parodie di totò
Cinema,  Spettacolo

Le parodie di Totò: i classici rivisti dal genio della comicità

Le parodie di Totò: i classici rivisti dal genio della comicità

Le parodie di Totò: sette film in cui l’arte del principe della risata è servita a sbeffeggiare miti del cinema e della cultura popolare.

Totò alla prese con la ridicolizzazione dei grandi classici. Film minori – come opinione di molti critici – illuminati dalla grazia dell’attore, o convincenti prove estetiche e di satira culturale? Il ‘principe’, a modo suo, ha sempre rivisitato due grandi maschere della cultura e dello spettacolo italiano: Pulcinella e Pinocchio,

arrivando a interpretare, a modo suo, quest’ultima icona dell’italianità, nello sketch di ‘Totò a colori’, diretto da Steno, fino a vestire, ironicamente (e amaramente) quelli di uno Jago disilluso in ‘Che cosa sono le nuvole?’, una delle ultime prove, alla corte di Pier Paolo Pasolini. Ma è stato anche un buffo Tarzan, uno straordinario ‘esistenzialista chic’ in ‘Totò all’inferno‘, Totokamen e ovviamente, truffatore e truffato sui generis.

Un confronto nelle parodie di Totò: pezzi unici

Tototarzan

Un uomo, vissuto selvaticamente fin da piccolo nei meandri della giungla e noto agli indigeni come «la scimmia bianca», eredita un ingente patrimonio. Tre avventurieri, desiderosi d’impadronirsi del denaro, si recano nella giungla e riescono a catturare il selvaggio. un suo parente si allea con i furfanti. Lo salverà l’amore di una donna… Trama labilissima compensata da un fuoco di fila di gag e da un Totò scatenatissimo. In una piccola parte appare anche una giovanissima Sophia Loren (accreditata come Sofia Lazzaro).

Totò, Peppino e… la dolce vita

Anche se la parodia della Dolce vita è abbastanza azzeccata, la trama non c’è e il film vale per le improvvisazioni sue e del divino Peppino. Come al solito due-tre sketch memorabili, fra cui quello irresistibile che vede la coppia alle prese col night di lusso. Nella ideale trilogia «tra città e campagna» (Totò, Peppino e la… malafemmina; Totò, Peppino e le fanatiche; Totò, Peppino e… la dolce vita), quest’ultimo è forse l’episodio più debole,

privo dei proverbiali picchi del primo e del ritmo scatenato da farsa regionale del secondo (con una meravigliosa Titina De Filippo). Ma siamo sempre a metà strada tra il versante demenziale delle parodie dei generi e quello neorealista dei film di Monicelli. Il livello tecnico è ancora piuttosto alto, prima del crollo che si registrerà con l’arrivo degli spaghetti-western: insomma si ride ancora, e tanto.

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Totò contro il pirata nero

Un ladro finisce del tutto casualmente su una nave pirata. Grazie alla sua incredibile fortuna, l’uomo riesce a salvarsi dal capestro. Nel frattempo il pirata è però geloso di José, il ladro, e gli affida una missione a rischio. Va al ballo del governatore per preparare il prossimo colpo dei pirati. Lo salverà la figlia del governatore, Isabella, che non vuole sposare l’uomo destinatole dal padre… E alla fine José farà arrestare il pirata nero. Un film raffazzonato tenuto in piedi dall’estro di Totò. Il regista Fernardo Cerchio aveva già diretto il principe della risata in altri due film in costume: Totò contro Maciste del ’61 e Totò e Cleopatra del ’63.

Totò contro Maciste

Il saltimbanco Totokamen, grazie ad alcuni trucchi, riesce a far credere al Faraone di essere in possesso di una forza portentosa. Il sovrano decide di usare il ciarlatano per contrastare il possente Maciste, che si è messo al servizio degli Assiri. Il film è tutto nei lazzi di Totò, costretto a fare i salti mortali per tenere in piedi la sgangherata vicenda. Nino Taranto non gli è da meno. Il regista Fernando Cerchio tornerà a collaborare con il comico napoletano in Totò e Cleopatra.

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Da Cleopatra a Manzoni

Totò e Cleopatra

Costituito il triumvirato dopo l’assassinio di Cesare, Marco Antonio parte per l’Egitto e s’innamora di Cleopatra, alla quale fa dono di numerose provincie romane. Richiamato a Roma da Ottaviano, il condottiero viene rapito dalla moglie che invia in Egitto un suo sosia, Totonno. Ma Totonno maltratta Cleopatra che lo condanna a morte… Equivoci a non finire con un Totò un po’ invecchiato, ma sempre divertente.

Il monaco di Monza

Nel Seicento, un povero ciabattino, travestitosi da monaco per sfamare la sua numerosa famiglia, trova ospitalità presso il castello di un perfido marchese. La cognata del nobile, tenuta da questi prigioniera, chiede aiuto al finto ecclesiasta che si dà un gran da fare per liberare la donna. Gli ormai invecchiati Totò e Macario si danno invece un gran da fare per reggere in piedi questa sgangherata commedia, lasciata quasi completamente all’improvvisazione dei protagonisti. Si ride, comunque, anche grazie all’apporto non indifferente di Nino Taranto nei panni del marchese.

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Fifa e arena

A causa di una sostituzione di fotografie, un commesso viene scambiato per un pericoloso criminale. Il pover’uomo è costretto a fuggire, esibendosi in una serie interminabile di travestimenti. Si ritroverà in Spagna, a toreare pavidamente nell’arena. Seconda (dopo I due orfanelli) di ben sedici pellicole che Mario Mattoli ha realizzato con il grande Totò. Il modello da parodiare, ovviamente, è Sangue e arena. Il comico napoletano è in grande forma, ben spalleggiato da Isa Barzizza e il fedele Mario Castellani. Celebri le scene in cui Totò affamato si prepara un panino con crema da barba e borotalco e quando cerca di sbirciare la Barzizza nuda al di là di un acquario. Il film ebbe un tale successo che in alcune sale dovette intervenire la polizia per mettere ordine nelle code.

 

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