Spotify: The Playlist
Spettacolo,  Cinema

Spotify: The Playlist

Spotify: The Playlist

La recente mini-docu-drama serie di Netflix sulla nascita di Spotify, the playlist per eccellenza, la piattaforma di music streaming più utilizzata al mondo, è una hit.

Spotify: The Playlist. I protagonisti

La serie si ispira al saggio Spotify Untold di Sven Carlsson e Jonas Leijonhufvud, uscito a Marzo del 2019. La serie racconta di come un giovane Daniel Ek, attuale CEO di Spotify, abbia intrapreso quest’iniziativa intravedendo il potenziale economico di un’area grigia dell’economia di inizio millennio. Ma la serie non è costruita solo ed esclusivamente sulla prospettiva del fondatore.

Ciascuno dei 6 episodi che compongono questo modern day drama restituisce lo sguardo sulla vicenda di 6 diversi attori-protagonisti.

Accanto ad Edvin Edre nel ruolo di main character troviamo Christian Hillborg, interprete del socio e co-founder di Spotify l’imprenditore Martin Lorentzon, il quale investì sull’idea del connazionale Ek. Seguono, Joe Lützow nei panni del geniale programmatore Andreas Ehn. Gizem Herdogan in quelli di Petra Hansson, l’avvocato che si occupò di negoziare la posizione di Spotify con i grandi player dell’industria musicale, in particolare SONY.

Ulf Stenberg è Per Sundin, l’uomo cui la SONY aveva demandato di contrastare l’avvento delle piattaforme di streaming illegale come la svedese PirateBay. Infine, nell’ultimo episodio, è la volta di Janice Kamya Kavander alias Bobby Thomasson, cantante un tempo amica e compagna di studi di Daniel Ek, che offre il punto di vista contrastante che gli artisti riservano alla piattaforma: una macchina in grado di generare miliardi di euro di fatturato di cui solo poche briciole vanno però in tasca ai diretti interessati.

Accanto a queste voci narranti si muovono numerosi altri comprimari. Per citarne due il cui peso specifico è tutt’altro che indifferente ricordiamo: Peter Sunde, attivista politico nonché uno dei fondatori del servizio streaming PirateBay ed il suo principale antagonista, il legale della SONY Music, Ken Parker.

Spotify: The Playlist. La vicenda

Proprio sullo sfondo della lotta senza esclusione di colpi tra la multinazionale fondata negli U.S. e la piattaforma pirata attiva in Svezia si inserisce l’esperienza aurorale di Spotify. Quello che sembrava il momento decisivo per il collasso dell’industria musicale così come la conosciamo, con il rifiuto del riconoscimento della proprietà autoriale e la guerra al principio del copyright avanzata da gruppi di attivisti politici come il predetto, si è rivelato l’inizio di una nuova stagione segnata dall’egemonia dell’intermediario di servizio.

Ek raggiunge un compromesso tra le pretese di mercato dei colossi preesistenti alla svolta digitale dei primi 2000 e le ambizioni dei consumatori, inventando il modello dello streaming free o dietro subscription che permette a tutti–tranne forse agli artisti stessi–di soddisfare le proprie esigenze.

Per farlo, tuttavia, dovrà affidarsi alle mani sapienti di diversi esperti che lo accompagneranno in quest’avvincente e romanzata vicenda fino al tripudio del successo finale. La forza della serie riposa proprio nel multilateralismo della narrazione: non esiste un genio solitario in grado di stravolgere il mercato. Ma un nucleo di persone raccolte attorno a una visione, essa sì geniale, può vincere e rovesciare il modello di business in uno dei comparti più complessi e redditizi del 21° secolo.

Spotify: The Playlist. La produzione

Una storia 100% svedese: i diritti sono di proprietà di Yellow Bird UK, holding della casa madre con base a Stoccolma, che per prima aveva rilevato i diritti sul libro Spotify Untold da cui la serie prende le mosse. Alla regia troviamo Per-Olav Sørensen, mentre la sceneggiatura è figlia del lavoro di Christian Spurrier coadiuvato da Sofie e Tove Foresman. Produttori esecutivi del progetto, oltre ai citati Sørensen e Spurrier, sono Berna Levin, Luke Franklin e Stefan Baron. Le riprese sono state svolte quasi per intero a Stoccolma.

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