Eduardo Kobra
Interviste,  Sport

Eduardo Kobra Nathalie Moellhausen 2 grandi vittorie e il progetto con Kobra

Nathalie Moellhausen racconta la sua vita dopo Tokyo 2021 e il suo nuovo progetto artistico

con Kobra

Abbiamo intervistato Nathalie Moellhausen, reduce dallo straordinario doppio oro al Grand Prix di Doha del 29 gennaio e alla Coppa del Mondo di Barcellona del 10 febbraio, e le abbiamo chiesto come ha vissuto queste due vittorie.

Eduardo Kobra E non potevamo non soffermarci sulla sua  collaborazione con  Kobra, che mira a migliorare la comunicazione della scherma al di fuori di quel mondo.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Nathalie Moellhausen (@nathaliemoellhausen)

 

Nathalie Moellhausen Eduardo Kobra

D: Quanto ti sei allenata, tenendo conto dei tuoi impegni sugli altri progetti di cui ci hai parlato?

R: Anche se dopo il risultato alle Olimpiadi di Tokyo il mondo della scherma pensava che non avrei più gareggiato, io 10 giorni dopo ero già in montagna a riprendere l’allenamento. Quello è stato un periodo difficile della mia vita, perché stavo affrontando un divorzio complicato, ma l’allenamento è stato terapeutico.

Non ho continuato ad allenarmi avendo come unico obiettivo quello delle vittorie agonistiche, ma per andare avanti, perché la scherma mi ha permesso di curarmi l’anima e il cuore. La scherma è un’arte che aiuta a combattere, non soltanto in pedana: di fronte alle difficoltà della vita vedo molte persone che abbassano l’arma, ma questa non si deve mai abbassare.

Dopo aver perso le Olimpiadi non c’era più l’esposizione mediatica che le aveva precedute, non c’era più nessuno che mi venisse a cercare; inoltre non potevo neppure mostrare ciò che stavo facendo, a causa di mie difficoltà coniugali. In quel momento mi sono chiesta per chi mi allenassi.

In quel momento di difficoltà la scherma mi ha aiutata ad andare avanti e sapevo che quell’esperienza mi avrebbe fornito l’ispirazione per tornare a praticare il mio sport con obiettivi non esclusivamente sportivi. E così è stato: infatti ho deciso di avviare il mio progetto artistico.

D: Dicci qualcosa in più di questo progetto: di cosa si tratta?

R: In realtà questo progetto è nato prima che io ne prendessi coscienza, dal momento che la mia prima creazione artistica è del 2018, per i 105 anni della Federazione Internazionale di Scherma, che ha festeggiato con un grande evento, di cui sono stata direttore artistico, al Grand Palais di Parigi.

In quell’occasione ho esposto su una scalinata 500 maschere-candele, con una loro simbologia; inoltre ho allestito uno spettacolo in cui alcuni ballerini indossavano maschere su cui erano ritratte delle emoticons di emozioni positive e negative.

I ballerini poi, organizzati in due squadre, competevano fra loro, con la vittoria finale di chi indossava le maschere con le emoticons positive.

Poi, in un momento difficile che ho vissuto lo scorso anno, ho ampliato questo progetto, che aveva avuto un bilancio positivo, ed ho deciso di trasformare la maschera in un oggetto artistico a scopo filantropico.

Ho capito che poteva diventare un valido mezzo di comunicazione per il mio mondo sportivo: so che il tema della maschera è già stato trattato nel mondo del teatro e dal grandissimo Pirandello, ma mi sono sentita autorizzata a confrontarmici perché sono una schermitrice e per 20 anni sono stata dentro quella maschera.

Ho scelto di usare il linguaggio artistico perché penso che la scherma oggi debba creare immagini più forti e capaci di uscire dal mondo degli addetti ai lavori: questo è particolarmente difficile nel caso del mio sport, perché la difficoltà della tecnica è un ostacolo.

Spada

A Parigi, nel 2024, vorrei portare il mio personaggio di donna mascherata e organizzare delle performances con le maschere, per creare un’immagine forte nel mondo dell’arte e della moda, in modo da potenziare l’immagine del mio sport tramite altri linguaggi.

D: E sei da sola in questo percorso?

R: Nei primi 6 mesi sì: non potevo associarmi a un grosso nome, quindi ho gestito tutto da sola. Poi ho intrapreso una collaborazione con Eduardo Kobra. Ho pensato che la maschera, con le storie che racconta, potesse essere di ispirazione per gli artisti, in modo da dare maggiore visibilità alla scherma e poter finanziare progetti che abbiano un impatto sociale.

Di recente ho prodotto, con la mia compagnia di produzione 5touches,  un evento di presentazione con circa 300 invitati, insieme a Kobra: questo ci ha permesso di stringere relazioni con dei potenziali investitori dal Brasile e con dei potenziali acquirenti per le maschere, che saranno vendute all’asta il prossimo aprile.

Attualmente la collaborazione con Kobra ha aperto la strada ad altre possibili future collaborazioni con altri artisti, di cui però ancora non posso fare i nomi.

nathalie moellhausen eduardo kobra

D: Quindi non si tratta solamente di un progetto artistico, ma ha anche un risvolto sociale?

R: Sì, con Kobra, in Brasile, ho lanciato il progetto Be the hero of yoursefl”, rivolto ai bambini che vivono nelle favelas, che vorrei portare anche a Parigi, in occasione delle Olimpiadi del 2024. Ho anche presentato Kobra al comune di Saint-Ouen, dove ci sarà il villaggio olimpico: sarebbe bello se fosse lui a realizzare il murales delle Olimpiadi.

Conclusione Eduardo Kobra Nathalie Moellhausen 2 grandi vittorie e il progetto con Kobra

Leggi anche:

Intervista a Nathalie Moellhausen: “Scherma è passione, esperienza e arte”

Olimpiadi Tokyo 2020, Italia da record con 40 medaglie

Olimpiadi 2024: dove si svolgono? Quando e dove vederle

Vuoi ricevere Mam-e direttamente nella tua casella di posta? Iscriviti alla Newsletter, ti manderemo un’email a settimana con il meglio del nostro Magazine.

CLICCA QUI PER SAPERNE DI PIÙ!