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Checco Zalone in Cado dalle nubi

La commedia con il comico di Zelig in uscita il 27 novembre

"Ho preso in giro i politici senza alcun problema perché faccio l’ignorante e quando sei li’ sul palco, un poveretto sgrammaticato, puoi dire ciò che vuoi. Altra cosa è ergersi a censore". Lo ha detto Checco Zalone al termine della conferenza di presentazione del suo primo film, Cado dalle nubi, in uscita nelle sale venerdì 27. Il comico pugliese, lanciato dal programma tv Zelig è popolarissimo per le sue canzoni-parodia, in cui storpiando le parole lancia spesso pesanti frecciate al mondo della politica e alla società italiana. Le più famose performance di Checco Zalone, al secolo Luca Medici, sono la canzone Siamo una squadra fortissimi del 2006, inno "alternativo" della nazionale di calcio ai mondiali e la canzone dedicata alla D’Addario di alcuni mesi fa. Nel primo brano Zalone parla alla sua maniera della corruzione nel mondo del calcio e del malcostume che ha portato al processo di calciopoli; nel secondo ha cavalcato le polemiche legate alle dichiarazioni della escort Patrizia D’Addario. In conferenza stampa spiega: "qualcuno ha detto che è stata un’operazione predeterminata, fatta per dimostrare che Mediaset è libera – dice Zalone – in realtà io e Gennaro Nunziante (regista del film e coautore delle canzoni) abbiamo scritto quel brano due mesi prima che esplodesse tutta la vicenda".

Ho fatto alcune incursioni nella satira politica – spiega il comico e cabarettista pugliese – ma non e’ una cosa che amo particolarmente perche’ non credo di avere la giusta autorita’". Nel 2010 ci saranno nuovamente i mondiali di calcio e Checco Zalone, smentendo in parte quanto appena detto, non esclude di poter confezionare un nuovo inno per la nazionale italiana, legando la satira all’attualita’ politica: "Mi auguro che prolifichino i trans – dice – così magari si riesce a dire qualcosa di interessante".

In Cado dalle nubi Checco Zalone è un personaggio "politicamente scorretto", che ricorda molto alla lontana il Borat di Sasha Baron Cohen. "Non volevamo fare satira politica – spiega – ma ci interessava mostrare la Puglia come in realtà è, un territorio bellissimo. Di solito nei film viene sempre descritta come un luogo degradato, pieno di mafia, di ladri, di delinquenti. Abbiamo raccontato una storia che in parte e’ autobiografica di un ragazzo del sud che va a Milano e trova il successo. Era facile – aggiunge Zalone – cadere nella retorica e nel cliché dello scontro nord-sud, ma il mio personaggio e’ così puro che esalta, come fossero aspetti positivi, tutti i difetti classici del meridione. Da qui nascono le situazioni comiche".

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