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Spettacolo,  Cinema

Festival di Cannes 2017: i film che hanno fatto scandalo

I film che hanno fatto scandalo al Festival di Cannes, oggi al via con la sua 70° edizione

Insolenze in forma d’arte, opere sperimentali che hanno osato troppo, ‘sputi sulla tela’: un panoramica sui piccoli e grandi film che hanno fatto scandalo al Festival di Cannes, oggi al via con la sua 70a edizione.

Il Festival di Cannes, oggi festeggia i suoi 70 anni. Dal 1946, la kermesse francese ha rappresentato la giuria più autorevole del grande cinema, sorta di cartina di tornasole della passerella offerta dagli Oscar hollywoodiani. 70 anni di grandi anteprime, proiezioni e film d’autore, spesso anarchici, scandalosi, censurabili, intollerabili e proprio per questo in grado di far presentire le scosse sismiche del linguaggio visivo ed artistico a venire incompresi, come i loro autori, persino dalle ‘illuminate’ giurie che hanno presieduto il festival, anno dopo anno.

Festival di Cannes: tutti i film che hanno fatto scandalo

I film che hanno fatto gridare scandalo alla Croisette sono una legione. Dai grandi ‘classici francesi’ Resnais e Godard fino ai recenti Kechiche o Gaspar Nòe, agli italiani come Marco Ferreri, fino agli americani come Quentin Tarantino e Vincent Gallo.

Partiamo, nel nostro breve percorso, dal 1959, con ‘Hiroshima mon amour‘ di Alan Resnais. Il film, splendido e poetica illustrazione del conflitto tra guerra ed amore, venne proiettato nonostante il tentativo della delegazione americana di censurarlo. Al 1973 risale il primo vero scandalo italiano con ‘La Grande Abbuffatadi Marco Ferreri, sorta di ribaltamento carnascialesco e grottesco del monicelliano ‘Amici Miei’. Il film oltraggiò per la veracità della storia e di alcune scene gargantuesche, tra orge, di cibo e di sesso capaci di portare a una morte ‘allegra’ tutti i protagonisti del film. Una denuncia alla società dei consumi che non lasciò indifferenti.

Più recentemente ricordiamo il provocatorio ‘The Brown Bunny’, secondo film da regista dell’attore e modello Vincent Gallo dopo la promettente opera prima ‘Buffalo ’66’. Gallo presentò a Cannes, nel 2003, un film prolisso e slegato, contenente una scena di fellatio (reale) tributata all’attore dalla sua compagna di allora, Chloe Sevigny. Gallo riuscì nell’intento di fare scalpore, non esattamente in quello di fare un’opera d’arte esteticamente memorabile…

Un anno prima, fu un’altra scena di sesso (questa volta violenta, e per fortuna fittizia) a scandalizzare: parliamo ovviamente del violento e disperato ‘Irreversibile’ di Gaspar Nòe. Il regista francese tornerà a far discute di sé a Cannes nel 2015 con le scene di amore lesbo tra le giovani protagoniste di ‘Love’.

Come dimenticare il provocatore dei provocatori, Lars Von Trier? Nel 2009 il suo ‘Antichrist’, opera metafisica sul male e sulla depressione d’amore fu un vero e proprio shock. Mise in scena qualcosa di (quasi) mai visto prima nel cinema d’autore: il totale nichilismo espresso in forma cinematografica. Il regista pagò caro l’ultimo scandalo: nel 2011 venne addirittura espulso dal festival per aver detto: “Capisco Hitler, sono un po’ nazista.”

Scandali e tumulti fuori dalla pellicola

Tornando al passato, pur rimanendo al Festival di Cannes, ricordiamo anche quando tirava un’aria diversa…Come l’invasione studentesca del ’68 e la manifestazione dei registi francesi della nouvelle vague che reagirono a voce alta contro le decisioni del ministro della cultura francese di allora. Proteste che portarono alla creazione di un’altra sezione del Festival, tuttora attiva, laQuinzaine des Réalisateurs‘. Anni in cui gli scandali erano innocenti e ‘beati’, come i vertiginosi nudi di Brigitte Bardot. Decisamente un’altra stagione dello spettacolo.

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