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Caro bollette: no del governo a nuove misure in deficit 22

Il governo si riunirà per varare nuove misure contro il caro bollette per senza cedere ai proclami della politica e senza andare in deficit

Il caro bollette è ormai un’emergenza che il governo attuale e quello prossimo devono affrontare seriamente per aiutare le famiglie e le imprese schiacciate dall’aumento del costo dell’energia. Ciononostante, Mario Draghi non ha intenzione di attuare nuove misure choc che si discostano dal pareggio di bilancio, come richiesto da Salvini e Conte, prima delle elezioni del prossimo 25 settembre. Quindi aiuti sì, ma ragionati e compatibili con le finanze pubbliche.

Caro bollette: nuovi aiuti ragionati e non in deficit

Secondo i nuovi dati forniti da Assoutenti, le famiglie italiane pagano per luce e gas 1231 euro (+92,7%) in più all’anno rispetto al 2020. Il costo dell’energia rischia di arrivare a oltre 5000 euro a nucleo famigliare nel 2023 con un effetto disastroso a cascata su tutti i prezzi di beni e servizi.

Ecco perché il governo in carica, menomato dalla scellerata crisi politica aperta dal M5S e dalla destra, sta pensando di investire una cifra tra gli 8 e i 10 miliardi di euro per rafforzare le misure già in atto per contenere l’impennata dei costi. Conte e Salvini chiedono di intervenire con circa 30 miliardi ma sarà altamente improbabile che Draghi si spinga così in là per ragioni sia tecniche che di buon senso perché non vuole lasciare il prossimo governo senza spazio di manovra per la prossima Finanziaria.

Giorgia Meloni pare sposare questa linea prudente, conscia del fatto che probabilmente sarà il prossimo primo ministro. I partiti politici dalla Lega ai 5S (anche Calenda) vorrebbero scaricare la responsabilità di misure in deficit al governo uscente perché sanno benissimo che andrebbero incontro al parere negativo della commissione europea e dei mercati finanziari.

La commissione europea sta ancora effettuando le verifiche del conseguimento degli obbiettivi richiesti per l’ottenimento della seconda tranche da 24,1 miliardi del PNRR. La destra, in caso di vittoria delle elezioni, dovrà correre il rischio di discostarsi dal pareggio di bilancio se effettivamente reputano che questa sia la soluzione migliore per l’Italia.

Niente però è deciso. Questa settimana Draghi discuterà con il ministro del Tesoro Franco, della Transizione Ecologica Cingolani, e dello Sviluppo Economico Giorgetti del nuovo piano di aiuti. Nel frattempo, il sottosegretario alla presidenza Garofali organizzerà un tavolo per domani per discutere dei 55 obiettivi da realizzare per ottenere altri 19 miliardi da Bruxelles del PNRR. Nelle settimane scorse si è speculato molto sul fatto che la crisi di governo possa aver compromesso, certamente rallentato, l’ottenimento di quei soldi per via l’attività parlamentare ridotta e per un governo “zoppo”.

 

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Editor: Lorenzo Bossola

 

 

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