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Arte,  Mostra

Simon Berger a Sansepolcro con “Le porte della percezione”

Dal 2 luglio al 30 settembre 2023, presso il Museo Civico di Sansepolcro (AR), è possibile visitare la personale di Simon Berger, Le porte della percezione, curata da Sandrine Welte e dal Prof. Pasquale Lettieri e realizzata grazie alla collaborazione di Cris Contini Contemporary e Lo Studiolo Arte. A patrocinarla il Comune di Sansepolcro e l’Assessorato alla Cultura, che si dicono orgogliosi e onorati della scelta dell’artista e sottolineano l’adeguatezza della cornice museale. Così l’assessore Francesca Mercati:

Le maestose opere rinascimentali custodite nel piano nobile del Museo Civico di Sansepolcro faranno da preludio per una mostra, quella di Simon Berger, allestita nella “Sala delle Pietre”, che catturerà il visitatore sia per la particolarità delle sculture vitree che per il contesto ambientale, che predispone la mente di chi lo vive ad immergersi interamente nel contesto che lo circonda. Per questo siamo certi che questa mostra avrà un grande successo e siamo particolarmente felici, ma ci sentiamo anche onorati, del fatto che l’artista abbia scelto la nostra città per poter esibire il suo talento.

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Simon Berger e una delle sue opere.

Inizio e fine a Sansepolcro

Nel 1954 Aldous Huxley descriveva la Resurrezione di Piero della Francesca, conservata a Sansepolcro, come «il più grande quadro del mondo», garantendone così la salvezza dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Tempo dopo lo scrittore tornò sull’opera, descrivendone i panneggi e aprendo a nuove modalità di visione.

A quasi 70 anni di distanza, Piero della Francesca e Huxley sono di ispirazione per l’artista visivo svizzero Simon Berger, che con Le porte della percezione – un’installazione immersiva illusionistica, con tele di vetro a forma di scatola – vuole replicare le strutture labirintiche che sono alla base dell’intelletto umano.

Costruzione a colpi di martello

Simon Berger adotta, nelle sue opere, una tecnica pionieristica che gli permette di trasformare un atto notoriamente distruttivo in una possibilità artistica: quella che lui chiama morfogenesi prevede infatti di incidere le lastre di vetro con l’uso di un martello, ottenendo ritratti la cui estetica trasmette un senso di lacerazione dovuto alle «ferite» trasparenti inferte. Il martello, quindi, diventa uno strumento di amplificazione degli effetti, come commenta Sandrine Welte:

L’idea di audaci colpi di martello su una superficie vitrea suscita immagini di distruzione, demolizione, obliterazione. Tuttavia, l’artista svizzero padroneggiando il suo mezzo preferito, forgia crepe e pieghe in linee di indagine che alla fine si trasformano in qualcosa di figurativo e di fascino ipnotizzante.

Il suo concetto di opera – rimarca Pasquale Lettieri – parte dall’idea di una creazione artistica comprendente sia l’aspetto materiale sia quello immateriale, facendo riferimento più all’infinitezza del sublime che alla misura e al ritmo del bello.

Un dialogo fra passato e presente

Ugo Agostinelli, che ha organizzato la mostra insieme a Cris Contini Contemporary, nell’esprimere la sua stima per Simon Berger, ha evidenziato come l’organizzazione di una simile esposizione al Museo Civico, dedicato a forme d’arte del tutto differenti, dimostri quanto l’arte sia un linguaggio unico e universale, capace di dialogare – anche a distanza di secoli – senza barriere.

E, per suggellare fisicamente tale reciprocità di dialogo fra passato e presente, l’artista svizzero ha deciso di donare una sua opera, Eyes of Perception, alla collezione del Museo Civico di Sansepolcro, che si arricchirà così in direzione della contemporaneità.

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Eyes of Perception.

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