Sainz
Attualità,  Milano

Sainz e l’orologio da 300mila euro: questione di etica?

È scoppiato un vero e proprio dibattito sul recente caso di furto, sventato, subito da Carlos Sainz. Il pilota della Ferrari, reduce dal terzo posto conquistato nel Gran Premio di Monza, è stato scippato del proprio orologio nei pressi dell’hotel Armani di viale Manzoni, nel centro di Milano.

La polemica esplosa dopo la conclusione della vicenda, con il pilota all’inseguimento dei giovani ladri infine fermati dalle forze dell’ordine in zona via Monte Napoleone, non accenna a dipanarsi e anzi tocca ambiti e temi sfaccettati. La sicurezza del capoluogo lombardo e una questione morale legata all’etica sono i nodi più scottanti e discussi.

Quello che è partito come un tentativo di furto si sta quindi tramutando in un caso mediatico dal profilo nazionale, con Milano quale cuore pulsante della contesa social. Attori protagonisti e non, sono Carlos Sainz, per forza di cose, ma pure il sindaco milanese Giuseppe Sala, Stefano Sensi e la moglie Giulia Amodio, e infine anche la giornalista Tiziana Ferrario.

Sainz e l’orologio da 300mila euro: questione di etica?
Sainz e l’orologio da 300mila euro: questione di etica?

Il furto a Sainz ultimo sintomo di una città poco sicura? Sala minimizza, la Amodio rincara la dose

Partiamo dall’episodio. Carlos Sainz, pilota della Ferrari, è stato vittima di un furto nella serata di domenica 3 settembre intorno alle ore 20.30. Di rientro dal brillante terzo posto al Gran Premio di Formula 1 corso a Monza il ferrarista è stato scippato del proprio orologio nei pressi dell’hotel Armani in via Manzoni.

Sainz, accompagnato da un collaboratore, si è però immediatamente messo all’inseguimento dei tre giovani ladri ed è riuscito a farli fermare nelle vicinanze di via Monte Napoleone. A dare manforte al pilota ci ha pensato una piccola folla, aggregata all’inseguimento dopo aver riconosciuto lo spagnolo, ancora vestito con il marchio del Cavallino rampante. Le forze dell’ordine prontamente intervenute hanno preso in custodia gli scippatori e riconsegnato l’orologio a Sainz.

L’improbabile corsa si è svolta per le strade più eleganti e glamour del centro di Milano, ormai troppo spesso divenute teatro di borseggi, scippi o persino episodi di violenza più gravi e drammatici. L’incidente, non in pista e a bordo di una monoposto, occorso al pilota Ferrari ha però assunto altri risvolti che hanno scatenato opinioni e pareri anche illustri.

Sainz e l’orologio da 300mila euro: questione di etica?
Sainz e l’orologio da 300mila euro: questione di etica?

Immediata in particolare la battuta del primo cittadino di Milano Giuseppe Sala, che ha voluto prendere atto del problema sicurezza in città ma ha pure cercato di ridurne la portata. Queste le sue parole:

Si enfatizzata ogni cosa che succede a Milano. La sicurezza è un problema ovunque

Dunque presa di coscienza di quello che è il fenomeno criminalità a Milano, ormai divenuto elemento costante anche in aree centrali e glamour quali il Quadrilatero della Moda, proprio là dove è avvenuto il tentato furto ai danni di Sainz.

I numeri sembrano dare ragione al sindaco, con i reati commessi in città negli ultimi anni in netta riduzione (meno 17% dal 2017). Al tempo stesso però gli scippi sono saliti del 18%, rendendo Milano uno dei centri urbani più colpiti in Italia. Si attestano numeri pari circa a 95mila denunce all’anno per furti e rapine. E sempre più spesso tali episodi si verificano proprio tra le vie su cui si affacciano atelier, gioiellerie, negozi dei grandi marchi e profumerie.

Dopo il racconto social dell’ex calciatore Bobo Vieri, che appena qualche giorno fa aveva mostrato un tentativo di rapina ai suoi danni mentre si trovava a cena con la compagna e alcuni amici nel centro di Milano, è toccato a Giulia Amodio rincarare la dose.

