Brescia, 50 anni fa la strage di Piazza della Loggia
Durante una manifestazione sindacale unitaria indetta per protestare contro il terrorismo neofascista, il 28 maggio 1974 una bomba collocata in un cestino dei rifiuti sotto il colonnato di Piazza della Loggia a Brescia uccise otto persone.
Strage di piazza della Loggia
Oggi il ricordo, da giovedì il processo. Il diciassettesimo. E un diciottesimo comincerà il 18 giugno. Negli infiniti paradossi giuridici alla ricerca della verità sulla carneficina di piazza della Loggia, non faranno eccezione le udienze che porteranno il veronese Marco Toffaloni — oggi ribattezzato Franco Maria Müller con tanto di passaporto svizzero — davanti al giudice Federico Allegri del Tribunale dei minori, e il concittadino Roberto Zorzi nell’assise presieduta da Roberto Spanò.
La strage di Piazza della Loggia fu di matrice neofascista
Entrambi sono accusati di aver materialmente depositato la bomba assassina nel cestino dei rifiuti che saltò per aria nel cuore di Brescia, esattamente 50 anni fa, uccidendo otto persone e ferendone un centinaio. Toffaloni, così soprannominato perché all’epoca le sue guance arrossivano facilmente, all’epoca stava per compiere 17 anni: sarebbe suo il viso che compare accanto ai corpi delle vittime, immortalato dal fotografo Silvano Cinelli e cristallizzato da un incidente probatorio.
Mentre Zorzi, che di anni ne aveva 20 il giorno dell’attentato, avrebbe coordinato la pianificazione della strage e del presunto omicidio di Silvio Ferrari, giovane camerata bresciano saltato in aria la notte del 19 maggio 1974 mentre guidava la Vespa del fratello Mauro, con una bomba a bordo.
Durante una manifestazione sindacale unitaria
Alle 10.12 del 28 maggio 1974, durante una manifestazione sindacale unitaria indetta per per protestare contro il terrorismo neofascista, una bomba collocata in un cestino dei rifiuti sotto il colonnato di Piazza della Loggia uccise otto persone: Giulietta Banzi Bazoli, Livia Bottardi Milani, Euplo Natali, Luigi Pinto, Bartolomeo Talenti, Alberto Trebeschi, Clementina Calzari Trebeschi, Vittorio Zambarda.
A distanza di mezzo secolo si cerca di fare completa luce sulla strage. Vale la pena ricordare che il 20 giugno 2017 la Corte di cassazione ha confermato in via definitiva la condanna all’ergastolo a Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte, ma una nuova inchiesta accusa dell’eccidio altri due neofascisti veronesi, Marco Toffaloni, all’epoca minorenne, e Roberto Zorzi: il processo a Toffaloni inizierà nella giornata del 30 maggio.
Le condanne
Dopo molti anni di indagini, depistaggi e processi, furono riconosciuti colpevoli e condannati alcuni membri del gruppo neofascista Ordine Nuovo: quali esecutori materiali furono riconosciuti Maurizio Tramonte (condannato in appello, in qualità di “fonte Tritone” dei Servizi Segreti Italiani), assieme ai già detenuti Carlo Digilio (addetto agli esplosivi) e Marcello Soffiati (che trasportò l’ordigno); come mandante fu condannato, in appello, il dirigente dell’Ordine Nuovo Carlo Maria Maggi, morto nel 2018. Gli altri imputati, tra cui Delfo Zorzi, il generale Francesco Delfino e l’ex segretario del MSI e fondatore del Centro Studi Ordine Nuovo Pino Rauti, furono invece assolti.
Strage di Piazza della Loggia, il ricordo di Mattarella
Nel cinquantesimo anniversario della strage sono arrivate anche le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha ricordato come gli ideatori della carneficina rivolessero il fascismo:
Gli ideatori, gli esecutori, i complici di quell’attacco volevano riportare il tempo indietro: a una stagione oscura, segnata dall’arbitrio della violenza, dalla sopraffazione, sfociata nella guerra.
In Italia c’era chi tramava e complottava per instaurare un nuovo regime autoritario. Contro la Repubblica, nata dalla Resistenza, che aveva indicato le sue ragioni fondanti nella democrazia, nella libertà, nel pluralismo, nella solidarietà, principi scolpiti nella Carta costituzionale.
Oggi la Repubblica italiana è Brescia, è piazza della Loggia, è questo teatro, con la presenza e il coinvolgimento di tante persone.
Conclusione durante una manifestazione sindacale unitaria indetta per per protestare contro il terrorismo neofascista, una bomba collocata in un cestino dei rifiuti sotto il colonnato di piazza della Loggia uccise otto persone
Leggi anche:
Enciclopedia della moda: tutta la storia della moda racchiusa in un libro
Frase choc di Papa Francesco: “C’è già troppa ‘frociaggine’”
NEWSLETTER
Vuoi ricevere Mam-e direttamente nella tua casella di posta? Iscriviti alla Newsletter, ti manderemo un’email a settimana con il meglio del nostro Magazine.