Arte

LIMITI E CONFINI DELL’ARTE CONTEMPORANEA

Dal MoMA di San Francisco alla Biennale di Venezia passando per il MUSEION di Bolzano. Tutte quelle volte in cui l’arte contemporanea ha tratto in inganno

 

 

L’ultimo episodio risale a qualche giorno fa, quando un ragazzo di diciassette anni in gita al MoMA di San Francisco ha deciso di prendersi gioco dei visitatori del museo. Dopo alcune discussioni con i suoi compagni in merito a cosa sia o cosa non sia l’arte contemporanea ha deciso di poggiare per terra i suoi occhiali da vista. In pochi minuti attorno all’oggetto si sono accalcate una marea di persone intente a scattare fotografie al presunto capolavoro. Il gesto compiuto da TJ Khayatan, questo nome del diciassettenne, che doveva essere solo uno scherzo ha conquistato subito il mondo di internet. Il ragazzo ha, infatti, pubblicato sul suo profilo twitter le immagini della folla ottenendo un successo clamoroso. Stampa inclusa.

Ma fin qui nulla di grave. Ben di peggio è successo lo scorso 24 ottobre al MUSEION di Bolzano, quando è stata buttata nella spazzatura un’istallazione artistica che riproduceva i resti di una di una festa finita. Le donne delle pulizie, pensando che le bottiglie, i bicchieri, i coriandoli e mozziconi di sigaretta sul pavimento altro non fossero che i postumi di un party, hanno pensato bene di rimettere ordine cestinando l’intera opera Dove andiamo a ballare questa sera? del duo Goldschmied&Chiari.

Stessa situazione a Padova dove i netturbini hanno buttato nella discarica il lavoro di Isabella Facco. Conosciuta per utilizzare nelle sue creazioni solo materiale riciclato aveva ideato per Artisti al Muro una libreria sul quale aveva posizionato diversi oggetti. Peccato che gli operatori, nonostante la targhetta con tanto di data e nome, l’abbiano scambiata per un vecchio mobile di cui qualcuno volesse disfarsi. Così a Bari, quando un’addetta alle pulizie ha consegnato ai netturbini alcune opere della mostra d’arte contemporanea Display Mediating Landscape

A Ravenna, invece, un operaio ha stuccato un finto foro dipinto dallo street artist Eron, mentre alla Biennale di Venezia del 1978 alcuni operai verniciarono una vecchia porta di bianco, peccato si trattasse di un’opera d’arte di Marchel Duchamp realizzata cinquant’anni prima. Alla sorte maldestra non è scampato neanche Joseph Beuys: la sua vasca incerottata è stata ripulita alla perfezione e trasformata in un secchiello per il ghiaccio per tenere in fresco delle bottiglie di birra durante un convegno della Bayer.

Episodi o meno, tutte queste situazioni continueranno ad alimentare il dibattito su cosa sia o non sia l’arte contemporanea. Soprattutto l’ultimo accaduto fra le pareti del museo di San Francisco che rimanda inevitabilmente al mitico film di Alberto Sordi Le vacanze intelligenti quando Augusta viene scambiata per un’opera vivente alla Biennale di Venezia colpevole solo di essersi stravaccata, comodamente, su una sedia dopo un’estenuante visita fra opere d’arte concettuali.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Vuoi ricevere Mam-e direttamente nella tua casella di posta? Iscriviti alla Newsletter, ti manderemo un’email a settimana con il meglio del nostro Magazine.

CLICCA QUI PER SAPERNE DI PIÙ!