La moglie del centrocampista dell’Inter Stefano Sensi ha impiegato i propri profili social per definire, senza mezzi termini, Milano come una città “indegna e insicura”. Lo sfogo della giovane donna ha così riportato in auge il problema sicurezza, gettando benzina sul fuoco di una polemica sempre più accesa.

Sainz e l’orologio da 300mila euro: questione di etica?
Sainz e l’orologio da 300mila euro: questione di etica?

A oggi avrei davvero paura a crescere i miei figli qui. È diventata una città indegna dalla quale a volte sento di dover scappare. Non è per niente sicura e quando hai dei figli piccoli sono cose con le quali devi fare i conti

Queste le parole utilizzate dalla Amodio sul proprio account Instagram. Un paio d’anni fa la coppia era stata vittima di un furto casalingo, durante il quale i giovani erano stati derubati di borse, gioielli e orologi, tra cui in particolar modo un Patek Philippe di circa 60mila euro di valore.

Sainz e l’orologio da 300mila euro: sorge pure la questione morale

L’episodio che ha visto Carlos Sainz protagonista ha generato un altro importante filone di polemica. Oltre al centrale e annoso problema della sicurezza nel cuore di Milano, è sorto un fervente dibattito circa l’etica di indossare accessori di tale valore. Il pezzo scippato al pilota della Ferrari in particolare era un Richard Mille versione Zverev da circa 315 mila euro di valore.

Sainz e l’orologio da 300mila euro: questione di etica?
Sainz e l’orologio da 300mila euro: questione di etica?

A scatenare la polemica ci ha pensato così un post pubblicato su Instagram da Tiziana Ferrario, giornalista di Rai 1. La professionista ha voluto commentare sottolineando la “questione di etica” relativa al passeggiare per Milano con al polso un oggetto di tale portata. Queste le parole usate sul noto social dalla giornalista:

Sponsor o no non si gira con un orologio da 500 mila euro al polso. È questione di etica anche per un pilota Ferrari. Ho tolto il post precedente perché dalle reazioni ho visto che sviava il senso del mio ragionamento

Al di là del valore maggiorato del pezzo (del resto le prime fonti parlavano proprio di 500 mila euro), il post della Ferrario ha scatenato centinaia di messaggi e commenti, per la maggior parte contrari al senso espresso dalla donna.

Molti infatti hanno attaccato l’opinione del volto della Rai, affermando che ognuno può andare in giro con indosso gli abiti e gli accessori che vuole e può permettersi, purché ovviamente regolarmente acquistati. Poche le voci a favore che invece denunciavano una sorta di mancanza di morale ed eticità in chi fa sfoggio in pubblico di tali elementi di lusso.

Sainz e l’orologio da 300mila euro: questione di etica?
Sainz e l’orologio da 300mila euro: questione di etica?

Senza sfociare in rimandi a teorie di pauperismo o esibizionismo al contrario appare davvero inadatto risolvere o ribaltare un problema sicurezza, presente a Milano come o più che in altre città italiane, con l’idea che la colpa possa essere di chi è vittima. Purtroppo tale caso non è l’unico, e nemmeno il più grave, in cui alcune voci sembrano voler in qualche modo puntare il dito verso chi subisce il danno.

Il nostro pensiero, speriamo condivisibile ai più, è che chiunque può e deve essere libero di camminare, girare, e vestirsi come più gli aggrada e come il suo gusto, oltre che il suo portafoglio, gli permette di fare. Un look più elegante, più ricco, più lussuoso, non deve e non può diventare motivo di agguato o violenza. A maggior ragione in zone centrali e alla moda quali quelle interessate dall’ultimo episodio di Carlos Sainz.

Decisamente più utile potrebbe essere invece un approccio capillare sul territorio, con un numero maggiorato di uomini e mezzi impegnati per garantire sicurezza e ordine. Un sistema più rafforzato, tanto nel Quadrilatero della Moda quanto nelle aree periferiche della city, non può far altro che agevolare la lotta alla criminalità e ridurre in tal modo sia tali casi sia le seguenti polemiche.

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