Tennis, “Una Squadra”: la serie tv sulla vittoria dell’Italia alla Coppa Davis 1976 in arrivo su Sky
La serie tv “Una Squadra” in arrivo sui canali Sky: il racconto dell’impresa del “dream team” del tennis italiano alla Coppa Davis 1976
Tennis, In occasione del 39° Torino Film Festival è stato presentato in anteprima lo speciale sulla serie tv di Sky “Una Squadra”, scritta da Domenico Procacci. Nella Torino diventata nelle ultime settimane capitale del tennis mondiale grazie alle ATP Finals 2021 e alla Coppa Davis, è stata annunciata alla stampa la messa in onda in una docuserie dell’impresa della Nazionale Italiana alla Coppa Davis del 1976 in Cile con protagonisti Adriano Panatta, Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci, Tonino Zugarelli e il capitano Nicola Pietrangeli.
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Tennis, “Una Squadra”: data d’uscita, trailer ed episodi della serie tv di Sky
La squadra composta da Panatta, Bertolucci, Barazzutti, Zugarelli, capitanata da Nicola Pietrangeli debutterà nella serie tv di sei episodi su Sky il prossimo maggio. Alla regia di Domenica Procacci, grande appassionato di tennis, la docuserie Sky “Una Squadra” racconterà i protagonisti della vittoria della prima ed ad oggi unica Coppa Davis. Un gruppo eterogeneo, composto da personalità fortissime, con rapporti a volte molto difficili, ma, in quegli anni, la squadra più forte del mondo. Ecco il teaser della serie tv “Una Squadra”.
Sinossi docuserie “Una squadra”: il racconto del “dream team” del tennis italiano
“Gli anni di cui parliamo vanno dal 1976 al 1980. Lo sport è il tennis. Siamo in Italia e il trofeo per cui si combatte è la Coppa Davis. La squadra è formata da quattro giocatori: Adriano Panatta, Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci, Tonino Zugarelli. In quei cinque anni raggiungono la finale quattro volte, vincendo solo una volta: nel ‘76 contro il Cile. Intorno a quella finale si crea un vero e proprio caso politico, con enormi polemiche sull’opportunità di andare a giocare con i colori dell’Italia nel Cile del dittatore Pinochet. Le finali raggiunte ma poi perse sono nel ‘77 contro l’Australia, nel ‘79 contro gli USA e nel ‘80 contro la Cecoslovacchia.
Nelle prime due edizioni, ‘76 e ‘77, la squadra ha come capitano non giocatore una leggenda del tennis italiano, Nicola Pietrangeli, ritiratosi dall’attività agonistica solo da pochi anni. Pietrangeli, da giocatore a sua volta finalista nel 1960 e 1961, verrà esonerato dalla sua stessa squadra dopo la sconfitta del ‘77 in Australia. È lui il quinto protagonista della nostra storia. Raccontiamo una squadra. Ma una squadra divisa, frammentata, con al suo interno rapporti difficili, a volte conflittuali, sia tra i giocatori che con chi li guida e allena. Una squadra, una nazionale, che nel momento in cui ha la vittoria a portata di mano viene osteggiata e combattuta nel suo stesso Paese. E nonostante tutto questo, in quegli anni la squadra più forte del mondo.“
Finale Coppa Davis 1976: il dibattito in Italia
Una volta raggiunta la qualificazione in finale l’Italia si trovò in dibattito: era giusto andare a giocare a casa del dittatore Pinochet? Le partite si sarebbero inoltre svolte all’interno dello Stadio Nazionale di Santiago, uno dei simboli della repressione del regime. Negli anni precedenti era stato usato come campo di concentramento per gli oppositori politici. La partecipazione azzurra fu contestata da molti gruppi politici, soprattutto di sinistra, con proteste a mezzo stampa e in piazza.
18 dicembre 1976. Finale della Coppa Davis in Cile. Panatta e Bertolucci entrano in campo indossando due maglie rosse per esprimere dissenso verso la dittatura di Pinochet. #lagrandestoria pic.twitter.com/CJO65RGTYj
— La Grande Storia (@LagrandeStoria) July 27, 2018
Il governo, guidato da Giulio Andreotti, e il Coni preferirono non prendere posizione, lasciando la decisione alla Federazione italiana tennis, che autorizzò la partecipazione. Nella partita in doppio Adriano Panatta, decise di giocare con una maglietta rossa, in omaggio alle vittime della repressione di Pinochet, convincendo il suo compagno Paolo Bertolucci a fare lo stesso.
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Editor: Marta Colletto
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