Marc Almond
Rock

Marc Almond, una storia senza veli

Marc Almond. La vita del cantante dei Soft Cell è al centro di una monumentale biografia che fotografa il clima musicale degli anni 80

 

Marc Almond. La vita del cantante dei Soft Cell è al centro di una monumentale biografia che fotografa il clima musicale degli anni Ottanta, i meccanismi dello show business e gli incontri con le altre star del pop «Dio solo sa quanto noi artisti siamo fonte di frustrazione per le case discografiche; se solo potessero liberarsi di quelle persone moleste chiamate artisti e potessero concludere la cosa per conto loro, in tutta tranquillità!».

In Italia l’interesse nei confronti di Marc Almond è andato in questi anni via via scemando. L’ultimo suo successo risale infatti al 1988 anno di uscita di The Stars We Are , che conteneva almeno due singoli da classifica: Tears Run Rings e Someting’s Gotten Hold Of My Heart , cantata insieme a Gene Pitney.

 Marc Almond Una vita corrotta – La mia storia senza veli

A riaccendere l’interesse nei confronti di questo artista, «difficile e poco disposto al compromesso», come lui stesso ama definirsi, contribuirà forse una monumentale autobiografia (di quasi 500 pagine) edita recentemente da Arcana. Una vita corrotta – La mia storia senza veli è una fedele cronaca di oltre venti anni di attività nell’universo musicale, disseminata di eccessi di vario tipo, di promesse non mantenute, di sconfitte professionali ed umane ma anche di una grande forza di volontà che ha aiutato l’artista di Southport a liberarsi dai numerosi incubi che l’hanno accompagnato nel corso del suo cammino.

La durezza (a volte decisamente eccessiva) con la quale Marc Almond analizza gran parte del suo passato è edulcorata da una salutare autoironia, un tratto caratteriale che probabilmente l’ha sorretto nei momenti più difficili, dovuti all’assunzione di una quantità industriale di droghe.

Oltre ad una minuziosa ricostruzione del clima musicale dei primi anni Ottanta

Oltre ad una minuziosa ricostruzione del clima musicale dei primi anni Ottanta, che hanno visto la nascita del suo gruppo, i Soft Cell, il libro offre acute osservazioni sui meccanismi dello show business (spassosissime sono le considerazioni sulla politica delle major e sulla professione giornalistica) e vari aneddotti riguardanti i numerosi incontri con star della musica e dello spettacolo, tra cui Madonna, Warhol, Nico, Pierre e Gilles, Almodovar, Siouxie, Courtney Love, Lydia Lunch, Nick Cave, Psychic TV e altri.

Molto divertente è la descrizione di una cena con Morrissey, voluta da un’amica comune, nel corso della quale, a causa della timidezza dei partecipanti, nessuno è riuscito a spiccicare parola e la comunicazione è stata affidata a dei sorrisetti forzati, da ebeti.

Oggi Marc Almond che ha 44 anni, ha dato vita ad una sua etichetta discografica la Blue Star Music attraverso la quale distribuisce autonomamente i suoi album. Dopo una cura disintossicante ha inoltre risolto i suoi problemi con la droga, stando comunque bene attento, -come sottolinea- ad evitare nel rapporto con gli altri quei fastidiosi atteggiamenti un po’ moralistici da «tossico redento».

Una paura però gli è rimasta: «quella che il mondo stia diventando una monocultura, che tutti i paesi abbiano la stessa merce da consumare negli stessi negozi, che tutti ascolteranno la stessa musica e vedranno gli stessi film e la stessa tv». Come dargli torto?

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