Moda

Recovery Fund: parte dei 209 miliardi aiuteranno la moda?

L’Italia di Conte porta a casa 209 miliardi di euro con il Recovery Fund. Soldi che dovrebbero servire al settore moda a riprendersi dopo la crisi Covid-19

Il Recovery Fund, successo ottenute ieri sera dal Premier italiano Giuseppe Conte, porta nelle casse italiane ben 209 miliardi di euro da investire sul territorio italiano. Una cifra importante che dovrebbe servire, il condizionale è d’obbligo, a potenziare non solo il sistema sanitario del nostro Paese ma anche l’industria e il turismo, settori che più soffrono della crisi economica innescatasi in conseguenza della pandemia da Coronavirus.

In Italia, soffre la moda: secondo settore trainante della nostra economia. La chiusura delle fabbriche, atto dovuto durante il picco massimo della diffusione del virus in Italia, ha indebolito il sistema, portando alla chiusura di diverse aziende e di retailer sparsi da Nord a Sud.

Le stime di Camera Nazionale della Moda Italiana, presieduta da Carlo Capasa, sono realmente catastrofiche. Secondo quanto esposto da CNMI, infatti, il 1° semestre del 2020 vede il crollo del fatturato al -30%. I due mesi di lockdown rivelano che il fatturato del settore moda (tessile, abbigliamento, pelle, pelletteria, calzature) è crollato rispettivamente del -42% a marzo e del -78% ad aprile con una media, appunto, del 30% (Indagine Istat). Male anche l’importazione. Nei primi tre mesi del 2020, infatti, si è registrata una contrazione marcata in Cina (-27,5%) e Honk-Kong (-29,3%). Me no male la Svizzera (-10%), Giappone (-10,1%) e Usa (-8,4%). In controtendenza la Corea del Sud con un +10,7%.

Fonte Camera Nazionale della Moda Italiana

Il 48,2% delle aziende è in crisi

A causa della situazione economica precaria causata dal Coronavirus, il 48,2% delle aziende italiane sono a rischio di sopravvivenza e dunque potrebbero chiudere le saracinesche a fine anno. Il Recovery Fund potrebbe dare una boccata d’ossigeno agli imprenditori italiani, costretti prima alla chiusura totale delle fabbriche e poi alla parziale ripartenza. Si spera che a settembre, scongiurando una temuta seconda ondata influenzale sul nostro territorio, le restrizioni vengano meno e che molte delle realtà presenti in Italia (aziende ed esercizi commerciali) possano riprendere a lavorare a pieno regime.

Recovery Fund: come i 209 miliardi potrebbero aiutare anche la moda

Qualche settimana fa abbiamo reso noto della decisione presa da Zara di chiudere oltre 1000 negozi per potenziare l’e-commerce. Una soluzione resa necessaria per fronteggiare la caduta delle vendite nei retailer. Di recente, inoltre, le Fashion Week di Parigi e Milano sono state esibite sul web, mostrando una timida soluzione alle mancate presentazioni tradizionali, con il format phygital che ha riscosso un buon successo di buyer in Italia. È logico, dunque, che la moda oggi giochi la sua miglior partita sul web. È ancora più vero quanto sia fondamentale un’efficiente rete di telecomunicazioni che segna, tutt’ora, un divario lungo tutto il nostro stivale. L’online, dunque, sarà la nuova frontiera ma solo se il governo predisporrà, a chi ne ha bisogno, dei mezzi opportuni.

Ma i 209 miliardi di euro, o meglio, parte di quei denari, potrebbero aiutare le piccole e medie imprese, gli artigiani in ombra, i veri volti, le mani reali del Made in Italy. Coloro, insomma, strozzati dalle tasse ma sempre volenterosi a tramandare il know how che ci rende i migliori al mondo.

 

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