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Morgan: io, De André e Spoon River

Il cantante dei Bluvertigo e Dori Ghezzi raccontano la genesi del remake di Non al denaro non all’amore né al cielo, uno degli album più belli del grande cantautore genovese Un’operazione senza precedenti nella storia della musica italiana. Il remake di Non al denaro non all’amore né al cielo, uno degli album più belli di Fabrizio De André, realizzato da Morgan su invito della fondazione che porta il nome del grande musicista genovese. Perché questo progetto? «L’idea è venuta a me – spiega Dori Ghezzi – sentivo l’esigenza di tenere viva quest’opera di Fabrizio e farla conoscere ai giovani. Avrei anche visto bene una Spoon River con nuovi personaggi». In realtà, la «cover di un album», come Morgan l’ha giustamente definita, è una cover decisamente fedele all’originale. «Volevo valorizzare quest’opera per quello che è: un grande classico. Ho fatto proprio ciò che si fa nella musica classica quando si esegue un’opera e ho chiesto a Nicola Piovani le partiture originali dei brani, che però erano andate smarrite. Ho quindi trascritto io stesso la musica, cercando di aggiungere, mai di togliere. Il disco di De André era già di per sé barocco, io l’ho reso ancora più barocco. Chiaramente il mio è più un lavoro su De André che su Lee Masters». Uscito più di trent’anni orsono, ispirato a un’opera letteraria di inizio Novecento, Non al denaro, non all’amore né al cielo è ancora attualissimo. «Penso che uno degli insegnamenti del disco – dice ancora Morgan – sia quello di seguire il proprio demone interno per essere felici, così come hanno fatto il Matto e il suonatore Jones. In Italia, invece, sembra che tutto, cultura compresa, serva solo per trovare un posto di lavoro». Come mai proprio Morgan e non un altro musicista? «Ho visto uno dei suoi concerti – spiega Dori Ghezzi – durante il quale eseguì Un ottico e Il suonatore Jones e pensai che era la persona giusta per il progetto». Progetto che potrebbe avere anche un’appendice in lingua inglese: «Ci sto già lavorando – dice Morgan – utilizzerò anche molte frasi intere dello stesso Lee Masters. La grande poesia è sempre attuale, una materia cangiante che si presta a passare di mano in mano». Seguirà, probabilmente, il ritorno dei Bluvertigo. «Mi piacerebbe realizzare qualcosa in cui la musica sia solo uno degli aspetti. Una sorta di installazione all’interno del quale i Bluvertigo suoneranno strumenti da loro stessi costruiti. Con Non al denaro non all’amore né al cielo si chiude la mia Trilogia dell’invecchiamento precoce. Dopo aver portato in tour questo disco tornerò giovane con i Bluvertigo».

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