Alessandro Dalai
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Mam-e, assolto Alessandro Dalai: l’editore si racconta

Dieci anni di calvario per usare le sue stesse parole, ma alla fine la conclusione è arrivata: assolto Alessandro Dalai. L’editore è rimasto incastrato in una vicenda di ingiustizia e malafede, dove la grande editoria l’ha fatta da padrone.

Il milanese oggi dirige un giornale online, Mam-e.it, ma i momenti di difficoltà e scoramento nel corso di due lustri di battaglia legale non sono di certo mancati. Dalai si è confessato a La Stampa, e in particolare ha ripercorso le tappe di un cammino ad ostacoli che lo vede triste protagonista fin dal 2013.

In una chiacchierata con Simonetta Sciandivasci il classe ’47 ha raccontato la vertenza con Mondadori e con Giorgio Faletti. Un’accusa di bancarotta fraudolenta, il fallimento imposto e l’assoluzione piena arrivata nel dicembre scorso: tappe delicate e difficili di un procedimento per larghi tratti ancora celato da ingombranti coni d’ombra.

Mam-e, assolto Alessandro Dalai: l’ex editore si racconta
Mam-e, assolto Alessandro Dalai: l’ex editore si racconta

Assolto Alessandro Dalai: “Qualcuno in Mondadori voleva farmi fallire”

L’editoria mi ha tolto tutto. Qualcuno in Mondadori voleva farmi fallire

Frase forte ma che ben rende l’idea del purgatorio mediatico e umano che Alessandro Dalai ha attraversato dal lontano gennaio 2013 ad oggi. Un percorso però concluso, lo scorso dicembre, fortunatamente con esito positivo.

Intervistato dalla collega de La Stampa Simonetta Sciandivasci, l’editore ha gettato uno sguardo indietro ripercorrendo le complesse, e a tratti oscure, tappe di una vicenda che ha cambiato il mondo dell’editoria italiana.

Alessandro Dalai fu colpito da un’accusa di bancarotta fraudolenta per la sua stessa casa editrice, la Baldini Castoldi Dalai, responsabile della pubblicazione di due best-seller quali Io uccido di Giorgio Faletti, e Va’ dove ti porta il cuore di Susanna Tamaro.

Mam-e, assolto Alessandro Dalai: l’ex editore si racconta
Mam-e, assolto Alessandro Dalai: l’ex editore si racconta

Il proprietario ed editore della Baldini Castoldi, che prima fu anche amministratore delegato di Einaudi e dell’Unità, e vice-direttore generale in Mondadori, perse tutto in modo rapido ed improvviso. Non solo beni, case e lavoro, ma pure credibilità, reputazione e affetti.

Insomma un disastro professionale, ma ancor prima umano, al quale Dalai ha potuto apporre la parola fine (o quasi) soltanto pochi mesi fa. Nel dicembre 2023 infatti la Prima sezione del Tribunale Penale di Milano l’ha assolto con formula piena, indicando come “il fatto non sussista”.

Dopo dieci anni di calvario giudiziario sono stato assolto. Qualcuno in Mondadori mi fece fallire: Riccardo Cavallero, all’epoca direttore generale. Portai Faletti in tribunale

Queste parole provano a disegnare il quadro che si delineò in un ufficio di Milano oltre 10 anni fa. L’accordo già sancito tra Dalai e Faletti per la pubblicazione di un nuovo romanzo non fu rispettato, e la spirale giudiziaria si avviò per volere e spinta di qualcuno.

Gli avevo già pagato i diritti: 320 mila euro di anticipo a valere su 800

Questi parte degli accordi con Faletti, in procinto di uscire con un nuovo libro, ma, per così dire, “scippato” da Mondadori. La casa viveva un periodo difficile, economicamente parlando, e il rilancio poteva passare proprio dal nome e dal profilo di Giorgio Faletti.

Il tentativo di rientrare della spesa iniziale con un concordato preventivo volto a far proseguire l’azienda non fu concluso e su Dalai piombò la pesante accusa di bancarotta fraudolenta. Uscita di scena la Baldini Castoldi infatti anche il precedente contratto che legava l’editore milanese a Faletti sarebbe stato bypassato.

Facendomi fallire, infatti, si sarebbe sciolto senza danno il contratto che legava Faletti a me, cioè alla Baldini Castoldi. Non era mai successo niente del genere nell’editoria. Dieci anni prima, ci saremmo seduti a un tavolo e io avrei detto a Leonardo Mondadori: se vuoi Faletti, va bene, ma dammi 2 milioni di euro, perché quello è il minimo dell’incasso che io faccio al netto di tutto con questo autore, e così posso andare avanti. Ma niente, non fu possibile discutere. Seppi poi che Cavallero era in grande difficoltà con Mondadori, che infatti poco dopo lo mandò via: la sua gestione aveva collezionato sette trimestri di libri in rosso

Così Alessandro Dalai ha ricostruito parte di questa vicenda, e i momenti che ne segnarono lo svolgimento più crudo. Seguirono i tentativi di aiutare il figlio Michele, con cui i rapporti peraltro si incrinarono, e furono anni di vuoto passati “immobile, a fissare il muro”.

Prima volevo capire e poi, quando ho capito, mi sono reso conto che non c’era più niente da fare

Il concordato non andò in porto, mentre le cause di Dalai contro Faletti, che consegnò all’editore un libretto di 20 pagine chiamato La piuma sostenendo fosse quello pattuito, e contro Mondadori, si inasprirono in un vero e proprio vortice da cui era impossibile uscire indenni.

Feci causa alla Mondadori, che mi chiuse il magazzino, impedendomi di far uscire i miei libri. Non si riusciva a trovare un distributore, perché Cavallero ordinò a Mauri, che obbedì volentieri, di non distribuire i libri. L’unico a rifiutarsi di stare a quel gioco fu Carlo Feltrinelli, che così rese possibile la ripartenza di Michele, che dovette ristampare tutti i libri, perché i nostri erano bloccati

Lo sguardo ora è proiettato al futuro, dopo la sentenza di assoluzione dello scorso dicembre, che ha messo fine ad un incubo durato oltre 10 anni. Le difficoltà non sono però terminate e il supporto di amici e colleghi nel corso del tempo si è affievolito, o è del tutto scomparso.

Ancora non me ne sono reso conto e ogni tanto me lo dico in motorino: mi hanno assolto! Ora voglio esser risarcito

Questa la risposta di Dalai a precisa domanda su come si senta oggi, con un’assoluzione in tasca ma con ancora indosso il bollo di “editore chiacchierato”. Nessuna intenzione di arrendersi dunque, e convinto desiderio di ripartire.

Mam-e, assolto Alessandro Dalai: l’ex editore si racconta
Mam-e, assolto Alessandro Dalai: l’ex editore si racconta

Conclusione: Mam-e, è stato assolto il direttore Alessandro Dalai: l’editore si è raccontato

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