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Emergenza migranti, i centri di rimpatrio in Albania non ancora pronti: la denuncia dei deputati PD

Nel corso di queste settimane la campagna elettorale è più viva che mai. Il governo Meloni aveva promesso nei mesi scorsi la costruzione di diversi centri di rimpatrio in Albania per gestire al meglio l’emergenza migranti che ormai da decenni ciclicamente assilla la Penisola. Ad onor dei fatti, però, nessun cantiere nel Paese balcanico è ancora iniziato.

A confermarlo un gruppo di deputati Pd accorsi in uno dei luoghi dove dovrebbero sorgere i CPR. L’opposizione già accusa la Premier di averli utilizzati come promessa tipica da campagna elettorale.

Governo Meloni si sconfessa: i centri di rimpatrio in Albania non sono ancora pronti

In vista delle elezioni Europee il clima si scalda. Ogni particolare o retroscena può far guadagnare o perdere voti all’uno od all’altro schieramento. Dopo lo scandalo di corruzione che sta investendo la Liguria di Toti, ora un altro grattacapi non da poco per la Premier Meloni è all’orizzonte: l’emergenza migranti. Con la bella stagione alle porte, gli sbarchi saranno di nuovo molto più frequenti.

Nei mesi scorsi, complici anche altre stragi sul mare, la Premier aveva annunciato anche con toni piuttosto trionfalisti l’edificazione di alcuni centri di rimpatrio in Albania, complice i buoni rapporti storici tra lo Stivale e il vicino Stato ex cortina di ferro. L’accordo era stato benedetto anche dal Premier Edi Rama, il quale non dimenticava quando l’Italia accolse gli oltre 20.000 albanesi stipati sulla nave Vlora sul porto di Bari.

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Centri di rimpatrio in Albania, il governo Meloni aveva promesso di aprirli in questi giorni ma lo stato delle cose è ben diverso

Ora, a diversi mesi dagli accordi bilaterali, neanche la prima pietra è stata ancora posta. La denuncia arriva da un gruppo di Deputati PD che è andato in Albania a verificare di persona lo stato dei lavori.  Matteo Mauri, capofila della delegazione giunta nei Balcani, si rivolge alla premier Giorgia Meloni e ai ministri dell’Interno, degli Esteri e della Difesa.

Nella mattina di giovedì 23 maggio è giunto insieme ai colleghi Simona BonafèEnzo Amendola e Matteo Orfini nelle aree che dovranno ospitare i due centri per migranti previsti dall’accordo tra la premier Giorgia Meloni e il primo ministro albanese Edi Rama.

centri di rimpatrio
Un centro per i rimpatri. Quelli promessi in Albania non sono ancora stati costruiti

Nell’area grande circa 70.000m² nessuna opera è iniziata per davvero. Qualche ruspa e un paio di camion e null’altro nell’area di Gjader dove il Genio militare non ha ancora neanche ultimato i lavori di sbancamento. Un lavoro complicato data la complessità del terreno scelto. Inoltre, l’area è del tutto sprovvista di opere di urbanizzazione come la costruzione di una rete fognaria e d’illuminazione.

Secondo il cronoprogramma annunciato dal governo Meloni i centri avrebbero già dovuto essere inaugurati lunedì 20 maggio. In realtà, la consegna dei lavori è prevista per l’autunno inoltrato e dunque il progetto di esternalizzazione delle richieste di asilo dei migranti provenienti da Paesi sicuri e quindi vettore di rotte legali e controllate di certo non sarà in grado di partire quest’estate. In tutto questo la prefettura di Roma ha già aggiudicato l’appalto per la gestione dei servizi, quella sì a partire dal 20 maggio, alla Medihospes.

Centri di rimpatrio in Albania ancora lontani, il Pd tuona: “Spot elettorale”

Dopo il blitz effettuato da alcuni deputati PD in Albania per verificare lo stato dei lavori dei vari centri di rimpatruo, ecco montare subito la polemica. L’opposizione ora accusa il Governo Meloni non solo del colpevole ritardo per i lavori, ma anche e soprattutto di aver strumentalizzato questa politica come semplice “spot elettorale”.

matteo Mauri
Matteo Muari del PD (in foto) esorta il governo Meloni a trovare soluzioni alternative ai centri di rimpatrio in Albania

In una nota a riguardo, il Partito Democratico segnala l’aumento dei costi riguardo questa opera tanto ambiziosa quanto irrealizzabile nel breve termine, sottolineando:

L’unica cosa che si muove è la casella dei costi. Ormai siamo passati dai 653 milioni iniziali a oltre 800 milioni. E le risorse necessarie continuano a lievitare, come avevamo già denunciato alla firma dell’accordo. È evidente che siamo davanti a un ridicolo tentativo di pagarsi uno spot elettorale per le europee. Il solito modus operandi di un Governo che prova a nascondere con la propaganda i suoi visibili fallimenti. Chiediamo alla premier Meloni di abbandonare questo progetto e di spostare le risorse sul potenziamento delle risorse da destinare al sistema sanitario nazionale.

La replica dei funzionari dell’Ambasciata italiana: primi 20 poliziotti dal 2 giugno

I centri di rimpatrio in Albania del Governo Meloni sono ancora dall’essere inaugurati ma intanto si prova a mettere una toppa. Fabrizio Bucci, Ambasciatore italiano a Tirana, assicura che i lavori delle due aree stanno andando a passi “spediti”. Se al porto di Schëngjin l’hotspot è quasi pronto, trenta chilometri più all’interno, nell’area militare di Gjader, ruspe e camion sono ancora alle prese con complicatissime e impreviste operazioni di sbancamento del terreno che ha presentato grossi problemi di natura geotecnica.

I migranti staranno qui solo per il tempo dei primi soccorsi e delle identificazioni e poi dovranno essere portati a Gjader dove invece le strutture non saranno pronte prima di novembre. La recente visita del deputato dei Verdi Angelo Bonelli conferma quelle che erano le sue preoccupazioni e quelle di tutta l’opposizione. Il centro per migranti in Albania non potrà risolvere il problema nel brevissimo termine.

Conclusioni i centri di rimpatrio in Albania del Governo Meloni: una promessa non mantenuta per l’emergenza migranti

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