TUTTO IL PEGGIO DELLA MODA UOMO DI PARIGI
A Parigi si sta consumando la morte lenta della moda uomo
Non è facile adattarsi a questo: bisognerebbe cambiare rotta. La moda uomo è in crisi o forse sono i creatori a non aver più inventiva.
Le passerelle parigine non divertono, non stupiscono e portano con sé la crisi identitaria di una moda sempre più in decadenza di idee.
“Un elemento essenziale dell’arte è il rischio. Se non rischi come potrai creare qualcosa di autenticamente bello che non è mai stato visto prima?”
Francis Ford Coppola ha descritto, con poche parole, la vera essenza della creatività, nutrita da un aspetto fondamentale: il rischio.
I creativi sono caduti nel tranello dei Social, sono stati piazzati su una catapulta, all’estremità di un braccio di legno, pronti per essere lanciati lontano dal fashion biz.
Ecco, il punto è proprio questo: può esserci una connessione tra moda e Social? Designer e Instagram?
Quale scopo si è prefissato oggi la moda?
Se la risposta viene da Parigi tutti siamo chiamati a rispondere a questa domanda.
Ridefinire i ruoli. Cosa significa Gender?
Da osservatoriogender.it: ” Il sesso è un dato biologico e naturale, il genere un dato psicologico e socio-culturale. In tale prospettiva, la differenza tra uomini e donne, l’essere maschio e femmina non è un dato oggettivo e reale ma è un prodotto della cultura e della costruzione sociale dei ruoli“.
Potremmo dedurre, giunti a questo punto, che la moda di oggi è un prodotto puramente culturale e dettato da una coscienza artistica sibillina, suscettibile a variabili imprecise e vulnerabili.
La moda uomo è la disarticolazione di un progetto di vita intrapreso dai transgender, spettacolarizzata su un palcoscenico comico che spesso fa sorridere ma che tante volte lascia l’amaro in bocca come dopo una freddura incomprensibile.
Si ritorni a fare moda senza artefici. Il settore non ha bisogno di commediografi ma di creativi in grado di proporre un costume e non una tendenza.
Tendenza, poi. Perché continuano a chiamarla tendenza?
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