Chester Bennington: le 10 canzoni più belle dei Linkin Park
Linkin Park di Chester Bennington hanno saputo coniugare energia e carica emotiva, distinguendosi come una delle metal band più amate degli ultimi 20 anni. Ecco i loro pezzi più belli, tra hit e perle poco note
Chester Bennington
Sono passati 6 anni dall’addio tragico ed improvviso di Chester Bennington. Che ha spezzato in due l’avventura dei Linkin Park, in piena attività e proprio in questi mesi coinvolti nel tour di ‘One more light’, nome dell’ultimo album della band.
Una band che ha contribuito sin dal suo esordio alla fine degli anni ’90 a codificare il genere ibrido Nu Metal. Un incrocio tra heavy metal, pop e musica rap, che vanta tra i suoi fautori padri nobili come Korn, Deftones e Limp Bizkit. Ecco i brani più belli per i quali la band di Chester Bennington sarà ricordata, tra grandi successi e piccolo perle discografiche.
IN THE END – da Hybrid Theory
Il primo grande successo musicale dei Linkin Park. La canzone descrive la ricerca di un significato oltre la disillusione di un’avventura sentimentale finita male. Ma in fondo ‘alla fine, nulla ha più importanza’.
CRAWLING – da Hybrid Theory
Nel 2009, Chester Bennington ha confessato che ‘Crawling‘ descriverebbe gli effetti della dipendenza dalla droga e dell’angoscia come forza creativa.
“Crawling, per esempio, è forse la canzone più lirica che abbia mai scritto per i Linkin Park e parla del mio modo di perdere il controllo per vai della droga e dell’alcool”.
NUMB – da Meteora
Il terzo singolo tratto da ‘Meteora’, album prodotto dopo l’exploit commerciale di ‘Hybrid Theory’. Tra i più grandi successi dei Linkin Park. Un altro racconto su una disfunzione relazionale. Un’altra confessione aperta del proprio stato di confusione mentale e di depressione da parte di Chester Bennington.
SOMEWHERE I BELONG – da Meteora
Dalla tristezza e rassegnazione di ‘Numb’ all’urlo di rabbia di ‘Somewhere I Belong’. Bennington lancia il suo guanto di sfida a tutti i problemi che purtroppo, alla fine, prevarranno su di lui: “I want to heal / I want to feel / What I thought was never real / I want to let go of the pain I felt so long”.
HEAVY – da One More Light
Gli ultimi Linkin Park, quelli di ‘One more light’, sono cambiati molto rispetto agli esordi. Ammorbiditi, musicalmente. La prova di questo mutamento è il mix pop/R&B di ‘Heavy’, ottimo brano cantato in compagnia di Kiiara.
SHADOW OF THE DAY – da Minutes to midnight
Uno dei pezzi più energici della band, che in questo caso si avvicina più al sound degli U2 che al genere che ha dato loro notorietà, il Nu Metal.
PUSHING ME AWAY – Hybrid Theory
Ancora un ‘infallibile melodia, ancora un testo che parla di frustrazioni e relazioni fallite. L’ennesima dimostrazione vincente di come i Linkin Park sappiano raccontare aspetti della solitudine umana in modo empatico e, sopratutto, veritiero.
ONE STEP CLOSER – da Hybrid Yheory
Primo singolo tratto da ‘Hybrid Theory’, ‘One Step Closer’ racconta, come detto da Mike Shinoda “La sensazione di essere giunti alla fine della propria vita. […] È un brano molto auto-descrittivo ed è facile da comprendere e probabilmente molto facile relazionarsi con esso.”
ROLLING IN THE DEEP
Come trasformare una bellissima ballata in una canzone in stile Stone Temple Pilots, facendole guadagnare grinta senza perdere il senso e la forza dell’originale di Adele.
VALENTINE’S DAY – da Minutes to midnight
Come passare il giorno delle coppie in solitudine. Peggio, come se fosse il primo vero giorno di solitudine della propria vita. “So now you’re gone, and I was wrong/I never knew what it was like, to be alone”. Chester Bennington racconta del rimorso di aver perso qualcuno che aveva vicino. Una riflessione disincantata, senza trucchi né scuse. Pura, nella sua malinconica verità.
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