femminile.

Lavoro e parità, binomio ancora lontano: il 40.9% delle assunzioni al femminile
Lavoro e parità, binomio ancora lontano: il 40.9% delle assunzioni al femminile

Lavoro e parità nell’ordine del giorno della Camera: rapporto Inapp sottoposto ai ministri

Come confermato dal presidente di Inapp, Sebastiano Fadda, i dati relativi all’annuale rapporto sul mondo del lavoro verranno presentati alla Camera molto probabilmente nella giornata di giovedì 14 dicembre. Obbiettivo di tale illustrazione ai parlamentari e al ministro del Lavoro, l’onorevole Marina Calderone, è quello di mettere a nudo e presentare alle istituzioni una situazione ancora oggi complessa e che necessita di mirati interventi.

Tutti i numeri pubblicati dall’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche peraltro portano a riscontri preoccupanti. Appena 2 milioni i contratti di lavoro stipulati nel 2022 che hanno previsto decontribuzioni o agevolazioni. Il totale per gli scorsi 12 mesi era stato di 8 milioni di contratti, e dunque siamo di fronte ad appena il 23% con incentivi.

Troppo spesso però alle donne vengono offerti contratti in modalità part-time. Si parla di “esonero donne”, specificando che circa due terzi delle assunzioni al femminile prevedono un contratto a orario ridotto. Per gli uomini le stesse modalità di contratto lavorativo sono ridotte ad un individuo su tre.

A preoccupare ulteriormente in Italia è il così detto Gender Pension Gap. Lo stesso presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante un incontro presso l’Università Bocconi di Milano ha parlato di Gender Pay Gap, ovvero di disuguaglianza evidente tra salario maschile e femminile nel mondo lavorativo.

Il rapporto Inapp prova a gettare uno sguardo ancora più proiettato al futuro e a delineare così quello che potrà essere lo scenario di domani per le donne. Il forte rischio infatti è quello di una ridotta autonomia economica, che potrà esplicarsi in una consistente riduzione delle pensioni.

Tempo parziale, lavoro a termine e contratti discontinui, secondo i dati pubblicati da Inapp, altro non faranno se non ridurre libertà, spazi, scelte di vita e opportunità personali di milioni di lavoratrici. Il concreto rischio è che il divario attuale possa tramutarsi in una forbice ancora più ampia nel futuro.

Lavoro e parità, binomio ancora lontano: il 40.9% delle assunzioni al femminile
Lavoro e parità, binomio ancora lontano: il 40.9% delle assunzioni al femminile – Sergio Mattarella

Conclusione: lavoro e parità sono un binomio ancora lontano. Il 40.9% delle assunzioni al femminile mostrano un quadro distante dalla parità

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