Neri Ward
Arte,  Mostra

Nari Ward con Ground Break al Pirelli Hangar Bicocca

Nelle Navate del Pirelli Hangar Bicocca tutta l’arte di Nari Ward con la retrospettiva Ground Break. Dal 28 marzo  fino al 28 luglio.

 

Neri Ward
Nari Ward Carpet Angel, 1992 The Museum of Contemporary Art, Los Angeles Dono di Jennifer McSweeney in onore di Joan “Penny” McCall Foto Matthew Hermann

 

Nari Ward

Unanimamente riconosciuto come uno dei più importanti artisti americani contemporanei, Nari Ward (St. Andrew, Giamaica, 1963; vive e lavora a New York)  è noto fin dagli anni ’90 per le sue installazioni realizzate con materiali quotidiani e di recupero dal forte valore simbolico, in cui si stratificano riferimenti sociali e richiami ai traumi storici, sia passati, sia recenti e contemporanei.

L’artista realizza opere  attraverso intrecci e giustapposizioni di  questi elementi di scarto con cui allude a diversi aspetti sociali e politici e affronta temi relativi all’identità, alle questioni razziali, alla giustizia e al consumismo.

Con le sue installazioni – video e sculture toccanti e provocatori – l’artista trasfonde nuovi significati a questi oggetti trovati in luoghi improbabili, come edifici abbandonati, strade, parcheggi, rivelando storie e geografie dimenticate attraverso narrazioni complesse e inedite.

Nello stesso tempo indaga questioni spirituali e concettuali, connesse alle relazioni umane, alla giustizia sociale, alla costruzione di identità collettive e comunità attraverso una memoria storica condivisa. Centrale  è il suo approccio trasformativo e collaborativo all’arte, al punto che molti dei suoi lavori nascono da un dialogo diretto con il pubblico.

“Per me – dice l’artista giamaico-newyorchese  – conta l’elemento di speranza insito nel fatto che le cose possono unirsi e diventare un unico e dentro la complessità di questo solo oggetto si trova del mistero. Io voglio che il mio lavoro celebri questa idea di mistero attraverso la combinazione tra oggetti che a volte sembra non avere senso”.

 

Neri Ward
Nari Ward Savior, 1996Carrello, sacchi della spazzatura di plastica, stoffa, bottiglie, recinzione metallica, terra, ruota, specchio, sedia e orologi 325,1 x 91,4 x 58,4 cm Institute of Contemporary Art, Boston Collection; Acquistato grazie alla generosità di un donatore anonimo. Veduta dell’installazione, “Nari Ward: RePresence”, Nerman Museum of Contemporary Art, Johnson County Community College, Overland Park, Kansas, 2010. Courtesy l’artista e Lehmann Maupin, New York, Hong Kong, Seul, e Londra Fotografia di EG Schempf

 

Nari Ward con Ground Break al Pirelli Hangar Bicocca

Ground Break”, a cura di Roberta Tenconi con Lucia Aspesi, indaga l’aspetto della ricerca di Nari Ward con una selezione di progetti incentrati sulla collaborazione e performatività. La retrospettiva esplora a fondo la carriera dell’artista, presentando oltre trenta opere negli spazi delle Navate e del Cubo di Pirelli HangarBicocca. Da lavori storici  mai riallestiti finora a nuove produzioni realizzate per l’occasione.

Le Navate ospitano quattro installazioni di grande formato che Ward ha realizzato tra il 1996 e il 2000 per il progetto di performance Geography Trilogy di Ralph Lemon. Installazioni che per la prima volta vengono allestite in un contesto espositivo.

La mostra si apre con Hunger Cradle (1996), una vasta e intricata installazione composta da una varietà di oggetti sospesi e tenuti insieme da una rete di fili che collegano fisicamente e metaforicamente gli elementi e che i visitatori sono invitati ad attraversare per poter incontrare gli altri lavori esposti.

Per la prima volta sono esposti insieme e su schermi LED tre storici video: Father and Sons (2010), Jaunt (2011) e Spellbound(2015).

Tra le 30 installazioni Carpet Angel (1992), tappetti, buste e bottiglie di plastica e corde sono utilizzati per creare una figura angelica sospesa sopra un accumulo di oggetti improvvisati in una riflessione sul senso del sacro e sulla spiritualità quotidiana. Mentre in Behold (1996) e Crusader (2005) Nari Ward trasforma un passeggino e un carrello della spesa in oggetti scultorei, ridefinendo la loro funzione sociale e il loro valore economico.

“Ground Break” è anche una mostra dura, che tocca temi scottanti  come l’emarginazione e le migrazioni, ma che, grazie alla leggerezza con cui  Neri Ward struttura il suo lavoro, ha la forza di diventare  non solo una spinta ad un  possibile cambiamento ma anche un dispositivo artistico-sociale che valica i tradizionali confini dello spazio museale.

 

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Nari Ward Ritratto Courtesy l’artista e Lehmann Maupin, New York, Hong Kong, Seoul e Londra Foto Axel Dupeux

 

Conclusione Le opere di Neri Ward in mostra sono entità a sé stanti, ma l’allestimento crea una situazione di continuo dialogo tra esse, un legame che alimenta la narrazione della stessa esposizione.

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